Bagnasco: Famiglia, lavoro, immigrazione, ecco le indicazioni della CEI

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Ad aprire i lavori della seconda giornata della Assemblea della CEI è stato il cardinale presidente Angelo Bagnasco. Il suo intervento è stato il seguito naturale di quello del Papa che aveva tracciato le grandi linee della vita dei vescovi e posto l’attenzione su tre temi: lavoro, famiglia, immigrazione. Di quì è partito il  cardinale entrando nel dettaglio. 

Parte della relazione è stata dedicata alla lavoro per il rinnovo dello statuto. “Vogliamo aiutarci- ha detto Bagnasco- ad essere sempre più – come Conferenza – «spazio vitale di comunione» che si nutre di ascolto, di relazioni di prossimità e di condivisione all’interno e tra Conferenze Regionali”, ha sottolineato il Cardinale Presidente, invitando alla “ricerca della migliore sintesi possibile”.

Il discorso del Papa ha detto il Presidente della CEI “andrà meditato e fatto nostro ben oltre l’emozione o la cronaca del momento”. Il cardinale ha richiamato la realtà dei migranti – con l’evidenza di “tante realtà diocesane e parrocchiali,Caritas, Migrantes e tante Associazioni cresciute negli anni, impegnate quotidianamente sul fronte dell’accoglienza, dell’assistenza, della tutela dei cittadini stranieri, della loro dignità e sicurezza” – rivolgendo un pressante appello “alla politica e, specialmente, alla politica europea”, affinché siano accordate “vita e dignità a chi è in fuga dalla fame, dalla guerra, da regimi che soffocano la libertà politica, religiosa e ogni prospettiva di futuro”.

Altro ambito da “abitare”, il mondo del lavoro: “Facciamo appello alla responsabilità di tutti – ha detto il Card. Bagnasco –: in particolare chiediamo a chi ne ha la possibilità di tornare a investire con coraggio, accettando di affrontare i rischi di questa stagione, senza attendersi – specie nel breve tempo – grandi ritorni. Nel contempo, chiediamo che siano reali, efficaci e veloci le misure di agevolazione fiscale agli imprenditori disposti a coinvolgersi per creare lavoro”.

Infine e innanzitutto, la famiglia costituisce un luogo che “non è dato di disertare”: essa, infatti, “genera quel «capitale umano» senza il quale non solo non vi è possibilità di benessere, ma – prima ancora – di società e di futuro. Nel suo seno si mettono insieme risorse, che in questa stagione di crisi si sono rivelate indispensabili, oltre a costituire un incalcolabile fattore di risparmio per lo Stato; ma, ancor prima e più ancora, in essa ognuno ritrova valori, fiducia e coraggio per portare la vita”. Di qui il richiamo “alle Autorità responsabili di avviare politiche che esprimano un sì convinto alla «famiglia senza surrogati»; politiche attente a renderne meno difficile e gravosa la formazione, quindi la generazione e l’educazione dei figli – specie se malati – la cura e l’assistenza degli anziani”.

E, visto che “snaturare la famiglia significa scendere nel più profondo”, il Presidente ha chiesto che essa, “fondata sul matrimonio, non sia messa sotto scacco da una cultura insistente e monocorde, che pretende di «ridefinire» il volto stesso dell’amare favorendone la fragilità, anziché aiutarlo a superare – anche per il bene dei figli – le inevitabili prove”.

 

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