La prima scuola galleggiante per i bambini poveri della Nigeria
La Makoko floating school è la nuova palafitta che accoglierà circa cento bambini di uno dei quartieri più poveri di Lagos. Una “zattera” economica ed ecologica che potrebbe diventare un modello per intere comunità costiere. Infatti La Makoko Floating School è solo la prima fase di un progetto più ampio, che insieme alle scuole galleggianti prevede la costruzione di case singole che seguono la sua stessa linea formale, in grado di collegarsi l’una all’altra o di galleggiare autonomamente. L’obiettivo finale è consentire lo sviluppo di una vasta comunità sull’acqua, con accesso alle dotazioni sanitarie, ad acqua purificata e a strutture per lo smaltimento dei rifiuti. La Makoko floating school è la scuola galleggiante progettata dall’architetto nigeriano Kunle Adeyemi. Makoko è una parte della città abitata da pescatori che per lo più vivono su palafitte. La zona, trovandosi in riva all’oceano, vive in costante pericolo di inondazioni.
Proprio dall’idea di palafitta è partito lo studio di architettura Nlé Architets che ora punta all’idea grandiosa di un’intera comunità galleggiante. La struttura infatti si può adattare a qualsiasi funzione, dalla casa all’ospedale, e per di più è completamente sostenibile dai materiali utilizzati al fabbisogno energetico. Sono infatti stati installati dei pannelli fotovoltaici, un sistema di recupero delle acque piovane e inoltre è stato creato uno spazio verde comune ed un piccolo parco giochi. Il tutto ad un prezzo accessibilissimo di appena 6 mila euro.
La “Floating School” di Makoko è un edificio sostenibile al cento per cento, dai materiali scelti all’attenzione per l’uso di fonti rinnovabili. La composizione generale del progetto è una sezione triangolare “A-Frame”, con le aule situate al secondo livello e un’ulteriore aula a cielo aperto sotto il tetto. L’iniziativa punta a garantire un educazione paritaria ai bambini del quartiere, uno dei più poveri della città. ed offre anche “una possibile soluzione al problema dello sfratto selvaggio degli abitanti delle baraccopoli. “Un colpo fatale ad una serie di appetiti speculativi nascosti dietro improbabili progetti di riqualificazione del lungomare di Lagos”, cosi racconta un giornalista in un articolo del periodico “Africa”.