Il Papa all’ONU: ‘Necessaria mobilitazione etica mondiale’

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‘San Giovanni XXIII e San Giovanni Paolo II ci ispirano con la loro passione verso lo sviluppo integrale della persona umana e verso la comprensione tra i popoli’. Con queste parole stamane Papa Francesco si è rivolto Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon e agli alti dirigenti degli Organismi, dei Fondi e dei Programmi dell’ONU e delle Organizzazioni specializzate, ricevuti nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano.

Ringrazio l’ONU – ha aggiunto Papa Bergoglio – ‘per i grandi sforzi realizzati a favore della pace mondiale e del rispetto della dignità umana, della protezione della persona, specialmente dei più poveri o più deboli, e dello sviluppo economico e sociale armonioso’.

Partendo del presupposto ‘che i popoli meritano e sperano frutti ancor migliori’, il Pontefice ha invitato ad ‘impegnarsi ogni volta di più, poiché ciò che è stato conseguito si assicura soltanto cercando di ottenere ciò che ancora manca’. ‘Nel caso dell’organizzazione politica ed economica mondiale – ha aggiunto il Papa – quello che manca è molto, visto che una parte importante dell’umanità continua ad essere esclusa dai benefici del progresso e, di fatto, relegata a esseri umani di seconda categoria. I futuri Obiettivi dello sviluppo sostenibile dovrebbero, quindi, essere formulati con generosità e coraggio, affinché arrivino effettivamente a incidere sulle cause strutturali della povertà e della fame, a conseguire ulteriori risultati sostanziali a favore della preservazione dell’ambiente, a garantire un lavoro decente per tutti e a dare una protezione adeguata alla famiglia, elemento essenziale di qualsiasi sviluppo economico e sociale sostenibile. Si tratta, in particolare, di sfidare tutte le forme di ingiustizia, opponendosi alla economia dell’esclusione, alla cultura dello scarto e della morte, che, purtroppo, potrebbero arrivare a diventare una mentalità accettata passivamente’.

Ricordando l’episodio evangelico della conversione di Zaccheo, Papa Francesco ha auspicato che ogni azione politica ed economica sia generosa e coraggiosa a tal punto da non lasciare indietro quella parte di ‘umanità scartata’. ‘Questo spirito di solidarietà e di condivisione – si è chiesto ancora Francesco – guida tutti i nostri pensieri e tutte le nostre azioni?’. Necessario pertanto dinanzi alla ‘coscienza della dignità di ogni fratello, la cui vita è sacra e inviolabile dal suo concepimento alla fine naturale’ ‘condividere, con totale gratuità, i beni che la provvidenza ha posto nelle nostre mani, siano essi ricchezze materiali che opere di intelligenza e di spirito, e a restituire con generosità e abbondanza ciò che ingiustamente possiamo aver negato agli altri’.

Aprirsi agli altri – ha proseguito il Pontefice – sia sempre ‘al di sopra dei sistemi e delle teorie economiche e sociali. Il progresso economico e sociale equo si può ottenere solo congiungendo le capacità scientifiche e tecniche a un impegno di solidarietà costante, accompagnato da una gratuità generosa e disinteressata a tutti i livelli. A questo sviluppo equo contribuiranno, pertanto, sia l’azione internazionale, impegnata a conseguire uno sviluppo umano integrale a favore di tutti gli abitanti del pianeta, sia la legittima redistribuzione dei benefici economici da parte dello Stato, sia l’indispensabile collaborazione dell’attività economica privata e della società civile’.

Di fronte a un quadro così complesso – ha concluso Papa Francesco – le Nazioni Unite promuovano ‘una vera mobilitazione etica mondiale che, al di là di ogni differenza di credo o di opinione politica, diffonda e applichi un ideale comune di fraternità e di solidarietà, specialmente verso i più poveri e gli esclusi’.

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