Papa Francesco e i migranti

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E’ passato un anno dal giorno in cui il collegio cardinalizio ha scelto il nuovo Pontefice, che prendeva il nome di Papa Francesco. Il nuovo Papa, argentino di origine italiana, dalla sua prima apparizione alla loggia, dimostrerà una affabilità e familiarità, unite a una profonda spiritualità, alimentata dal carisma di S. Ignazio e dalla ricca e profonda esperienza pastorale. L’amore ai poveri, da subito annunciato come categoria della credibilità della Chiesa, ha trovato presto dei gesti e segni evidenti. L’8 luglio 2013, il Papa è a Lampedusa, per ringraziare la popolazione, la parrocchia per “l’esempio di solidarietà e di accoglienza” e per “risvegliare le nostre coscienze”  al senso della “responsabilità fraterna” sulla drammatica situazione dei rifugiati. Una visita che rimarrà impressa a Papa Francesco se, il 14 novembre, in occasione della prima visita  al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ricorderà: “A Lampedusa ho incontrato da vicino la sofferenza di coloro che, a causa delle guerre o della miseria, si avviano verso l’emigrazione in condizioni spesso disperate. A Lampedusa ho visto l’encomiabile testimonianza di solidarietà di tanti che si prodigano nell’opera di accoglienza”. Nel frattempo, il 10 settembre 2013, la visita al Centro Astalli di Roma, in un luogo familiare, sarà il segno di questa attenzione concreta del S. Padre ai volti e alle storie dei migranti e rifugiati. La pubblicazione dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, il 26 novembre 2013, sarà un altro importante luogo magisteriale per collocare l’attenzione al dramma dei migranti coniugandola con la tratta degli esseri umani, lo sfruttamento sessuale e lavorativo, anche dei bambini, condannando ogni forma e struttura di esclusione sociale e sfruttamento: “tutto ciò – scrive il Papa – non può continuare, costituisce una grave violazione dei diritti umani delle vittime e una offesa alla loro dignità”. In particolare, Papa Francesco ricorda come i migranti siano “una particolare sfida perché sono Pastore di una Chiesa senza frontiere che si sente madre di tutti” e immagina una città che faccia dell’ “integrazione un fattore di sviluppo” e favorisca “il riconoscimento dell’altro”. A Natale 2013, Papa Francesco ritorna più volte nel messaggio natalizio, nella domenica della Sacra Famiglia, sul dramma dei migranti e dei profughi, “segnato da paura, incertezza, disagi”, che “non sempre incontrano accoglienza vera, rispetto, apprezzamento dei valori di cui sono portatori”. Domenica 19 gennaio 2014, a cento anni dalla nascita della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, Papa Francesco si è rivolto familiarmente ai migranti: “Cari amici voi siete vicini al cuore della Chiesa, perché la Chiesa è un popolo in cammino verso il Regno di Dio, che Gesù Cristo ha portato in mezzo a noi. Non perdete la speranza di un futuro migliore! Vi auguro di vivere in pace nei Paesi che vi accolgono, custodendo i valori delle vostre culture di origine”.  A un anno di distanza dalla Sua elezione, la Migrantes saluta un Magistero e un modello pontificio di attenzione al mondo delle migrazioni, come a un luogo per ricostruire le nostre città, l’Italia, l’Europa.

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