Papa Francesco: fiducia e speranza per il Medio Oriente e l’unità dei cristiani

Condividi su...

Dopo Karekin II oggi il Papa ha ricevuto una altro importante rappresentante della Chiesa ortodossa armeno, il  Catholicos Pedros Keshishian di Cilicia. 

Un colloquio e una preghiera comune poi un discorso con la vicinanza di Papa Francesco per le sofferenze che nella storia la Chiesa Apostolica Armena ha affrontato: “si è trovata costretta a diventare un popolo pellegrino, sperimentando così in modo del tutto singolare il proprio essere in cammino verso il Regno di Dio. La storia di emigrazione, persecuzione e martirio di così numerosi fedeli ha lasciato ferite profonde nei cuori di tutti gli Armeni. Le dobbiamo vedere e venerare come ferite del corpo stesso di Cristo: proprio per questo esse sono anche causa di incrollabile speranza e di fiducia nella misericordia provvidente del Padre.”

E di fiducia e speranza il Papa ha parlato come unica vera speranza per il Medio Oriente
“ne abbiamo tanto bisogno. Ne hanno bisogno i fratelli cristiani del Medio Oriente, in particolare coloro che vivono in zone martoriate dal conflitto e dalla violenza. Ne abbiamo bisogno anche noi, cristiani che non dobbiamo affrontare tali difficoltà, ma che spesso rischiamo di perderci nei deserti dell’indifferenza e della dimenticanza di Dio, o di vivere nel conflitto tra fratelli, o di soccombere nelle nostre battaglie interiori contro il peccato. Come seguaci di Gesù dobbiamo imparare a portare con umiltà gli uni i pesi degli altri, aiutandoci così a vicenda ad essere più cristiani, più discepoli di Gesù.”

Il Catholicos Pedros Keshishian è nato a Beirut nel 1947, ordinato prete nel 1968 è stato consacrato vescovo ad Antelias il 22 agosto 1980. Nei successivi quindici anni, fino al 1995, è stato vescovo di Beirut della Chiesa Apostolica Armena. Dopo alcuni anni di lavoro pastorale come Presidente del Comitato Centrale del Consiglio ecumenico delle Chiese, il 28 giugno 1995 è stato eletto Catholicos di Cilicia. Attualmente risiede ad Antelias, una città a 5 km a nord di Beirut, in Libano.

Il Catholicos aveva incontrato Benedetto XVI il 24 novembre 2008. Papa Ratzinger nel suo discorso aveva parlato del dialogo fra le Chiese ortodosse orientali e la Chiesa cattolica che “ha beneficiato in maniera significativa della presenza dei suoi delegati armeni. Dobbiamo sperare che questo dialogo prosegua poiché promette di chiarire questioni teologiche che ci hanno diviso in passato, ma che ora sembrano aperte a un maggiore consenso.”

Aram I aveva ricordato il martirio del popolo armeno: “Il genocidio è un fatto storico acclarato che non esige ulteriori definizioni, tuttavia bisogna andare oltre. Riconoscere il genocidio in cui furono massacrati 1,5 milioni di Armeni, serve a prevenire che succedano altre tragedie simili. E’ un fatto di giustizia, di pace e di riconciliazione. Che il Papa non abbia mai citato la parola genocidio per noi non è un problema”.  Tra le proposte di Aram II anche “la celebrazione della Pasqua comune che – ha spiegato – sarebbe un segno di unità visibile delle Chiese. Non ci sono particolari questioni dottrinali da superare ma solo problemi di calendario”.

 

 

151.11.48.50