SlotMob contro il gioco d’azzardo

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Oggi il 36^ Slotmob arriva a Macerata, fortemente voluto dalle associazioni, dagli enti locali, e dai singoli cittadini che hanno collaborato con la rete nazionale per farsene promotori. Si tratta di una manifestazione di cittadinanza attiva che prevede una colazione di massa e un flashmob da fare presso bar che hanno fatto la scelta etica di rinunciare alle slot-machines e ai cospicui guadagni che esse portano.

In questo modo si vuole sensibilizzare cittadini e istituzioni a prendere coscienza di alcuni pericoli che il dilagare incontrollato di sale slot e gioco d’azzardo possono portare, in prima istanza la crescita della dipendenza da gioco d’azzardo, dramma che a cascata colpisce singoli, famiglie, intero tessuto sociale. Partito nello scorso novembre per iniziativa di una rete di associazioni da Roma, lo Slotmob ha già compiuto 35 tappe in tutta Italia.

L’assessore alla scuola di Macerata, prof.ssa Stefania Monteverde, durante la conferenza stampa ha dichiarato: “Non smettiamo mai di educare i giovani ad essere liberi da tutte le dipendenze”. In provincia di Macerata sono presenti ben 943 luoghi di gioco in totale, 636 di questi sono bar. E l’Asur locale ha attivato dal 2012 un numero verde, al quale sono arrivate ben 654 chiamate da tutto il territorio maceratese.

Comunque, da tempo un vasto settore dell’associazionismo italiano chiede la regolamentazione del gioco d’azzardo, soprattutto nelle norme che riguardano i giovani e gli anziani. Don Armando Zappolini, portavoce della campagna ‘Mettiamoci in gioco’, firmata finora da 505 sindaci e promossa da Acli, Adusbef, Alea, Anci, Anteas, Arci, Associazione Orthos, Auser, Avviso Pubblico, Azione Cattolica Italiana, Cgil, Cisl, Cnca, Conagga, Federconsumatori, FeDerSerD, Fict, Fitel, Fondazione Pime, Fp Cgil, Gruppo Abele, InterCear, Lega Consumatori, Libera, Scuola delle Buone Pratiche/Legautonomie-Terre di mezzo, Shaker – pensieri senza dimora, Uil, Uisp, ha affermato:

“Ci aspettiamo che i parlamentari italiani non cedano alla lobby dell’azzardo e mettano davvero l’interesse dei cittadini al di sopra di affari legittimi, ma che vanno regolamentati strettamente affinché non abbiano ricadute sociali e sanitarie pesanti. Lo Stato tassa i giochi d’azzardo, e soprattutto quelli più recenti, con aliquote quasi ridicole. E se da una parte incassa con la tassazione, dall’altra deve poi sostenere costi per la collettività che noi stimiamo in circa € 6.000.000.000 l’anno. Senza contare che chi gioca spenderebbe quei soldi per altre cose, tassate in modo molto più alto. Il gioco non vale la candela.

Non c’è un interesse pubblico a favorire una diffusione incontrollata dell’azzardo nel nostro paese, visti anche i numeri attuali: consumi di giochi tra i più alti al mondo, un milione di persone dipendenti o a grave rischio di diventarlo”. Secondo il rapporto ‘Azzardopoli’ c’è una situazione paradossale: in Italia è punita una scommessa tra amici, mentre risultano legali i circa 90.000.000.000 di euro di fatturato annuo ricavati da lotterie, slot machines, poker, scommesse e giochi d’azzardo di natura sempre più varia che in questi anni, a ritmi sempre più frenetici, sono stati immessi sul mercato.

Di conseguenza, la platea dei giocatori si è allargata notevolmente e ormai anche giovani, casalinghe, pensionati, disoccupati costituiscono nuove fasce da catturare e fidelizzare. In misura proporzionale alla crescita del settore sono aumentati i costi sanitari, sociali, relazionali e legali del gioco d’azzardo: secondo una ricerca del Cnr, i giocatori patologici o ad alto rischio di dipendenza sono stimati in circa 1.000.000.

Di fronte a una situazione così grave la campagna ‘Mettiamoci in gioco’ chiede di dare ai sindaci un reale potere di controllo sul fenomeno nel loro territorio; ridurre l’alta variabilità attuale nella tassazione sui diversi giochi incrementando le entrate per lo Stato, rimaste stabili pur in presenza di un volume d’affari crescente; portare a termine le procedure per l’inserimento del gioco d’azzardo patologico nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) che devono essere garantiti dal servizio sanitario nazionale;

vincolare l’1% del fatturato annuo dei giochi d’azzardo al finanziamento delle azioni di prevenzione, assistenza, cura e ricerca relative al gioco d’azzardo patologico; vincolare l’esercizio delle concessioni al rispetto del codice di autoregolamentazione pubblicitaria adottato dalla Federazione Sistema Gioco Italia, stabilendo al contempo una Authority di controllo esterna ad Aams; stabilire una moratoria sull’introduzione di nuovi giochi fino a quando non saranno noti i risultati delle ricerche promosse da enti terzi sui rischi e i benefici delle attuali politiche in materia; adottare un registro unico nazionale delle persone che chiedono l’autoesclusione dai siti e dagli apparecchi (slot e vlt) di gioco d’azzardo; rendere più incisive le normative di contrasto all’infiltrazione della criminalità organizzata.

Inoltre la campagna contro il gioco d’azzardo chiede precise misure di tutela per i minorenni: “Entro quattro mesi per l’adeguamento degli apparecchi, l’accesso al gioco viene previsto esclusivamente tramite tessera elettronica. Da subito, a prescindere dal tipo di gioco d’azzardo e dall’utilizzo o meno di apparecchiature elettroniche o di tagliandi o altro, tutte le forme di gioco sono subordinate alla presentazione della tessera sanitaria. In caso di controlli che verifichino il gioco a minori viene comminata un’immediata sanzione amministrativa pecuniaria da 6.000 a 10.000 euro.

Nel caso di reiterazione delle violazioni stesse, si applica la sanzione amministrativa accessoria della sospensione temporanea dell’esercizio dell’attività da 10 a 60 giorni… Ogni singola forma di gioco dovrà prevedere un tempo minimo che intercorra da una partita a un’altra. Saranno possibili solo i tempi compatibili con le capacità umane e per la riduzione dei quali non si potranno utilizzare software, apparecchiature specifiche o metodi di elaborazione dati (saranno quindi vietate le macchinette automatiche di ‘lettura’ dei gratta e vinci, le opzioni per le partite automatiche con gli apparecchi, la possibilità di controllare mediante software decine di cartelle del bingo simultaneamente, ecc)”.

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