Le opere d’arte italiane riprese ai Nazisti

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È un argomento che circola in questi mesi nei mass media. Vi fa riferimento il film The Monuments Men – scritto, diretto e interpretato da George Clooney – basato sull’omonimo romanzo di Robert M. Edsel (2009). Vi si ricostruiscono, fra documentario e fiction, le vicende di un gruppo di storici dell’arte, funzionari di musei e semplici appassionati – sotto la sigla del MFAA (Monuments, Fine Arts and Archives) dell’esercito americano – uniti per recuperare importanti opere d’arte trafugate dai gerarchi Nazisti nel periodo dell’occupazione del Belgio e della Francia durante la Seconda Guerra mondiale. Le cronache hanno parlato di questo argomento anche a proposito del ritrovamento di circa 1500 opere d’arte – che si credevano perdute – nell’appartamento a Monaco di Baviera di Cornelius Gurlitt, figlio del noto gallerista Hildebrand Gurlitt scomparso negli anni ’50. Tra di esse dipinti di Pablo Picasso, Henri Matisse, Marc Chagall, Emil Nolde, Paul Klee, Franz Marc, Max Beckmann, Oskar Kokoschka oltre che di Albrecht Dürer. Quest’ultima notizia è stata lanciata dal settimanale tedesco “Focus”, spiegando che Gurlitt padre comprò tali opere di «Entartete Kunst» (arte degenerata) da esponenti del Nazismo che le avevano razziate in mezza Europa negli anni Trenta e Quaranta. Adesso, in Italia, è stato il saggista Luca Scarlini ad accendere i riflettori della cronaca e della storia su quegli anni davvero bui per il patrimonio artistico italiano con il saggio Siviero contro Hitler. La battaglia per l’Arte.

Protagonista del libro di Scarlini  è Rodolfo Siviero (1911-1983) spia degli inglesi, esperto d’arte ed infine funzionario del Min. dei BB. CC. della Repubblica Italiana (1946-1976) con delega al recupero delle opere d’arte trafugate. In tale veste Siviero ha decisivamente contribuito alla salvezza e al recupero di molte delle opere sottratte, con imbarazzanti complicità italiane, dai Nazisti durante la Seconda guerra mondiale (1942-1945).

Il libro di Scarlini è stato presentato giovedì 3 aprile 2014 al BeaCafé”, in via Giano Parrasio 15. È la sede di una dinamica associazione culturale diretta da Andrea Ballarini – pubblicitario e saggista – che ha creato in un suggestivo loft un luogo di incontro in cui si discute, ogni settimana, di letteratura, arte, politica e attualità con ospiti sempre validi e qualificati. Su tematiche relative alla pittura sono già intervenuti al BEACafé: Valeria Merlini nota e stimata restauratrice (ad esempio de “La Madonna dei Pellegrini” di Caravaggio, nella Chiesa di Sant’Agostino) e Andrea Dusio giornalista e scrittore (sul tema del “restauro aperto”, il 4 marzo scorso); il regista Adolfo Conti, la produttrice Ilaria Sbarigia e gli archeologi Daniela Rizzo e Maurizio Pellegrini (sul tema del recupero delle opere d’arte rubate il 18 febbraio); Claudio Libero Pisano, direttore del Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea di Gennazzano (RM), Gioacchino Pontrelli, artista e Beatrice Bertini, gallerista (sul sistema dell’arte contemporanea, l’11 febbraio scorso).

In Siviero contro Hitler Scarlini ricorda le ambizioni museali dei gerarchi Nazisti (il collezionismo esoterico di Himmler, il maniacale “Carinhall” di Göring e il progettato Museo Hitler di Linz, direttore Hans Posse) e quindi le razzie di opere d’arte del Rinascimento da loro perpetrate in Italia con la complicità servile e interessata di Mussolini, Ciano ed eminenti storici dell’arte e funzionari di musei e soprintendenze. Questi firmavano comodi contratti d’acquisto e bolle di spedizione che legalizzarono la fuga all’estero di circa 3000 opere d’arte italiane. In quegli anni era infatti sorta in Italia una “organizzazione semidelinquenziale, una spietata macchina di incameramento di manufatti preziosi” che lavorava per trasferire negli spazi dell’erigendo Louvre hitleriano  – che sarebbe dovuto diventare il più grande museo del mondo – ciò che zelanti collaborazionisti segnalavano a Hitler. Siviero osò sfidare l’assurdo “pensiero hitleriano” di ricollocare i capolavori dei maestri tedeschi e fiamminghi sul sacro suolo della Germania e di abbellire i musei tedeschi con i migliori esempi dell’arte ariana e non degenerata: “dai quadri del Rinascimento e alla statuaria classica”. Dopo l’8 settembre del ’43, quando la Resistenza si stava organizzando, Siviero decise di passare all’azione dando vita ad una “Delegazione per il Recupero delle opere d’arte” composta da ex ufficiali del disciolto Esercito italiano, partigiani, professori universitari, intellettuali, operai, artigiani, piccoli commercianti. L’organizzazione aveva base a Firenze città museo per eccellenza con una delle più alte densità al mondo di collezioni d’arte. Ne fecero, a vario titolo, parte persone come: Pasquale Rotondi docente di storia dell’arte e Sovrintendente alle Belle Arti di Pesaro e Urbino, il Cardinale Giovan Battista Montini, futuro Papa Paolo VI, Palma Bucarelli, storica direttrice e Sovrintendente della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma dal 1942 al 1975, Rose Vallard che presidiava il parigino “Jeu de Paume”, frati, suore, operai e molti altri ancora.

Grazie all’impegno di questa “confraternita della buona arte”, coordinata instancabilmente da Rodolfo Siviero. sono tornate in Italia opere come: una Annunciazione del Beato Angelico, il Discobolo Lancellotti, La Madonna col Bambino di Masaccio, il Ritratto di Scipione Clusone di Tintoretto, Le Fatiche di Ercole del Pollaiolo l’Efebo di Selinunte, e moltissime altre (e di molte ancora introvabili ci sono la schedatura e le foto). La dimora fiorentina di Rodolfo Siviero, situata al n.1 di Lungarno Serristori, è oggi diventata il Museo Casa Siviero gestito dalla Regione Toscana che raccoglie le opere che questo agente segreto dell’Arte italiana ha collezionato per una vita.

Il libro di Scarlini si inserisce, con grande rigore, in quel filone  giornalistico-investigativo che tende a scandagliare il passato prossimo italiano per trarne fuori personaggi e storie spesso ignote alle ricostruzioni ufficiali. Ma in esso si legge anche la sicura passione saggistica di un autore che intende riscoprire, e far riscoprire, il significato culturale della pittura classica italiana e il grande valore civile del nostro Patrimonio d’arte.

 

Nella foto: Luca Scarlini, Siviero contro Hitler. La battaglia per l’Arte, Skira, 2014.

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