Patrizio Polisca è il nuovo medico personale del papa

Condividi su...

Va in pensione il medico personale di due papi il professor Renato Buzzonetti. Cardiologo stimatissimo è stato per anni anche il medico personale di Joseph Ratzinger che lo ha voluto al suo fianco anche da pontefice. Ora però all’ ottantenne professore si sostitutisce il dottor Patrizio Polisca che da tempo aveva affiancato Buzzonetti.

Nato l’ 11 dicembre del 1953, medico, specialista in cardiologia, anestesia e rianimazione, U.O.C. Cardiochirurgia Dipartimento di Chirurgia Policlinico Tor Vergata di Roma, Presidente della Consulta Medica della Congregazione delle Cause dei Santi, Polisca diventa uno dei due vice Direttori Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano. Cardiologo del Vaticano fin dal pontificato di Giovanni Paolo II ( che seguì durante gli ultimi ricoveri al Gemelli), originario della provincia di Pesaro-Urbino, Polisca si occupa anche di medicina olistica. 

Nel suo profilo professionale si uniscono competenze tecnico-professionali, ad una profonda sensibilità umana che lo porta a vedere colui che ha di fronte come essere umano, prima ancora che nel ruolo – spesso transitorio – di paziente. Impegnato anche nell’educazione professionale delle nuove generazioni, per portare avanti la ricerca e la pratica medica.

Nell’ edizione domenicale dell’Osservatore Romano appare un suo articolo intitolato ”Guarigioni miracolose? La parola anzitutto ai medici”, nel quale spiega tre l’altro che : “La metodologica attuata in sede di Consulta medica è la stessa che presiede alla ricerca scientifica la quale, prendendo le mosse dalla osservazione, passa alla formulazione dell’ipotesi interpretativa (diagnosi) con le conseguenti deduzioni e infine la verifica, decorso della malattia, sua guarigione o cronicizzazione o exitus. Certamente si tratta di una visione scientifica di stampo realista, consapevole di poter raggiungere una conoscenza reale dei fenomeni naturali attraverso la scoperta delle loro cause, presupponendo la nozione di un universo razionale.”

E conclude che “i criteri stabiliti da Benedetto XIV sottendono, realmente: una forte sproporzione tra la guarigione e la gravità della malattia iniziale che appare inguaribile o difficilmente curabile; il mancato rapporto causale con la terapia praticata; la rapidità della risoluzione; la completezza della guarigione e la stabilità nel tempo della stessa. Questi rappresentano anche al presente il giusto riferimento per il giudizio di non-spiegabilità poiché colgono realmente nella sua sostanza l’inspiegabilità del fenomeno definendo compiutamente una guarigione “non scientificamente spiegabile”. Renato Buzzonetti diventa anrchiatra emerito riportando in auge così un titolo, queello di archiatra appunto, che da tempo era caduto in disuso.

151.11.48.50