Obama a Papa Francesco: Leggere la Evangelii gaudium mi darà forza e mi calmerà

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Cinquanta minuti di colloquio, due interpreti, e un numero quasi infinito di auto blu e motociclette. La vista di Barak Obama a Papa Francesco è tutta americana nello scenario e nei contenuti. Due americani, due figli di immigrati che si incontrano per parlare di immigrazione, tratta degli esseri umani, libertà religiosa e anche di obiezione di coscienza.

Asciutto il comunicato ufficiale vaticano: “I cordiali colloqui hanno permesso uno scambio di vedute su alcuni temi attinenti all’attualità internazionale, auspicando per le aree di conflitto il rispetto del diritto umanitario e del diritto internazionale e una soluzione negoziale tra le parti coinvolte.

Nel contesto delle relazioni bilaterali e della collaborazione tra la Chiesa e lo Stato ci si è soffermati su questioni di speciale rilevanza per la Chiesa nel Paese, come l’esercizio dei diritti alla libertà religiosa, alla vita e all’obiezione di coscienza nonché il tema della riforma migratoria. Infine, è stato espresso il comune impegno nello sradicamento della tratta degli esseri umani nel mondo.”

Dalla cronaca arrivano alcune simpatiche battute tra i due, limitate dalla barriera linguistica che sembra riproporre quella che vivono tanti latinos in Nord America. Obama tenta anche qualche parola in spagnolo, il Papa saluta in inglese. Ma poi anche le battute devono essere tradotte.

Il benvenuto di prassi nella sala del tronetto, lo scambio dei doni alla fine del colloquio privato e della presentazione della delegazione. Obama si scusa per l’assenza della famiglia, e spiega al Papa il suo regalo: una scatola di legno ricavato dalla prima cattedrale sorte negli States a Baltimora con i semi dei fiori del giardino della Casa Bianca da piantare nei giardini di Castelgandolfo da poco aperti al pubblico. Il presidente regalerà anche dei semi di piante da frutto e ortaggi per uno scopo caritatevole.

Il Papa oltre ai consueti medaglioni in bronzo dell’ Angelo della Pace e della costruzione del colonnato del Bernini, ha regalato ad Obama una copia della Evangelii gaudium. “ La leggerò nello studio ovale quando sono profondamente stressato e mi darà forza e mi calmerà” dice Obama e il Papa risponde: lo spero. E lo dice in inglese.

Allo scambio dei doni  anche un informale invito di Obama al Papa per visitare gli Stati Uniti. ” Come no!” risponde il Papa evasivo.

Cordialità ma un certo distacco da parte del Papa, un certo presenzialismo da parte di Obama.

Dalla seconda loggia il gruppo è sceso poi nello studio del Segretario di Stato Pietro Parolin e Dominique Mamberti segretario ai rapporti con gli stati, con il presidente Obama anche il segretario distato Usa Kerry che aveva già visitato il Vaticano nei mesi scorsi.

Alla fine dei conti una udienza molto meno significativa di quella che Obama ebbe con Benedetto XVI che colse l’occasione per mettere in chiaro diversi punti della “dottrina Obama” che proprio non combaciano con la fede cattolica.

 

 

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