Centesimus annus pro Pontifice: solidarietà e sussidiarietà per lo sviluppo

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“In questo difficile momento, nel quale sono sempre di più le persone e le famiglie che restano senza lavoro, generando nuove disuguaglianze sociali, c’è bisogno di una prospettiva che costituisca un nuovo orizzonte di realtà”. Ha detto Massimo Gattamelata, segretario generale della Fondazione Centesimus Annus – Pro Pontifice, nella giornata di apertura del congresso internazionale “Società buona e futuro del lavoro: possono la solidarietà e la fraternità far parte delle decisioni riguardanti il mondo degli affari?”, in corso di svolgimento nella Città del Vaticano. “Questo orizzonte di realtà può essere rappresentato da tre elementi: creatività, amore per la comunità e senso pratico. La creatività, intesa come capacità di discernere tra le varie opzioni disponibili; l’amore per la comunità, considerata come l’esercizio a creare relazione fra persone e il senso pratico, visto come l’attitudine a tradurre le idee in attività concrete”. Il Santo Padre Francesco, nel discorso alla Fondazione del 25 maggio 2013 aveva avuto occasione di sottolineare che: “ci si è dimenticati e ci si dimentica tuttora che al di sopra degli affari, della logica e dei parametri di mercato, c’è l’essere umano e c’è qualcosa che è dovuto all’uomo in quanto uomo, in virtù della sua dignità profonda: offrirgli la possibilità di vivere dignitosamente e di partecipare attivamente al bene comune. Benedetto XVI ci ha ricordato che ogni attività umana, anche quella economica, proprio perché umana, deve essere articolata e istituzionalizzata eticamente (cfr Lett. enc. Caritas in veritate, 36).

Dobbiamo tornare alla centralità dell’uomo, ad una visione più etica delle attività e dei rapporti umani, senza il timore di perdere qualcosa”. “Riflessioni importanti che ci invitano a considerare che il lavoro non può più essere considerato come fine a se stesso, semplice bene di scambio, ma a consideralo strumento di partecipazione all’opera creativa di Dio” prosegue il segretario generale. “Il lavoro è partecipazione allo sviluppo dei popoli (Populorum Progressio). E’ lo sviluppo di colui, che mi sta accanto, quindi, legato al concetto del ‘prendersi cura’ del prossimo (Sollicitudo Rei Socialis). Il fine ultimo è rendere migliori noi stessi attraverso l’azione umana; ecco perché il lavoro ha valore trascendente di resurrezione; rende umano l’uomo (Laborem Exercens). Dio ci ha affidato il creato e noi siamo chiamati ad utilizzare e valorizzare le risorse attraverso il lavoro”.

“Guardando all’esperienza italiana – conclude Gattamelata – mi piace ricordare ciò che diceva Don Mario Operti, ideatore del Progetto Policoro: Non esistono formule magiche per creare lavoro. Occorre investire nell’intelligenza e nel cuore delle persone”. Il Progetto Policoro, nato nel 1995, rappresenta un’importante esperienza della Chiesa italiana che si pone l’obiettivo di dare una risposta concreta al problema della disoccupazione in Italia, promuovendo e sostenendo l’imprenditorialità giovanile.

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