Il Papa: ‘Una generazione senza lavoro è una sconfitta per l’umanità’

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‘I giovani sono pieni di entusiasmo, non stanno mai fermi, la vita è stata fatta per camminare non per girare e questa è la vostra sfida!’. Lo ha detto il Papa salutando i ragazzi delle Diocesi di Abruzzo e Molise nel piazzale del Santuario di Castelpetroso.

I giovani – ha osservato Francesco – sono ‘alla ricerca di ciò che veramente conta, che rimane stabile nel tempo ed è definitivo’ tuttavia spesso provano ‘il forte timore di sbagliare, la paura di coinvolgersi troppo nelle cose, la tentazione di lasciare sempre aperta una piccola via di fuga, che all’occorrenza possa aprire sempre nuovi scenari e possibilità’.

In questo dualismo non è di aiuto la cultura del provvisorio che non offre ‘un clima favorevole alla formazione di scelte di vita stabili con legami solidi, costruiti sulla roccia dell’amore e della responsabilità piuttosto che sulla sabbia dell’emozione. La provvisorietà non fa bene perché crea mente buia e cuore fredda. Non si può bruciare la vita girando, la vita è fatta per camminare, non è un labirinto’.

Il Papa ha ricordato che ‘il cuore dell’essere umano aspira a cose grandi, a valori importanti, ad amicizie profonde, a legami che si irrobustiscono nelle prove della vita anziché spezzarsi. L’essere umano aspira ad amare e ad essere amato, definitivamente. La cultura del provvisorio non esalta la nostra libertà, ma ci priva del nostro vero destino, delle mete più vere ed autentiche. E’ triste arrivare una certa età e scoprire che il nostro cammino è stato fatto per pezzi, tutto nel provvisorio. Non lasciatevi rubare il desiderio di costruire nella vostra vita cose grandi e solide! Non accontentatevi di piccole mete! Aspirate alla felicità, abbiatene il coraggio, il coraggio di uscire da voi stessi e di giocare in pienezza il vostro futuro insieme a Gesù’.

In questo cammino – ha ancora sottolineato il Pontefice – nessuno di noi è solo poiché Dio ‘ci invita per accompagnarci nel cammino, non per sfruttarci o farci schiavi. Solo insieme con Gesù, pregandolo e seguendolo troviamo chiarezza di visione e forza di portarla avanti. Egli ci ama definitivamente, ci ha scelti definitivamente, si è donato definitivamente a ciascuno di noi. È il nostro difensore e fratello maggiore e sarà l’unico nostro giudice. Com’è bello poter affrontare le alterne vicende dell’esistenza in compagnia di Gesù, avere con noi la sua Persona e il suo messaggio! Egli non toglie autonomia o libertà; al contrario, irrobustendo la nostra fragilità, ci permette di essere veramente liberi, liberi di fare il bene, forti di continuare a farlo, capaci di perdonare e capaci di chiedere perdono’.

Dio infatti – ha ribadito il Papa – ‘non si stanca di perdonare. Egli perdona definitivamente, cancella e dimentica il nostro peccato se ci rivolgiamo a Lui con umiltà e fiducia. Egli ci aiuta a non scoraggiarci nelle difficoltà, a non considerarle insormontabili; e allora, fidandoci di Lui, getterete nuovamente le reti per una pesca sorprendente e abbondante, avrete coraggio e speranza anche nell’affrontare le difficoltà derivanti dagli effetti della crisi economica. Il coraggio e la speranza sono doti di tutti ma in particolare si addicono ai giovani. Il futuro è nelle mani di Dio, e Gesù ci assicura che sono le mani di un Padre provvidente. Questo non significa negare le difficoltà e i problemi, ma vederli, questi sì, come provvisori e superabili. Le difficoltà, le crisi, con l’aiuto di Dio e la buona volontà di tutti possono essere superate, vinte, trasformate’.

Prima di concludere il suo discorso, Papa Francesco è tornato ancora una volta sul dramma della disoccupazione giovanile. ‘E’ triste – ha detto – trovare giovani né-né. Che non studiano, né lavorano. Questa è la sfida che come comunità dobbiamo vincere, andare avanti per vincerla. Non dobbiamo rassegnarci a perdere una intera generazione, il lavoro ci dà dignità e tutti dobbiamo far tutto perché non si perda una generazione di giovani. Serve la nostra creatività, i giovani devono sentire la gioia della dignità del lavoro. Una generazione senza lavoro è una sconfitta per la Patria e l’umanità. Troviamo una via di aiuto e solidarietà. I giovani hanno speranza, coraggio e capacità di essere solidali. La solidarietà non è una parolaccia. E’ una parola cristiana!’.

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