In Laterano l’oratorio per Papa Roncalli

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A tre settimane dalla canonizzazione di papa Giovanni XXIII, sabato 17 maggio la Basilica Lateranense ospiterà un importante evento dov’è prevista anche la presenza del vescovo di Bergamo Francesco Beschi. Alle 20.30 è in programma l’oratorio musicale dedicato al santo vescovo di Roma e pontefice bergamasco. L’ingresso è libero. L’opera, dal titolo “Venne un uomo mandato da Dio. Il suo nome era Giovanni”, è la stessa eseguita in prima mondiale il 22 febbraio scorso nell’auditorium del Seminario Vescovile di Bergamo.

L’oratorio musicale composto e diretto dal Maestro monsignor Marco Frisina verrà replicato nella Basilica di San Giovanni in Laterano dal Coro della Diocesi di Roma insieme ai giovani coristi e orchestrali del Conservatorio “Gaetano Donizetti” di Bergamo, grazie al sostegno e alla collaborazione della Fondazione MIA, della Fondazione Credito Bergamasco e dell’Immobiliare Percassi. L’iniziativa è della Diocesi di Bergamo e della Fondazione Papa Giovanni. Sui rispettivi siti internet (www.diocesibg.it e www.fondazionepapagiovannixxiii.it) è possibile visionare le fasi salienti della preparazione e dell’esecuzione dell’opera attraverso uno speciale “real time”.

L’oratorio utilizza citazioni bibliche e liturgiche particolarmente amate da Roncalli e da lui citate e pregate spesso in lingua latina. Ad esse si aggiungono stralci significativi del Giornale dell’anima e di altri scritti roncalliani. Il testo, a cura della Fondazione Papa Giovanni XXIII, è stato musicato appositamente dal Maestro Marco Frisina. Fondatore e direttore del Coro della Diocesi di Roma dal 1984, monsignor Frisina ha collaborato al progetto internazionale della Rai “Bibbia” sia come consulente biblista che come autore delle musiche dei film prodotti. Ha composto oltre venti Oratori sacri ispirati a personaggi biblici o alla vita di grandi santi.

Accanto al Maestro Frisina, e al Coro della Diocesi di Roma, che quest’anno festeggia i suoi trent’anni di servizio alla Chiesa di Roma, protagonisti principali dell’opera musicale saranno i giovani orchestrali e i coristi del Conservatorio Musicale “Gaetano Donizetti” di Bergamo. Aderendo con entusiasmo a questa iniziativa, il Conservatorio cittadino e il suo Direttore Emanuele Beschi hanno messo generosamente a disposizione la propria competenza e professionalità, convinti di poter dimostrare anche in questa occasione il forte contributo che la musica può offrire alla vita culturale e spirituale della città e non solo. L’oratorio dedicato a Papa Giovanni XXIII è una composizione musicale d’ispirazione religiosa, ma non liturgica, con trama compiuta, presentata in forma narrativa ma senza rappresentazione scenica, mimica e personaggi in costume.

La forma musicale dell’oratorio prende il nome dall’oratorio della tradizione filippina, il piccolo locale in cui già tra il 1500 e 1600 si svolgevano i cosiddetti “esercizi dell’oratorio”, riunioni di fedeli durante i quali si pregava, si compivano esercizi spirituali e si cantava. “Il testo e le musiche di questo oratorio – sottolinea il Direttore della Fondazione Papa Giovanni XXIII don Ezio Bolis – vogliono evidenziare alcuni tratti della figura umana e spirituale di Papa Giovanni a partire dai suoi scritti e dal temperamento che milioni di persone, credenti e non credenti, hanno conosciuto e apprezzato”. Le tre parti in cui è diviso l’oratorio rappresentano tre momenti della vita profetica di Papa Giovanni. L’inizio della prima parte è caratterizzato dalla domanda di Cristo: “Mi ami tu?” e dalla sua proposta: “Seguimi!”.

Queste parole ritorneranno nello svolgersi dell’oratorio; esse rappresentano l’intima dinamica della fede di Roncalli: mettersi alla sequela di Cristo e amarlo facendolo amare. La seconda parte mostra la dedizione di Papa Giovanni alla Chiesa, passione che diventa intraprendenza e coraggio nella convocazione del Concilio, con gli occhi rivolti alla riforma e alla crescita della comunità ecclesiale, con la carità verso i piccoli e i poveri. Questa parte si conclude con una delle preghiere mariane più amate da papa Giovanni: “Ave mundi spes”, in cui Maria è vista come speranza del mondo, come rifugio sicuro in tempi difficili e dolorosi. La terza parte è incentrata sull’amore che nasce dall’umiltà, dall’adesione alla Croce del Signore e che si allarga dolcemente ai fratelli divenendo esso stesso evangelizzazione e salvezza; l’inno “Ubi charitas” sintetizza tutto questo.

L’oratorio termina con l’eco del “Mi ami tu?” iniziale e con il Cantico di Simeone, “Ora lascia o Signore che il tuo servo vada in pace…”, è il congedo dal mondo vissuto nella pace e nella gioia di chi ha compiuto il suo cammino di fede tutto orientato verso la luce, con il cuore già in paradiso”. Con la sua efficacia, questo linguaggio musicale può far giungere anche al grande pubblico, in particolare ai giovani, l’altissimo messaggio spirituale di Giovanni XXIII. Infatti “la musica – secondo le autorevoli e splendide parole di Papa Paolo VI – “è la più immateriale e arcana espressione d’arte”; essa “può avvicinare l’anima fino ai confini delle più alte esperienze spirituali”.

La musica “ha la sua grande parola da dire davanti al mondo di oggi; ha il compito tremendo e affascinante di interpretarne le aspirazioni, le inquietudini, il brivido di assoluto; di placarne con un messaggio di serenità le oscure crisi di pensiero e di sentimento; di temperare l’aridità e il freddo in cui lo possono avvolgere i pur raffinati strumenti del suo tecnicismo; ha una missione da svolgere in nome dei valori umani più alti e veri e duraturi, quasi per una propedeutica alle ardue conquiste dello spirito” (A professori e alunni del Conservatorio musicale di Milano, 29 marzo 1965).

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