Il Papa prega per la Siria e spiega che cosa è la sapienza cristiana

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Nuovo ciclo di catechesi per il Papa che ha iniziato a parlare dei doni dello Spirito Santo. “Lo Spirito stesso- ha detto il Papa- è “il dono di Dio” per eccellenza (cfr Gv 4,10), è un regalo di Dio, e a sua volta comunica a chi lo accoglie diversi doni spirituali. La Chiesa ne individua sette, numero che simbolicamente dice pienezza, completezza; sono quelli che si apprendono quando ci si prepara al sacramento della Confermazione e che invochiamo nell’antica preghiera detta “Sequenza allo Spirito Santo”: i doni dello Spirito Santo sonosapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio. “La sapienza “è la grazia di potervedere ogni cosa con gli occhi di Dio. E’ semplicemente questo: è vedere il mondo, vedere le situazioni, le congiunture, i problemi, tutto, con gli occhi di Dio.” Un dono che “viene dalla intimità con Dio, dal rapporto intimo che noi abbiamo con Dio, del rapporti di figli con il Padre. E lo Spirito Santo, quando abbiamo questo rapporto, ci da il dono della sapienza.” Ma la sapienza cristiana spiega il Papa non significa avere una risposta per ogni cosaa “una persona sapiente non ha questo, nel senso di Dio, ma nel senso che «sa» di Dio, sa come agisce Dio, conosce quando una cosa è di Dio e quando non è di Dio; sa questa saggezza che Dio dà ai nostri cuori.” Dobbiamo imparare ad ascoltare la voce dello Spirito che “ci regala la saggezza che è vedere con gli occhi di Dio, sentire con le orecchie di Dio, amare con il cuore di Dio, giudicare le cose con il giudizio di Dio.” Poi il Papa nel suo stile personale ha fatto alcuni esempi di vita quotidiana con il modo di unamadre di riprendere un figlio o di due sposi di discutere. E ha occluso: “ Chiediamo oggi la grazia della sapienza. E chieda mola alla Madonna, che è la sede della saggezza, di quest dono: che Lei ci dia questa grazia.”

Dopo le sintesi delle diverse lingue il Papa ha espresso il suo dolore per la morte del gesuita olandese Frans van der Lugt, “un mio confratello gesuita olandese di 75 anni, arrivato in Siria circa 50 anni fa, che ha sempre fatto del bene a tutti, con gratuità e amore, e perciò era amato e stimato da cristiani e musulmani. La sua brutale uccisione mi ha riempito di profondo dolore e mi ha fatto pensare ancora a tanta gente che soffre e muore in quel martoriato Paese, la mia amata Siria, già da troppo tempo preda di un sanguinoso conflitto, che continua a mietere morte e distruzione. Penso anche alle numerose persone rapite, cristiani e musulmani, siriani e di altri Paesi, tra le quali ci sono Vescovi e Sacerdoti. Chiediamo al Signore che possano presto tornare ai loro cari e alle loro famiglie e comunità. Di cuore vi invito tutti ad unirvi alla mia preghiera per la pace in Siria e nella regione, e lancio un accorato appello ai responsabili siriani e alla comunità internazionale: per favore, tacciano le armi, si metta fine alla violenza! Non più guerra! Non più distruzione! Si rispetti il diritto umanitario, si abbia cura della popolazione bisognosa di assistenza umanitaria e si giunga alla desiderata pace attraverso il dialogo e la riconciliazione.”

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