Le Acli e la nuova “cittadinanza familiare”. Nascono i “Punti famiglia”
Le Acli propongono un “un nuovo modello di cittadinanza familiare”, e un aiuto concreto, attraverso i nuovi “Punti famiglia”. Saranno più di 200 nel 2010, sparsi in tutto il territorio nazionale. Attualmente ne funzionano 60, grazie ai fondi del 5×1000 destinati all’Associazione.
“Sono spazi organizzati in cui si offrono alle famiglie servizi specifici e occasioni di aggregazione e coinvolgimento diretto”, spiegano le Acli in una nota. “Sono luoghi di incontro e di amicizia – continuano – nei quali le famiglie possano sperimentare e vivere positivamente l’appartenenza ad una comunità, ricevere ed offrire solidarietà, trovare insieme risposte ai bisogni specifici, in una logica di mutuo aiuto e solidarietà interfamiliare».
“Apprezzamento da parte dei Vescovi italiani” è stato espresso dal segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, che ha sottolineato l’importanza della “promozione di un pieno protagonismo familiare”.
Il vescovo ha denunciato per contro “una sorta di cecità del sistema sociale verso la famiglia”, la sua “invisibilità agli occhi dei mass media, delle istituzioni politiche ed economiche”, i “tentativi di neutralizzazione della famiglia stessa, ossia di negazione e rimozione della sua specificità, mediante un’assimilazione indifferenziata di tutte le relazioni fra individui”.
L’iniziativa è stata presentata nei giorni scorsi a Roma dal presidente delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani, Andrea Oliviero, alla presenza del Segretario generale della Cei, Mons. Mariano Crociata, del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla famiglia, Carlo Giovanardi,
In queste strutture (sparse equamente in tutta Italia), si offrirà, spiegano le Acli, “consulenza previdenziale e fiscale, tutela giuridica, orientamento su mutui e prestiti, servizi di cura per l’infanzia, assistenza nei ricongiungimenti per i cittadini immigrati.”
Il tutto “lavorando in rete con le parrocchie, le diocesi, le altre associazioni, gli sportelli dei Comuni.” E poi percorsi di educazione alla genitorialità, consulenze psicologiche e pedagogiche, “perché le difficoltà delle famiglie italiane – spiegano le Acli – in particolare quelle giovani, non sono solo di ordine economico ma anche di ordine relazionale”.
Non solo risposte ai bisogni contingenti, dunque, ma soprattutto occasioni coinvolgimento diretto, opportunità di incontrare altre famiglie: dalle attività sportive ai percorsi naturalistici, dai viaggi organizzati alle visite guidate per le famiglie. Attività ricreative, ludiche e culturali. Banche del tempo, per condividere anche le competenze presenti all’interno delle famiglie. Doposcuola e sostegno scolastico. Gruppi di acquisto solidale familiare e dei mercatini dell’usato.
“Noi crediamo nel protagonismo familiare – afferma il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero – nella famiglia come risorsa per l’intera comunità. Per questo il nostro intento è duplice: da un lato sostenere la famiglia nei suoi bisogni e nelle sue difficoltà, dall’altro promuoverla nelle sue potenzialità. I nostri obiettivi sono questi: sostenere come associazione il protagonismo civico delle famiglie; ottenere il riconoscimento – a livello culturale e politico – di una vera e propria cittadinanza familiare; contribuire a costruire una società a misura di famiglia”.