Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio prende possesso canonico dell’Arcidiocesi di Lecce

Accolto il Santo Padre a San Giovanni Rotondo e ricevuto il pallio del “metropolita”, mons. Domenico Umberto D’Ambrosio lascia il Gargano per trasferirsi nell’arcidiocesi di Lecce. Oggi le celebrazioni ufficiali nel capoluogo salentino. Alle 19, nella cattedrale, il rito del possesso canonico del nuovo arcivescovo metropolita, dopo la solenne concelebrazione in piazza Duomo, con il saluto dell’arcivescovo emerito di Lecce, mons. Cosmo Francesco Ruppi, che ha guidato la diocesi per vent’anni.
“Un’ultima parola di gratitudine, Padre Santo, è mia personale. – aveva detto al papa Mons. D’Ambrosio, lo scorso 21 giugno durante la visita pastorale nei luoghi di Padre Pio – Rendo grazie al Signore per gli anni del servizio episcopale in questa Chiesa (Manfredonia, Vieste San Giovanni Rotondo, ndr) e di ‘custode dell’eredità di San Pio da Pietrelcina’, secondo il mandato ricevuto da Servo di Dio Giovanni Paolo II. Ora nell’obbedienza piena, serena, entusiasta e gioiosa alla sua parola, levo la tenda per andare a piantarla nella Chiesa di Lecce, confortato e sostenuto dalla sua apostolica benedizione”.
Fin dalla mattinata, Mons. D’Ambrosio sarà protagonista di un itinerario “simbolico-pastorale e missionario”, che lo vedrà pellegrino in alcune comunità e parrocchie del nord Salento: San Pietro Vernotico, Torchiarolo, Squinzano, Trepuzzi e Surbo. Giungendo da Manfredonia, sua attuale residenza, prima di arrivare a Lecce, il vescovo porterà il suo saluto ai ragazzi, giovani e adulti di quelle comunità che troverà nel suo percorso. Alle 10, si fermerà per visitare l’Istituto penale nella Casa circondariale di Borgo San Nicola. Nel pomeriggio, alle 17.30, nella Villa comunale, previsto l’incontro con i ragazzi e i giovani della diocesi; alle 18 quello con le istituzioni nell’atrio di Palazzo dei Celestini; alle 18.30 l’incontro con il clero nella chiesa di Sant’Irene dei Teatini.
Tante le attestazioni di stima giunte al nuovo arcivescovo di Lecce. Moltissime le istituzioni e i gruppi pastorali. L’Azione cattolica diocesana di Lecce, aggregazione più antica e numerosa della diocesi, “saluta con gioia, obbedienza e amore il nuovo padre e pastore della Chiesa di Lecce, S.E. Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio. – si legge in una nota – Le migliaia di ragazzi, giovani e adulti dell’Associazione rinnovano l’impegno a spendersi nel servizio umile ed entusiasta alla Chiesa e al Mondo, secondo il nuovo impulso spirituale e pastorale impresso dalla nuova guida della diocesi.”
“Negli incontri preparatori di questi mesi, – continua la nota – i responsabili di Ac hanno trovato nel padre Domenico Umberto una guida attenta alle ansie e agli slanci pastorali della più antica e radicata aggregazione laicale diocesana.”
“Abbiamo accompagnato con la preghiera questo tempo – spiega Massimo Vergari, presidente diocesano dell’Azione cattolica di Lecce – affinchè all’episcopato di Mons. D’Ambrosio non manchi l’impronta dell’umiltà e della generosità, un grande amore per la nostra comunità, la testimonianza di carità e di speranza e ogni coraggiosa profezia proveniente dalla verità del Vangelo”.
Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio è nato a Peschici del Gargano il 15 settembre del 1941, è stato ordinato presbitero il 19 luglio del 1965. Il 14 dicembre del 1989 monsignor D’Ambrosio è stato eletto vescovo della diocesi di Termoli-Larino e consacrato dal Papa Giovanni Paolo II il 6 gennaio del 1990. Successivamente, il 27 maggio 1999 è stato promosso alla sede arcivescovile metropolitana di Foggia-Bovino e trasferito con lettera apostolica del Santo Padre Giovanni Paolo II, l’8 marzo del 2003, alla guida della chiesa di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. Contemporaneamente è stato nominato anche delegato della Santa Sede per il santuario e le opere di padre Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo. Il 6 aprile del 2009, Benedetto
XVI l’ha promosso arcivescovo metropolita di Lecce.
Lo stemma di monsignor D’Ambrosio, ha come figura principale il pellicano che fin dai primi tempi della Chiesa delle origini è raffigurazione simbolica di Cristo; il motto «Misericors et Fidelis» rimanda alla Lettera agli Ebrei (2,17).