A Roma convegno dell’Azione cattolica sul tema dell’educazione, con lo sguardo verso la Terra Santa
“È un saluto gioioso”, quello che l’Azione cattolica, riunita a Roma fino a domenica per il tradizionale convegno delle presidenze, rivolge al papa, che ha appena cominciato il suo pellegrinaggio in Terra Santa.
Circa 800 delegati da tutta Italia, responsabili associativi di circa 200 associazioni diocesane, hanno così voluto unire idealmente il loro lavoro romano sul tema “Chi ama educa – L’impegno dell’AC per una rinnovata cura educativa”, ai significati del viaggio apostolico di Benedetto XVI.
“Lei, e con Lei tutta la Chiesa, va a percorrere come Gesù le strade della Terra promessa, del popolo di Israele, – scrive l’Ac nel messaggio – a lasciarsi incantare dalla terra che tutti chiamano Santa, la terra che ha visto nostro Signore Gesù condividere con l’umanità passione per la vita, fatiche quotidiane e ascolto di Dio creatore, tenerezza di dialogo con uomini e donne fratelli e figli dell’unico Padre che sta nei cieli.”
Il papa, ad Amman ha detto che “La preghiera è speranza in azione”, e subito l’Ac ha rilanciato. Il messaggio dell’associazione, infatti, vuole essere anche “un saluto con cui tutta l’Azione Cattolica inizia in ogni parrocchia d’Italia e delle nazioni del mondo in cui è presente, una catena ininterrotta di preghiere per tutto il tempo del Suo pellegrinaggio, perché vogliamo supplicare da Dio il dono della pace che Vostra Santità va a impetrare e a servire in una terra martoriata, il dono della giustizia e della concordia in una terra che dispera di poterne trovare realizzazione, il dono di un dialogo tra tutte le religioni in un crocevia intriso di manifestazioni di fede nel Dio unico dei cieli e della terra.”
“La nostra preghiera – continua l’Ac – è un segno di affetto, è un incontro quotidiano in Dio, è una finestra spalancata sull’eternità per contemplare la bontà di Dio, il volto del suo Cristo e in Lui l’immagine di ogni uomo che soffre e spera.” I lavori sono iniziati ieri pomeriggio presso la Domus Pacis, con la relazione del prof. Alberto Monticone, “Ac ed educazione: una storia di fedeltà”.
“L’impegno per la cura educativa così come la passione per il bene comune – ha ricordato all’inizio dei lavori il presidente Franco Miano – sono per noi il sentiero di santità su cui concretizzare il nostro essere Azione Cattolica nella Chiesa di Cristo. Ciò ha una prima conseguenza: la scelta educativa dell’Ac, non può essere disincarnata, ma è attenta alla realtà e soprattutto alla vita delle persone. Non va dimenticato mai che al “cuore” del servizio educativo va sempre posto l’uomo, e dunque che la formazione non può risolversi in un mero esercizio di animazione o nello sviluppo di “tecniche” educative”.
Nella sua relazione il prof. Alberto Monticone, presidente del Consiglio scientifico dell’Istituto per la storia dell’Azione Cattolica e del Movimento Cattolico in Italia “Paolo VI”, ha ripercorso i 140 anni di storia dell’Azione Cattolica, riletti alla luce del suo impegno educativo, ricordando innanzitutto come “la lunga storia dell’AC trova le sue coordinate di fondo nella ricerca della qualità cristiana e nella conseguente azione nella società del proprio tempo, variamente operanti a seconda della struttura dell’associazione stessa e ovviamente delle condizioni della comunità ecclesiale e civile”.
Stamattina la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, e la relazione introduttiva del presidente Franco Miano sul tema, “L’impegno dellAc per una rinnovata cura educativa”. A seguire la tavola rotonda con Mons. Giovanni Giudici, vescovo di Pavia e Giuseppe Savagnone, Direttore del centro diocesano per la pastorale della cultura di Palermo. Nel pomeriggio “laboratori d’autore” e in serata pellegrinaggio sulla tomba di S. Paolo, presieduto da Mons. Jean Sleiman, arcivescovo di Bagdnad dei latini.
Domenica 10 la chiusura del convegno. In mattinata concelebrazione eucaristica presieduta da Mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina e Assistente generale dell’Ac, e la relazione sul tema “La passione per l’uomo è il nostro sì a Dio”, di Padre Innocenzo Gargano, monaco camaldolese Priore del monastero di S. Gregorio al Celio di Roma. Prima delle conclusioni, il saluto di mons. Jean Sleiman.
“Abbiamo avanti – spiega il presidente Franco Miano – un sentiero di santità che vuole concretizzarsi proprio nella cura educativa e nella passione per il bene comune. Perché formare la persona, mettendola davvero al centro, vuol dire credere ancora nel futuro, significa far vincere la speranza. La passione educativa è il fondamento di una vita buona per sé e per gli altri”.
Tale tensione educativa si esprime anche nell’impegno dell’associazione a sostegno delle iniziative promosse da “Liberi per Vivere”, il manifesto valoriale che l’AC ha sottoscritto a difesa del dono della vita, una vita da spendere e da far fruttare per il bene di tutti e di ciascuno. E sono nel solco della cura formativa anche le molte esperienze che hanno visto l’Azione Cattolica coinvolta oggi e in passato nella preparazione e animazione delle Settimane sociali promosse dalla Chiesa italiana.
Il titolo, Chi ama educa, sta invece a significare che un’azione educativa ha efficacia solo se è intimamente animata da una volontà di amore. Il cuore è il luogo dell’incondizionato e per educare è richiesta una generosità incondizionata. In questo senso il convegno ha anche lo scopo di promuovere, nella Chiesa, nell’associazione e nei territori un numero sempre maggiore di autentiche vocazioni educative.