Da Hogarth a Turner: il Settecento inglese

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Fino al 20 luglio 2014 – alla FONDAZIONE ROMA MUSEO di PALAZZO SCIARRA in via del Corso – è in mostra la grande pittura inglese del ‘700. Si tratta di una mostra che rispecchia il carattere storico, e non più monografico, con il quale da un po’ di anni vengono progettate le grandi mostre d’arte: sono l’affresco di un’epoca più che la celebrazione di un singolo artista. Il titolo è Hogarth, Reynolds, Turner. Pittura inglese verso la modernità e concentra l’attenzione dei visitatori sul mondo britannico del sec. XVIII, un secolo in cui – pur facendo tesoro del linguaggio pittorico classicista del Rinascimento italiano – gli artisti inglesi definirono una propria identità. Cercarono di interpretare la modernità della Gran Bretagna che, divenuta potenza navale ed economica borghese, si protendeva fra l’America e l’Asia verso la costruzione del proprio Commonwealth.

La sontuosa ed elegante mostra – allestita da Carolina Brook e Valter Curzi nelle suggestive sale di Palazzo Sciarra – offre al pubblico una visione d’insieme dello sviluppo artistico e sociale inglese del XVIII secolo attraverso più di100 opere, provenienti da prestigiose istituzioni museali quali il British Museum, la Tate Britain Gallery, il Victoria & Albert Museum, la Royal Academy, la National Portrait Gallery, il Museum of London, la Galleria degli Uffizi e Yale Centre for British Art. Le sezioni della mostra hanno carattere storico ed estetico insieme: vi si legge la trama ideologica dell’Illuminismo inglese, ma anche una sapiente evoluzione del gusto artistico.

La prima sezione è dedicata a Londra – che nel ‘700 era diventata il cuore dell’impero inglese, con oltre 700.000 abitanti – e al dipinto di paesaggio urbano. Si vedono le opere di artisti quali Scott, Marlow, Sandby e del veneziano Canaletto che, attraverso le loro vedute, sono testimoni di una realtà urbana in costante evoluzione precorrendo la metropoli moderna.

Allo sguardo planetario della borghesia inglese è dedicata la seconda sezione, intitolata il “Mondo Nuovo”. In essa, più che emergere lo sguardo “coloniale” degli Inglesi, viene celebrata la nuova middle-class (che unisce aristocrazia e borghesia) ritratta da Zoffany, Hodges, Wright of Derby. Sono figure emergenti di industriali, commercianti, scienziati, esploratori, posti accanto a musicisti, attori e sportivi, divenuti gli eroi civili di un pubblico esigente e partecipe della vita collettiva.

Nella terza sezione si unisce la pittura sociale e moralista di William Hogarth con la sensibilità preromantica di Johann Füssli (il giovane artista svizzero trasferitosi a Londra). Punto di congiunzione fra i due è la pittura di genere teatrale, che è sia analisi del costume di società che rappresentazione della vera e propria scena teatrale. La pittura rispecchia così sia la vita pubblica che quella privata, sia i rituali civili che le mitologie del palcoscenico.

Nel contesto britannico, fortemente permeato dalla religione protestante, si rifiutava la pittura di soggetto religioso che trionfava nel Barocco continentale, consentendo così lo sviluppo di una ritrattistica spiccatamente laica. Che è quanto si vede nella quarta sezione, “L’età eroica del ritratto”, con opere di maestri come Gainsborough, Reynolds, Ramsay e Zoffany con suggestivi e affascinanti ritratti di eleganti nobildonne, generali e gruppi familiari, espressione di un mondo borghese compiaciuto delle proprie conquiste e dei propri traguardi.

Anche la pittura di paesaggio ebbe grande successo nel Settecento inglese. Si ritraggono castelli, case padronali e ampie tenute di campagna – raffigurate avendo in mete gli scritti arcadici di Alexander Pope e di James Thomson – che presentano la campagna inglese come una moderna Arcadia, regno insieme di bellezza ed armonia.

Nella sesta sezione “Variazioni sul paesaggio”, con opere di Richard Wilson e Wright of Derby, sono mostrati con acquerelli e dipinti anche suggestivi luoghi dell’Italia del tempo, frammenti del Grand Tour. A chiudere il percorso espositivo vi sono i dipinti di John Constable e William Turner che istradano la figuratività del Settecento, grazie a un’instancabile sperimentazione, verso la modernità romantica.

A nostro giudizio, al di là della solida partizione storica, la mostra di Palazzo Sciarra si segnala per gli intensi e spettacolari effetti estetici e pittorici delle opere esposte. Opere che lasciano nei visitatori un’ariosa sensazione di bellezza e di dinamismo sociale, di grandezza espressiva e di euforia collettiva. Sono grandi opere che precorrono quella estetica della metropoli e della società di massa che si affermerà in tutto il mondo alla fine dell’800. Opere che mostrano come lo spirito dell’Enlightnement e le istanze dell’arte si siano perfettamente conciliate nel Settecento inglese.

Nella foto: William Hogarth, “Ritratto di gruppo con Lord John Hervey”  (1738-1740).

151.11.48.50