Papa Francesco: Gesù porta in cielo il prezzo del nostro perdono

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“Gesù rimane presente e operante nelle vicende della storia umana con la potenza e i doni del suo Spirito; è accanto a ciascuno di noi: anche se non lo vediamo con gli occhi, Lui c’è!” Papa Francesco ha commentato così la pagina del Vangelo che racconta la Ascensione al cielo di Gesù. La solennità si celebra tradizionalmente il giovedì, ma in in Italia e in altri paesi la liturgia è stata spostata alla domenica seguente, quaranta giorni dopo la Pasqua. Il Papa ha riflettuto sulla parole del Vangelo di Matteo che “riporta il mandato di Gesù ai discepoli: l’invito ad andare, a partire per annunciare a tutti i popoli il suo messaggio di salvezza.” Non una separazione quindi ma un invio. “Con la sua ascensione, il Signore risorto attira lo sguardo degli Apostoli, e anche il nostro sguardo, alle altezze del Cielo per mostrarci che la meta del nostro cammino è il Padre.” Gesù ci accompagna e ci guida “ci prende per mano e ci rialza quando cadiamo. Gesù risorto è vicino ai cristiani perseguitati e discriminati; è vicino ad ogni uomo e donna che soffre, Il Signore è con noi anche oggi qui in Piazza!” E il Papa spiega che Gesù quando va al cielo porta al Padre un regalo, le sue piaghe. Il suo copro è bellissimo senza le le ferite, ma ha conservato le piaghe, e al Padre dice: questo è il prezzo del perdono che da il Padre, e quando il Padre guarda le piaghe di Gesù ci perdona sempre perché lui ha pagato per noi. E quando non dobbiamo avere paura di chiedere perdono. E la presenza di Gesù è nella Chiesa “che Lui ha inviato a prolungare la sua missione.”

Comunità in uscita ha detto il Papa ripetendo un tema a lui caro. “ La comunità cristiana è una comunità “in uscita”, “in partenza”. E voi mi direte: ma le comunità di clausura? Sì, anche quelle, perché sono sempre “in uscita” con la preghiera, con il cuore aperto al mondo, agli orizzonti di Dio. E gli anziani, i malati? Anche loro, con la preghiera e l’unione alle piaghe di Gesù.” Ma, ricorda il Papa “da soli, senza Gesù, non possiamo fare nulla! Nell’opera apostolica non bastano le nostre forze, le nostre risorse, le nostre strutture, anche se sono necessarie. Senza la presenza del Signore e la forza del suo Spirito il nostro lavoro, pur ben organizzato, risulta inefficace.” Per questo ci affidiamo a Maria, e come “Gesù è con noi, cammina con noi” Maria “è la Madre della nostra speranza.” Ieri sera il Papa aveva concluso il mese mariano con la recita del Rosario nei giardini vaticani, nella brevissima riflessione proposta Francesco ha ricordato che Maria è “subito è pronta a darci aiuto quando noi la preghiamo, quando noi chiediamo il suo aiuto e la sua protezione”. “In tanti momenti della vita” in cui abbiamo bisogno – ha proseguito – dobbiamo “ricordare che Lei non si fa aspettare: è la Madonna della prontezza, subito va a servire”.

Dopo la preghiera il Papa ha chiesto a Maria la pace per l’ Ucraina, come pure nella Repubblica Centroafricana. “Rinnovo il mio accorato appello a tutte le parti implicate, perché siano superate le incomprensioni e si ricerchi con pazienza il dialogo e la pacificazione.” Nella giornata dedicata alle comunicazioni sociali il Papa ha ricordato che “i mezzi di comunicazione sociale possono favorire il senso di unità della famiglia umana, la solidarietà e l’impegno per una vita dignitosa per tutti. Preghiamo affinché la comunicazione, in ogni sua forma, sia effettivamente al servizio dell’incontro tra le persone, le comunità, le nazioni; un incontro fondato sul rispetto e sull’ascolto reciproco.” Un ricordo anche per la Beata Madre Speranza: “ La sua testimonianza aiuti la Chiesa ad annunciare dappertutto, con gesti concreti e quotidiani, l’infinita misericordia del Padre celeste per ogni persona.”

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