La “via pulchritudinis” di don Juan Miguel ad Alcalà

Se la bellezza è una delle vie per la salvezza, cosa c’è di più importante di una formazione artistica per poter apprezzare il bello? Arte e cultura sono fedeli alleate che accompagnano l’uomo sulla “Via pulchritudinis”. Juan Miguel Prim è il Vicario per l’Evangelizzazione e la Cultura della diocesi di Alcalá, vicino a Madrid.
Aveva diciassette anni quando si avvera l’evento più importante della sua vita: l’incontro con Cristo, pieno di fascino e promesse, insieme ad un gruppo di giovani sacerdoti e laici con i quali è sempre rimasto unito. Fu allora quando la chiamata al sacerdozio si fece strada dentro di lui; ma prima di entrare in seminario è stato studente universitario si è laureto in Filosofia. Ordinato sacerdote nel 1991, perfeziona i suoi studi a Roma presso l’Istituto Patristico “Augustinianum”.
Per dieci anni è Rettore del Seminario Diocesano di Alcalá de Henares. Adesso concilia il suo lavoro come Vicario Episcopale con la cura pastorale della Parrocchia di San Pietro, nella Cattedrale Magistrale di Alcalá.
Appassionato di musica, d’arte e di libri, per anni è stato uno dei membri del gruppo di musica medievale e rinascimentale “Psalterium”. È “responsabile” del fatto che la Cattedrale abbia adesso un Coro Infantile e che frequentemente dei concerti. Ama molto Spotify per la sua inesauribile sorgente di musica. Irrequieto, con un grande senso della bellezza come via verso Dio -“via pulchritudinis”-, guida da diversi anni la Scuola d’Arte Cristiana (EAC le sue sigle in spagnolo), vincolata all’Istituto Diocesano di Teología della diocesi di Alcalá. Korazym lo ha incontrato.
Che cos’è la Scuola d’Arte Cristiana e quale è il suo obiettivo? Come è nata?
Direi che è uno strumento molto umile al servizio della fede e dell’evangelizzazione. Ho sempre percepito il bisogno di far amare e far conoscere meglio l’ingente patrimonio culturale ed artistico della Chiesa, probabilmente perché l’attrattivo dell’esperienza cristiana vissuta in comunità è alla radice della mia conversione e vocazione. Nel momento che incontrai Cristo nella Chiesa non ho avuto nessun dubbio che in Lui radica tutta la pienezza e che è Lui l’emblema di tutto quanto il cuore umano desidera. Non solo: Lui è l’Immagine del Dio invisibile, il Volto del Mistero. Quando si è avviato l’Istituto Diocesano di Teologia “Santo Tomás de Villanueva” a richiesta del nostro infaticabile vescovo, Mons. D. Juan Antonio Reig Pla, ho capito che sotto la sua protezione potevamo anche offrire occasioni di incontro, giornate, corsi, workshops, visite, tutto in rapporto all’arte che nasce dalla fede. Da qui è partita l’idea di creare una Scuola d’Arte Cristiana. Probabilmente qualcuno potrà insospettirsi per quest’aggettivo, che per me è fondamentale, specialmente adesso in questi tempi di crisi e confusione giacché, anche se è vero che l’arte autentica è profezia di Cristo poiché “lettura” più profonda della realtà e “segno” della sovrabbondanza che esiste in ogni cosa, soltanto partendo dall’Incarnazione del Verbo, soltanto nell’avventura della Presenza del Risuscitato nella storia umana si decifra e si svela l’enigma di questo mondo così bello e doloroso; e soltanto così è possibile vivere in modo umano la “ferita della bellezza” che ci innalza, ma che ci fa anche soffrire.
Da subito abbiamo voluto che la Scuola rendesse possibile l’amicizia ed un camino comune tra persone che hanno sperimentato questa “ferita”, che hanno intuito che il nostro mondo, spesso concepito come un “bunker” di cemento armato – utilizzo un’espressione di Benedetto XVI nel suo discorso al Parlamento tedesco del 2011-, è qualcosa di più di quanto uno sguardo superficiale e utilitarista possa scoprire. La musica, la poesia, il cinema, la pittura e la scultura, tutto ci interessa. E specialmente i maestri, i testimoni che ci possono aiutare a “leggere” ed a gustare le “epifanie” della bellezza di Dio.
Che attività ha portato avanti finora la Scuola?
Abbiamo preso il volo ad ottobre del 2011 con delle Giornate su “Arte, architettura e liturgia”. Carlos Muñoz de Pablos, Leonardo Servadio, Giorgio della Longa, Rafael García Mahíques, Juan Carlos Asensio, José Javier Ávila, Carlos Clemente San Román, María José Arnáiz, Óscar Robledo e relatori dell’Associazione Nártex, della Fondazione Félix Granda e del Centro Gaudí di Madrid ci aprirono degli orizzonti che vogliamo continuare ad approfondire. Frutto di queste prime giornate fu la Mostra di opere realizzate da alcuni dei partecipanti agli incontri.
Alcuni mesi dopo abbiamo organizzato altre giornate su “Arte, evangelizzazione e catechesi”. Ospiti furono l’autorevole professore e storico dell’arte Timothy Verdon, sacerdote nordamericano, residente a Firenze, affinché ci aiutasse ad approfondire il senso dell’arte cristiano come contemplazione del Mistero. Con lui abbiamo condiviso delle giornate intense ed è nata una amicizia chiamata a proseguire. D’altra parte, le Missionarie della Divina Rivelazione, Suor Rebecca Nazzaro e Suor Agnese Scavetta ci presentarono l’iniziativa “Catechesi con Arte”, che portano avanti a Roma con grandi frutti.
Nel mese di luglio del 2012, in collaborazione con l’Università di Alcalá e l’Università “San Dámaso” di Madrid, si è svolto il Corso Estivo di musica sacra “Vox nostra resonet: canto e musica nella liturgia”. In quell’occasione i relatori erano Mons. Valentín Miserachs, Paulino Carrascosa, Manuel González López-Corps, Patricio de Navascués, Juan Carlos Asensio, Alberto Ranninger, Juan Alberto Pérez Valera, Luis Ángel de Benito, Manuel Tévar e Carlos Criado. Inoltre, abbiamo potuto avere il piacere di partecipare a due concerti, uno di organo con Roberto Fresco e l’altro di polifonia con gli Ensemble La Danserye e Psalterium.
A novembre 2012, lo scultore Pedro Requejo ha guidato un Workshop di Scultura. Lo stesso mese, la professoressa Clara Fontana ha realizzato una lettura iconografica della “Maestà” di Duccio di Buoninsegna e lo specialista in pittura fiamminga Matías Díaz Padrón ci ha aiutato a conoscere il Trittico dell’Adorazione dei Magi, conservato nel Museo della Cattedrale di Alcalá de Henares. Il giovane teologo Andrés Garcia Serrano completò la lettura di questo Trittico.
Con occasione dell’Anno della Fede, nel luglio del 2013 abbiamo organizzato nuove giornate. Le professoresse di storia dell’arte presso l’Università CEU San Pablo, María Arriola e María Rodríguez Velasco, ci hanno presentato “Il Credo in immagini”, illustrando gli articoli della professione di fede con diverse opere pittoriche della collezione permanente del Museo del Prado. D’altra parte, il professor Paulino Carrascosa ed io abbiamo trattato il tema “Il Credo in suoni”, con una amplia audizione di brani in rapporto al simbolo della fede.
Per finire, da ottobre a dicembre 2013 la Scuola ha offerto un corso titolato “Lettura teologica dell’Encíclica Lumen fidei alla luce dell’arte cristiana”. Otto sessioni di due ore ciascuna, durante le quali abbiamo letto l’Enciclica di Papa Francesco – e di Benedetto XVI – con l’inestimabile compagnia di diverse opere d’arte cristiana. È stata un’esperienza molto positiva ed arricchente.
Nei secoli scorsi i grandi mecenati degli artisti furono cardinali e Papi, grazie ai quali ci sono pervenute opere come la Cappella Sistina, la Stanze di Raffaello e tanto altre opere di artisti come Caravaggio, Perugino, Bernini, ecc. Qual’è oggi il rapporto della Chiesa con il mondo dell’arte? Esiste oggi un’arte cristiana reale, di qualità?
Domanda interessante ma risposta complessa. In primo luogo bisogna dire che il compito di mecenate, di patrocinio dell’arte che la Chiesa ha sviluppato per secoli sembra in gran parte interrotto. Sono molti i fattori che hanno portato a questa situazione, che vanno dai fattori socio-culturali a quelli economici. Ma ci sono anche ragioni filosofiche e teologiche. Nella modernità il vincolo dei trascendentali, l’uno, la verità, la bontà e la bellezza sono stati spezzati. Il sapere si è frammentato ed è diventato, spesso, arido, astratto, freddo. Si è persa anche in gran misura la trasmissione artigianale delle professioni che servivano alla liturgia, all’architettura ed alla trasmissione della fede. Tutto questo si è avverato in tempi di crescente divergenza tra il mondo della fede ed il mondo della cultura e dell’arte. Sfortunatamente, troppo spesso la Chiesa è ricorsa ad artisti estranei all’esperienza cristiana, o ha affidato l’arte liturgica a persone con scarsa preparazione tecnica ed artistica Credo che i pastori della Chiesa abbiano trascurato e abbandonato i mezzi che potevano facilitare la rinascita di un’arte autenticamente cristiana. Generalmente parlando, credo che sarebbe giusto dire che attualmente le espressioni artistiche della vita ecclesiale non sono all’altezza della fede in cui si crede e che viene celebrata. Ovviamente ci sono delle eccezioni, poiché esistono delle comunità che curano – con pochi mezzi – questi aspetti e sono consapevoli che la bellezza è la strada privilegiata verso Dio. Ci sono esperienze molto positive ma per quanto riguarda la Chiesa spagnola ritengo che abbiamo davanti a noi un lunghissimo cammino e non credo che stiamo creando le fondamenta necessarie per avviarlo.
L’arte non si limita soltanto alla pittura o la scultura; include anche la poesia, il romanzo, la musica. Secondo lei, esistono oggi autori o musici che producano letteratura o musica cristiana o, se preferisce, religiosa nel senso più ampio? Pensiamo l’importanza che hanno avuto Pèguy, Claudel, Maurois, Ada Negri, ecc.
Sì che ci sono, anche se molto spesso non sono conosciuti dal grande pubblico e tantomeno ricevono il giusto riconoscimento. Bisogna sapere che gli autori che hai nominato, e tanti altri, non sono venuti fuori per generazione spontanea, piuttosto il contrario. Pur vivendo in tempi così difficili come i nostri, o ancora di più, hanno avuto la grazia di incontrare “testimoni dell’Assoluto”, maestri ed educatori che hanno permesso loro di scoprire il Volto del Risorto. Il nostro primo compito è riscoprire i “classici” del cristianismo in tutti gli ambiti e commuoverci con le loro opere. Per “classici” non mi riferisco soltanto agli autori dei secoli scorsi, d’altronde indispensabili, ma anche a tutti quelli che hanno raggiunto tra di noi una tale profondità ed intelligenza della fede da essere veri “padri” e “maestri”. Dobbiamo essere umili per essere aperti a guardare ed imparare da loro. Soltanto in questa scuola potremmo ritornare alla creatività.
Ci potrebbe informare sulle attività in programma nella Scuola d’Arte Cristina per i prossimi mesi? Dove possiamo trovare l’informazione?
Lo scorso 20 febbraio abbiamo inaugurato nella sala di mostre del Monastero di San Bernardo di Alcalá de Henares una mostra di acqueforti che potrà essere visitata fino fine marzo. In totale sono sessantatré acqueforti realizzati da artisti dell’Est dell’Europa, di grande qualità tecnica ed artistica. La mostra porta per titolo “Alla ricerca del Paradiso perduto” ed è patrocinata dal Centro Internazionale per lo Studio dell’Oriente Cristiano (ICSCO le sue sigle in spagnolo) dell’arcidiocesi di Granada.
Ad inizio aprile c’è stata una Giornata su El Greco; infatti, quest’anno si celebra il IV centenario della sua morte. L’opera del pittore cretese è un magnifico esempio di un’originalità che nasce dalla fede e che si nutre della tradizione dei Padri. A fine aprile è in programma una Giornata con la professoressa italiana e storica dell’arte Rita Randolfi recante il titolo “La tenerezza di Dio: l’instancabile chiamata all’Amore e la risposta dell’uomo”. Stiamo anche preparando un incontro per il mese di luglio sulla musica di Tomás Luis de Victoria.
Si possono trovare informazioni sulle nostre attività nel sito internet: www.escueladeartecristiano.es