Giornata missionaria mondiale: povertà e violenza si sconfiggono con l’Amore

La missione è una priorità, può sconfiggere la povertà e quindi la violenza. Benedetto XVI propone l’Anno Paolino come occasione “missionaria”, una “opportunità offerta da questo speciale giubileo alle Chiese locali, alle comunità cristiane e ai singoli fedeli, per propagare fino agli estremi confini del mondo l’annuncio del Vangelo, potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede”. L’invito è contenuto nel messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale. Di fronte ad una umanità che attende la vera libertà e la redenzione, “un mondo diverso, migliore”, il papa fa luce sul mondo di oggi.
Contrasti forti tra prospettive di promettente sviluppo economico e sociale, e preoccupazioni per il futuro stesso dell’uomo. E poi la violenza che “in non pochi casi, segna le relazioni tra gli individui e i popoli”. La povertà che “opprime milioni di abitanti; le discriminazioni e talora persino le persecuzioni per motivi razziali, culturali e religiosi, spingono tante persone a fuggire dai loro Paesi per cercare altrove rifugio e protezione; il progresso tecnologico, quando non è finalizzato alla dignità e al bene dell’uomo né ordinato ad uno sviluppo solidale, perde la sua potenzialità di fattore di speranza e rischia anzi di acuire squilibri e ingiustizie già esistenti”. E il rapporto-uomo ambiente, gli attentati alla vita “che assumono varie forme e modalità”.
Alla domanda di senso sul futuro risponde Cristo che è “il nostro futuro” o meglio “comunicazione che “cambia la vita”, dona la speranza, spalanca la porta oscura del tempo e illumina il futuro dell’umanità e dell’universo”. L’esempio di Paolo è la conoscenza dell’Amore di Cristo che”lo portò a percorrere le strade dell’Impero Romano come araldo, apostolo, banditore, maestro del Vangelo, del quale si proclamava “ambasciatore in catene”.
L’appello del papa è forte: “Pur in presenza di crescenti difficoltà, il mandato di Cristo di evangelizzare tutte le genti resta una priorità. Nessuna ragione può giustificarne un rallentamento o una stasi, poiché “il mandato di evangelizzare tutti gli uomini costituisce la vita e la missione essenziale della Chiesa”. E riprendendo le parole del Vangelo incipit della Lettera Apostolica post-giubilare di Giovanni Paolo II “Duc in altum”, conclude: “Si intensifichi, infine, sempre più nel popolo cristiano la preghiera, indispensabile mezzo spirituale per diffondere fra tutti popoli la luce di Cristo, “luce per antonomasia” che illumina “le tenebre della storia”.