L’anno sacerdotale e la schiavitù dell’usura nelle parole del papa
Dall’Anno Paolino all’Anno Sacerdotale. Nell’udienza generale di oggi il papa ha presentato i temi che saranno al centro delle prossime catechesi con l’auspicio che questa iniziativa sia “un’opportunità di rinnovamento interiore e, conseguentemente, di saldo rinvigorimento nell’impegno per la propria missione”. “La preghiera – ha poi osservato – è il primo impegno, la vera via di santificazione dei sacerdoti, e l’anima dell’autentica pastorale vocazionale”.
Ed ha proseguito: “Chi è il presbitero se non un uomo di unità e di verità, consapevole dei propri limiti e nel contempo, della straordinaria grandezza della vocazione ricevuta, quella cioè di concorrere a dilatare il Regno di Dio fino agli estremi confini della terra?”. Il papa ha poi ricordato che “a fronte di tante incertezze e stanchezze anche nell’esercizio del ministero sacerdotale – è stata la sua esortazione – è urgente il recupero di un giudizio chiaro ed inequivocabile sul primato assoluto della grazia divina”. Al momento dei saluti in italiano, rivolgendosi agli esponenti dell’Associazione interparlamentare “Cultori dell’etica”, il Papa ha sottolineato “l’importanza dei valori etici e morali nella politica”.
Poi, salutando i rappresentanti della Consulta nazionale antiusura ha levato un appello in favore delle vittime di tale flagello sociale: “Auspico che vi sia da parte di tutti un rinnovato impegno per contrastare efficacemente il fenomeno devastante dell’usura e dell’estorsione, che costituisce una umiliante schiavitù. Non manchi anche da parte dello Stato un adeguato aiuto e sostegno alle famiglie disagiate e in difficoltà, che trovano il coraggio di denunciare coloro che approfittano della loro spesso tragica condizione”.