Papa Francesco e il Re di Giordania: lavoriamo insieme per la pace

Piuttosto formale l’arrivo di Papa Francesco all’aeroporto di Amman. Lo schieramento della guardia d’onore, la stretta di mano con il Principe Ghazi bin Muhammed, l’omaggio di una orchidea nera simbolo del regno hascemita, da parte di due bambini, e poi il colloquio nel padiglione reale dell’aeroporto di Amman. Un gruppo di cristiani a islamici con i quali il Papa ha parlato a lungo grazie all’aiuto di un interprete, un frate francescano.
Sette minuti e poi via per la tappa successiva, la cerimonia ufficiale di benvenuto al Palazzo reale di Amman e l’incontro con la famiglia reale. Imponente la scorta che il Regno di Giordania ha usato per la protezione del Papa, pochissime le persone che sono riuscite ad essere ai bordi delle strade. Qualcuno ha degli striscioni di benvenuto, ma la sicurezza è altissima. La folla è attesa nella messa che il Papa celebra nel pomeriggio nello stadio di Amman.
Essenziale anche l’arrivo al complesso del Palazzo reale per il colloquio privato che si è protratto per circa mezz’ora con la famiglia reale, il re di Giordania Re Abdullah II è quarto sovrano ascemita dal 1946 ad oggi. Appartiene “alla 43ma generazione discendente diretta dal profeta Maometto”. È nato il 30 gennaio 1962 ed è salito sul trono della Giordania il 7 febbraio del 1999. Il 10 giugno 1993 ha sposato Tulkarem Rania al-Yāsīn, palestinese, la coppia ha quattro figli: il Principe Husayn (28 giugno 1994), disegnato erede al trono in quanto primogenito il 26 settembre 2004, la Principessa Imān (27 settembre 1996), la Principessa Salma (26 settembre 2000) e il Principe Hāshim (30 gennaio, 2005).
Fu suo padre, Re Hussein I, poco prima di morire colpito da un cancro, a scegliere Abdullah come suo legittimo successore quando aveva 37 anni. La regina Rania è figlia di genitori palestinesi ed è nata in Kuwait il 31 agosto 1970. Ha conosciuto nel gennaio 1993 quando era ancora principe. Qualche mese dopo, la coppia fece l’annuncio ufficiale del proprio fidanzamento e il 10 giugno 1993 si sono sposati. Quando il marito è salito al trono, Rania ha assunto il titolo di Regina. Dall’inizio delle sue funzioni pubbliche si è sempre battuta in favore di progetti e cause che favoriscono la promozione delle donne occupandosi inoltre della condizione dell’infanzia non solo nel suo Paese. Il Primo Ministro Abdullah Ensour è un prestigioso economista giordano, è il Primo Ministro della Giordania da ottobre 2012.
Nel salone dei ricevimenti, alla presenza di circa 300 ospiti, si è svolto lo scambio dei discorsi.
Il Papa parla subito dei rifugiati “palestinesi, iracheni e provenienti da altre aree di crisi, in particolare dalla vicina Siria, sconvolta da un conflitto che dura da troppo tempo. Tale accoglienza merita la stima e il sostegno della comunità internazionale. La Chiesa Cattolica, secondo le sue possibilità, vuole impegnarsi nell’assistenza ai rifugiati e a chi vive nel bisogno, soprattutto tramite Caritas Giordania.” Poi prosegue chiedendo la soluzione pacifica per la Siria “nonché una giusta soluzione al conflitto israeliano-palestinese.”
Rispetto e stima poi per la comunità Musulmana, lei, ha detto rivolto al re, “è noto come un uomo di pace e artefice della pace.” Un “apprezzamento per il ruolo di guida svolto da Sua Maestà il Re nel promuovere una più adeguata comprensione delle virtù proclamate dall’Islam e la serena convivenza tra i fedeli delle diverse religioni. Esprimo riconoscenza alla Giordania per aver incoraggiato diverse importanti iniziative a favore del dialogo interreligioso per la promozione della comprensione tra Ebrei, Cristiani e Musulmani, tra le quali quella del “Messaggio Interreligioso di Amman” e per aver promosso in seno all’ONU la celebrazione annuale della “Settimana di Armonia tra le Religioni”.
Papa Francesco si è rivolto ai cristiani “presenti nel Paese fin dall’età apostolica, offrono il loro contributo per il bene comune della società nella quale sono pienamente inserite. Pur essendo oggi numericamente minoritarie, esse hanno modo di svolgere una qualificata e apprezzata azione in campo educativo e sanitario, mediante scuole ed ospedali, e possono professare con tranquillità la loro fede, nel rispetto della libertà religiosa, che è un fondamentale diritto umano e che auspico vivamente venga tenuto in grande considerazione in ogni parte del Medio Oriente e del mondo intero.”
Il Papa ha citato poi la Esortazione Apostolica di Benedetto XVI, ed ha concluso: “I cristiani si sentono e sono cittadini a pieno titolo ed intendono contribuire alla costruzione della società insieme ai loro concittadini musulmani, offrendo il proprio specifico apporto.”
Le ultime parole del discorso del Papa sono state per la pace “con l’auspicio che questa visita contribuisca ad incrementare e promuovere buone e cordiali relazioni tra Cristiani e Musulmani.” Poi ha aggiunto: “E che il Signore ci difenda tutti da quella paura del cambiamento al quale ha fatto riferimento il Re.”
Il Re giordano aveva ricordato nel suo discorso che il Papa ha sempre ricordato che il suo pontificato ha lo scopo di costruire ponti, e ha riaffermato che un Islam che vive con grazia ed armonia con tutti, la Giordania è un esempio di convivenza ed accoglienza tra cristiani e musulmani. Ed ha concluso con l’invito a lavorare insieme per il bene dell’umanità contribuendo al problema dei rifugiati siriani e a trovare accordi di pace anche per uno stato per i palestinesi.
Il Papa ora si reca allo stadio per incontrare i cattolici.