Il Premier di Capo Verde dal Papa, a un anno dalla firma del Concordato
“Questo è l’angelo della pace, e glielo regalo perché voglio che lei sappia che io pregherò sempre per la pace della sua nazione”. Papa Francesco incontra il presidente del Consiglio di Capo Verde, e gli spiega così il tradizionale regalo della medaglia con l’Angelo della Pace. Il presidente ha invece regalato al Papa un arazzo molto grande. Quindici minuti di colloquio, con l’aiuto dell’interprete da parte del Papa. E poi, la discesa dal Segretario di Stato, per lo scambio degli strumenti di ratifica del Concordato tra la Santa Sede e Capo Verde.
Un anno fa, alla vigilia della firma del Concordato con l’Isola, era stato il presidente della Repubblica di Capo Verde Jorge Carlos Fonseca a far visita a Papa Francesco. Quindici minuti di cordiale colloquio, un saluto in portoghese, il tono familiare. Ieri invece José Maria de Neves, presidente del Consiglio, è arrivato in Vaticano in visita ufficiale. Il premier capoverdiano è venuto per incontrare i vertici della FAO, e ha messo in agenda una visita con la Comunità di Sant’Egidio. Ma soprattutto ha voluto vedere Papa Francesco, e poi il Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, anche per fare un bilancio del concordato tra l’isola dell’Africa occidentale e la Santa Sede, firmato lo scorso 10 giugno.
L’accordo con Capo Verde regola lo stato giuridico della Chiesa Cattolica nel Paese, l’insegnamento cattolico nelle scuole, le questioni matrimoniali. Con la firma dell’accordo, Capo Verde diventato il terzo Paese di lingua portoghese con il quale il Vaticano ha regolamentato i propri rapporti su base concordataria. Gli altri due paesi sono il Portogallo e il Brasile, che ha siglato l’ultimo accordo nel 2008, quando nunzio era l’attuale cardinale e segretario generale del sinodo Lorenzo Baldisseri.
Fino al momento dell’accordo, i rapporti Stato-Chiesa a Capoverde erano stati regolati dall’accordo del 1940 tra il Portogallo e la Santa Sede, e su questa base si era ottenuta la restituzione alla Chiesa dell’antico Seminario-Liceo di S. Nicolau, confiscato dalla neonata repubblica portoghese.
Revisionato nel 2004, il Concordato portoghese aveva lasciato da parte la situazione della Chiesa in Capo Verde. Normale, dato che l’arcipelago era indipendente nel 1975, e l’evoluzione storico-sociale nelle isole rendeva del tutto pertinente la conclusione di un concordato autonomo.
Gli strumenti di ratifica sono stati poi scambiati nella Sala dei Trattati del Palazzo Apostolico.
“L’Accordo – scrive il comunicato della Sala Stampa della Santa Sede – che consolida ulteriormente i vincoli di amicizia e di collaborazione esistenti tra le due Parti, si compone di trenta articoli e stabilisce il Quadro giuridico e normativo di riferimento; riconosce le domeniche come giorni festivi e regola vari ambiti di comune interesse, quali: la tutela dei luoghi di culto e delle celebrazioni; gli effetti civili del matrimonio canonico e delle sentenze ecclesiastiche in materia; garantisce le istituzioni cattoliche di istruzione e di educazione; l’insegnamento della religione nelle scuole; l’attività assistenziale e caritativa della Chiesa; la cura pastorale nelle forze armate, nelle strutture penitenziarie e negli ospedali, nonché il regime patrimoniale e fiscale. L’Accordo entra in vigore nel trentesimo giorno dallo scambio degli Strumenti di ratifica”.
(nella foto: il “ministro degli Esteri” vaticano Dominique Mamberti a Capo Verde il 10 giugno 2013 per la firma dell’accordo)