A Gaza si colpiscono le scuole: la denuncia di una ONG italiana

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A Gaza il bilancio delle vittime è salito a 1982: 398 sono bambini e 166 donne. Il numero dei feriti è salito a 9.370, dei quali 2744 bambini e 1829 donne. Sul versante israeliano le vittime sono 69, di cui 63 militari, più un cittadino straniero che lavorava in una cooperativa agricola raggiunta da colpi di mortaio ed un volontario inglese. L’esercito israeliano afferma che  sono stati colpiti 4100 obiettivi; i gruppi legati ad Hamas hanno lanciato più di 2670 razzi, dei quali 2102 hanno colpito Israele e 513 sono stati fermati dal sistema antimissilistico Iron Dome; gli sfollati  interni sono 250.000.

Ed intanto si guarda con attenzione alla tregua di 72 ore, concordata tra le parti: il Patriarca di Gerusalemme dei Latini, Fouad Twal, ha affermato all’agenzia Fides: “Basta guardare i nomi delle vittime: il 70% sono donne e bambini. E fa pensare anche il fatto che, tra tanti tunnel, Hamas non abbia pensato a costruire rifugi sotterranei per la gente”.

Per alleviare questa situazione è intervenuto anche il governo italiano, con un volo umanitario per Tel Aviv, trasportando 30 tonnellate di beni di prima necessità destinati alla popolazione di Gaza: tende, coperte, generatori di emergenza, potabilizzatori, kit sanitari e kit igienici per un valore complessivo di circa € 350.000.

E molte ong italiane sono presenti per alleviare le sofferenze alla popolazione, soprattutto ai bambini come la ONG ‘Vento di Terra’, che aveva costruito a Gaza nel 2011 una scuola, con l’aiuto finanziario del Ministero degli Esteri italiano e della CEI, colpita lo scorso 17 luglio:

“Il centro per l’infanzia ospitava un asilo con 130 bambini e un ambulatorio pediatrico. Oltre al Centro per l’infanzia, che rappresentava un modello di eccellenza in termini di architettura bio climatica e di metodologia educativa, è stata demolita la nuova mensa comunitaria, inaugurata solo due mesi fa, che forniva pasti ai bambini e alle famiglie povere del villaggio. Vento di Terra ONG gestisce il progetto dal suo avvio nel 2011, ed è testimone del fatto non sia mai stata utilizzata per scopi militari e non sia avvenuto alcun contatto tra lo staff e le milizie armate islamiste.

La ‘Terra dei bambini’ rappresentava un’oasi a difesa dei diritti dell’infanzia, che l’esercito israeliano, messo al corrente di tutte le fasi del progetto, ha deciso senza alcuna giustificazione di demolire. Un’esperienza unica, in un panorama caratterizzato da decenni di conflitto, occupazione e devastazione è stata messa cinicamente a tacere.

Vento di Terra richiede al Ministero degli Esteri Italiano e alla Unione Europea, alla Conferenza Episcopale Italiana, principali finanziatori del progetto, di realizzare gli opportuni passi verso il Governo Israeliano perché renda conto di un’azione gravissima che coinvolge, oltre la comunità locale, direttamente il Ministero stesso, l’Unione Europea e la Cooperazione Italiana, che il progetto hanno finanziato e sostenuto in questi anni”.

A due settimane dalla sua distruzione il presidente della ONG milanese, Massimo Annibale Rossi, ha lanciato un appello: “E’ il momento di reagire, con tutta l’energia e la determinazione possibile. Anche se l’esercito israeliano ha distrutto il nostro centro, non hanno e non possono distruggerne le finalità e il progetto di pace cui si ispira. Hanno demolito dei muri e devastato dei giochi destinati ai più poveri dei bimbi”.

E nel sito della ONG milanese si può leggere la testimonianza di F. (che preferisce mantenere l’anonimato), direttrice della ‘Terra dei bambini’, raccolta da Barbara Archetti, è quella del 26 luglio: “La condizione nella scuola è terribile: c’è un solo materasso per famiglia, non c’è acqua per lavarsi, e come cibo se va bene una scatoletta di tonno e un po’ di formaggio per famiglia… ormai dormono tutti insieme, maschi e femmine, nei corridoi, nel cortile… le persone stanno veramente male…

Oggi alcuni di noi hanno provato a tornare a Um al Nasser durante la tregua, ma ormai il villaggio è pesantemente occupato dai militari israeliani con un forte dispiegamento di mezzi. Chi è riuscito ad andare oltre non ha trovato molto: anche le mucche e gli animali sono stati uccisi”.

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