Papa Francesco agli Istituti secolari: poveri, in cammino e pieni di gioia
“Voi fate parte di quella Chiesa povera e in uscita, che sogno!” Il Papa ha ricevuto con toni entusiastici il partecipanti all’Incontro promosso dalla Conferenza Italiana degli Istituti Secolari. Laici e religiosi che vivono una vita ordinaria in mezzo agli altri, segno della Chiesa dialogante di cui parla Paolo VI nell’Enciclica Ecclesiam suam con quel “Non si salva il mondo dal di fuori” ma ci si deve immedesimare “nelle forme di vita di coloro a cui si vuole portare il messaggio di Cristo.” Il Papa no ha letto il testo preparato, che ha consegnato, e ha preferito improvvisare.
“Ricordatevi- ha detto- che il Signore ci ha parlato del seme del grano, la vostra vita e’ come il seme del grano, il lievito, che sta li’, occorre fare tutto il possibile perche’ il regno venga, cresca, sia grande e anche custodisca tanta gente”. “Pensate – ha aggiunto – questa piccola vita, questo piccolo gesto, questa vita normale, ma e’ il lievito, e’ il seme che fa crescere, e questo vi dara’ consolazione, i risultati in questo bilancio sul regno di Dio non si vedono, i risultati non si vedono, soltanto il Signore vi fa percepire qualcosa, piccolina, vedremo, i risultati lassu’ e per questo e’ importante che voi abbiate tanta speranza. E’ una grazia – ha proseguito – che voi dovete chiedere al Signore sempre la speranza, la speranza che va avanti, che non delude, e vi consiglierei di leggere molto spesso li capitolo decimo della lettera agli ebrei, a proposito della speranza, imparate che tanti padri nostri hanno fatto questo cammino e non hanno visto i risultati ma li hanno salutati da lontano, la speranza e’ quello che vi auguro, grazie tante per quello che fate nella chiesa, per la preghiera, l’azione e per la speranza e non dimenticate eh, siate rivoluzionari”.
Il Papa ha ricordato che la nascita degli Istituti Secolari è legata a Pio XII che “ha pensato questo, e poi la Provida Mater Ecclesia, è stato un gesto rivoluzionario nella Chiesa. Gli istituti secolari sono proprio un gesto di coraggio che ha fatto la Chiesa in quel momento; dare struttura, dare istituzionalità agli istituti secolari. E da quel tempo fino ad ora è tanto grande il bene che voi fate nella Chiesa, con coraggio perché c’è bisogno di coraggio per vivere nel mondo. Tanti di voi soli, nel vostro appartamento vanno, vengono; alcuni in piccole comunità. Tutti i giorni, fare la vita di una persona che vive nel mondo, e nello stesso tempo custodire la contemplazione, questa dimensione contemplativa verso il Signore e anche nei confronti del mondo, contemplare la realtà, come contemplare le bellezze del mondo, e anche i grossi peccati della società, le deviazioni, tutte queste cose, e sempre in tensione spirituale… Per questo la vostra vocazione è affascinante, perché è una vocazione che è proprio lì, dove si gioca la salvezza non solo delle persone, ma delle istituzioni. E di tante istituzioni laiche necessarie nel mondo. Per questo io penso così, che con la Provida Mater Ecclesia la Chiesa ha fatto un gesto davvero rivoluzionario!”
Nel testo consegnato il Papa ha ricordato che la vocazione degli istituti secolari è quella di essere “interessati ad ogni uomo e alle sue istanze più profonde, che spesso restano inespresse o mascherate.” Ecco allora che il mandato del Papa quel “passare accanto ad ogni uomo e farvi prossimo di ogni persona che incontrate; perché il vostro permanere nel mondo non è semplicemente una condizione sociologica, ma è una realtà teologale che vi chiama ad uno stare consapevole, attento, che sa scorgere, vedere e toccare la carne del fratello.” Attenti a non essere distratti, a non “frequentate solo il mondo che vi fa più comodo o che più vi alletta” perché “la vostra è una vocazione per sua natura in uscita, non solo perché vi porta verso l’altro, ma anche e soprattutto perché vi chiede di abitare là dove abita ogni uomo.”
Un impegno che permette di “ridare speranza ai giovani, aiutare gli anziani, aprire strade verso il futuro, diffondere l’amore in ogni luogo e in ogni situazione.” Ma dice il Papa “Se questo non accade, se la vostra vita ordinaria manca di testimonianza e di profezia, allora, torno a ripetervi, è urgente una conversione!” Poi Francesco ripete alcune delle metafore da lui più amate: “Non perdete mai lo slancio di camminare per le strade del mondo, la consapevolezza che camminare, andare anche con passo incerto o zoppicando, è sempre meglio che stare fermi, chiusi nelle proprie domande o nelle proprie sicurezze.” É la passione missionaria che deve animare la vita degli Istituti di vita secolare “la gioia dell’incontro con Cristo che vi spinge a condividere con gli altri la bellezza della fede, allontana il rischio di restare bloccati nell’individualismo. Il pensiero che propone l’uomo come artefice di se stesso, guidato solo dalle proprie scelte e dai propri desideri, spesso rivestiti con l’abito apparentemente bello della libertà e del rispetto, rischia di minare i fondamenti della vita consacrata, specialmente di quella secolare.”
L’invito del Papa è a riscoprire la forza del carisma iniziale e “ la responsabilità di essere profezia come comunità, di ricercare insieme, con umiltà e con pazienza, una parola di senso che può essere un dono per il Paese e per la Chiesa, e di testimoniarla con semplicità. Voi siete come antenne pronte a cogliere i germi di novità suscitati dallo Spirito Santo, e potete aiutare la comunità ecclesiale ad assumere questo sguardo di bene e trovare strade nuove e coraggiose per raggiungere tutti.” Poveri, in cammino e pieni di gioia.
Il Papa nel suo inconfondibile stile ha detto anche: “gridate per questi due come il popolo nel 2005 ha gridato ‘santo subito’ e poco dopo e’ stato fatto santo, gridate anche voi per questi due”, alludendo alle cause canoniche di Giorgio La Pira e Armida Barelli.