I giovani italiani: l’Europa non funziona

Condividi su...

I giovani italiani bocciano le istituzioni europee e sperano in un senso di appartenenza ancora da consolidare, secondo i dati emersi dalla ricerca promossa dall’Istituto Toniolo, in collaborazione con l’Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo, su come i giovani italiani considerano l’Europa, presentati nella Curia arcivescovile di Milano.

Infatti il 58% degli intervistati concorda con l’affermazione che l’Unione Europea appare un esperimento sostanzialmente fallito. Chi la boccia senza appello è uno su quattro (il 22,4% è ‘Del tutto d’accordo’ con tale affermazione) ma molti sono i dubbiosi (35% chi si dichiara ‘Abbastanza d’accordo’). Se prevale la bocciatura e l’insoddisfazione sull’idea di Europa unita come è stata realizzata sinora, la maggioranza degli intervistati auspica un rilancio e vedrebbe positivamente (60% dei maschi e 54% delle femmine) un’evoluzione del progetto europeo che porti alla creazione degli Stati Uniti d’Europa.

In ogni caso solo il 15% è del tutto convinto che il processo di integrazione europea non abbia futuro. Dalla ricerca è emerso che i giovani bocciano le istituzioni europee: se nei giovani esiste la visione e il desiderio di un processo europeo che arrivi a piena realizzazione, prevale attualmente un giudizio negativo sull’attuale guida, non considerata all’altezza delle sfide che l’Europa ha davanti.
La responsabilità di un esperimento che una larga parte considera fallito, viene quindi soprattutto attribuita all’inadeguatezza delle istituzioni politiche.

Quindi i giovani italiani hanno affermato che occorre consolidare il senso di appartenenza: infatti, l’Europa è vista ancora come un insieme di realtà eterogenee, con un processo di integrazione ancora incompiuto. Gli stessi giovani italiani nell’esprimere il loro grado di vicinanza ai vari Paesi, sentono una forte prossimità con la Spagna, ma nella maggioranza percepiscono ancora una certa distanza da Francia e Regno Unito. Ancora più lontana è la Germania, mentre vedono come realtà molto diverse dalla propria i Paesi scandinavi e l’Est Europa.

In ogni caso, solo una minoranza di giovani non si sente per nulla o poco cittadino europeo. Quindi pur bocciando il progetto per come sinora è stato sinora realizzato, per i giovani l’Europa ha saputo comunque produrre un’azione positiva per gli stati membri e i singoli cittadini. Soprattutto per i più giovani la possibilità di spostarsi liberamente è una conquista positiva. La mobilità interna favorita dall’Unione è considerata positivamente dalla maggioranza degli intervistati, soprattutto tra i più giovani. Favorevolmente è visto anche l’impulso dato alla circolazione di merci e gli scambi economici.

Una funzione riconosciuta è anche quella di aver quella di aver promosso l’integrazione tra culture diverse. Mentre nel bilancio negativo i giovani mettono lo scarso successo nel promuovere l’occupazione, ancor più sentito come limite in periodo di crisi, e gli effetti della moneta unica a cui è associato per l’Italia uno scadimento del potere d’acquisto anche se uno degli effetti è anche l’aver reso più agevole la mobilità di persone e beni. Però nel complesso la maggioranza dei giovani intravede le potenzialità che l’Europa può avere, superando resistenze e ostacoli.

Senza cancellare le differenze, anche linguistiche (solo uno su tre vorrebbe una lingua comune), l’Europa secondo gli intervistati dovrebbe far diventare più solido il progetto di unione dotandosi di una forza militare comune in grado di intervenire rapidamente nei conflitti internazionali, ma ancor più deve essere in grado di esprimere una posizione comune sui temi di politica internazionale. L’azione più auspicata è però quella di una politica sociale comune ed efficace sui temi del mercato del lavoro e del welfare.

Per i giovani sono tre i valori distintivi dell’Europa: cultura, libertà e la religione cristiana, indicata da poco più del 40% degli intervistati. Infine i giovani desiderano costruire una propria famiglia (il 76% dei giovani intervistati afferma che la famiglia tiene, non rinuncia a pensare di poterne formare una propria); nonostante i bassi tassi di occupazione e il deterioramento delle offerte di lavoro, i giovani non sono rassegnati ma cercano di reagire come possono; mentre bocciano i partiti attuali (circa il 91% degli intervistati li respinge senza appello), e tuttavia solo una minoranza esclude del tutto la possibilità di impegnarsi attivamente in politica per migliorare il contesto in cui vive.

Rispetto agli altri cittadini europei gli italiani credono meno nelle Istituzioni europee, anche secondo l’Eurobarometro: solo il 40% contro il 51%. Comunque la maggioranza degli italiani (53%) e degli europei (52%) si esprime a favore dell’Unione economica e monetaria con la moneta unica e la fiducia degli italiani nella Bce (Banca Centrale Europea) cresce dal 28% al 31%.

151.11.48.50