Piccola cronistoria di un anno con Papa Francesco- seconda parte

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Luglio

5 – Nei Giardini Vaticani, presso il Palazzo del Governatorato, inaugurazione di un monumento a San Michele Arcangelo e consacrazione dello Stato della Città del Vaticano a San Giuseppe e a San Michele Arcangelo, presente il Papa Emerito Benedetto XVI. E’ la prima cerimonia pubblica a cui partecipano i due Papi. “Nel consacrare lo Stato Città del Vaticano a San Michele Arcangelo, gli chiediamo che ci difenda dal Maligno e che lo getti fuori”. Annovera nell’elenco dei santi da proclamare i beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Viene presentata la sua prima enciclica, ‘Lumen Fidei’, sulla base di un testo precedentemente scritto da Papa Ratzinger. 

6 – Incontro con seminaristi, novizi e novizie partecipanti al pellegrinaggio in occasione dell’Anno della fede. “Sempre dove sono i consacrati, i seminaristi, le religiose e i religiosi, i giovani, c’è gioia, sempre c’è gioia! E’ la gioia della freschezza, è la gioia del seguire Gesù; la gioia che ci dà lo Spirito Santo, non la gioia del mondo. Alcuni diranno: la gioia nasce dalle cose che si hanno, e allora ecco la ricerca dell’ultimo modello di smartphone, lo scooter più veloce, l’auto che si fa notare… Ma io vi dico, davvero, a me fa male quando vedo un prete o una suora con la macchina ultimo modello: ma non si può! Non si può!”.

8 – Prima visita apostolica in Italia, a Lampedusa, per commemorare i migranti morti in mare. “La cultura del benessere, che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, che sono belle, ma non sono nulla, sono l’illusione del futile, del provvisorio, che porta all’indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza”.

14 – Visita a Castel Gandolfo per un saluto ai dipendenti delle Ville pontificie e la recita dell’Angelus.

18 – Istituzione di una Pontificia Commissione referente sull’Organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede.

22/29 – A Rio de Janeiro per la XXVII Giornata Mondiale della Gioventù. Ai giovani dice: “Io so che voi volete essere terreno buono, cristiani veramente, non cristiani part-time; non cristiani “inamidati”, con la puzza al naso, così da sembrare cristiani e, sotto sotto, non fare nulla; non cristiani di facciata, questi cristiani che sono “puro aspetto”, ma cristiani autentici. So che voi non volete vivere nell’illusione di una libertà inconsistente che si lascia trascinare dalle mode e dalle convenienze del momento. So che voi puntate in alto, a scelte definitive che diano senso pieno”.

28/29 – Conferenza stampa nel volo di ritorno da Rio de Janeiro a Roma. “C’è qualcosa che qualifica il mio rapporto con papa Benedetto: io gli voglio tanto bene. Per me è un uomo di Dio, un uomo umile, un uomo che prega. Io sono stato tanto felice quando lui è stato eletto Papa. Anche quando lui ha dato le dimissioni, è stato per me un esempio di grandezza! Un grande. Soltanto un grande fa questo! Un uomo di Dio e un uomo di preghiera. Lui adesso abita in Vaticano, e alcuni mi dicono: ma come si può fare questo? Due Papi in Vaticano! Ma, non ti ingombra lui? Ma lui non ti fa la rivoluzione contro? Tutte queste cose che dicono, no? Io ho trovato una frase per dire questo: “E’ come avere il nonno a casa”, ma il nonno saggio. Quando in una famiglia il nonno è a casa, è venerato, è amato, è ascoltato. Lui è un uomo di una prudenza!”.

Agosto

7 – Videomessaggio per la festa di San Gaetano. “A volte, io domando a qualcuno: “Lei fa l’elemosina?”. Mi dicono: “Sì, padre”. “E quando Lei fa l’elemosina, guarda negli occhi la gente a cui fa l’elemosina?” “Ah, non so, non me ne accorgo”. “Allora Lei non ha incontrato la gente. Lei ha gettato l’elemosina ed è andato via. Quando Lei fa l’elemosina, tocca la mano o getta la moneta?”. “No, getto la moneta”. “E allora non lo hai toccato. E se non lo hai toccato, non lo hai incontrato”.

28 – Messa a Sant’Agostino in Campo Marzio  per l’apertura del 184° Capitolo generale ordinario degli Agostiniani. “Quali inquietudini ci invita a suscitare e a mantenere vive nella nostra vita sant’Agostino, questo grande uomo e santo? Ne propongo tre: l’inquietudine della ricerca spirituale, l’inquietudine dell’incontro con Dio, l’inquietudine dell’amore”.

31 – Nomina del Segretario di Stato, l’arcivescovo Pietro Parolin, al momento Nunzio Apostolico in Venezuela, e conferma di mons. Giovanni Angelo Becciu come Sostituto per gli Affari Generali; di mons. Dominique Mamberti come Segretario per i Rapporti con gli Stati; di mons. Georg Gänswein come Prefetto della Prefettura della Casa Pontificia; di mons. Peter Wells come assessore per gli Affari Generali; di mons. Antoine Camilleri come Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Settembre

1 – All’Angelus indice per il 7 settembre una giornata di preghiera e di digiuno per la pace in Siria

5 – Lettera al Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, in occasione del Vertice del G20 di San Pietroburgo. “L’economia mondiale potrà svilupparsi realmente nella misura in cui sarà in grado di consentire una vita degna a tutti gli esseri umani, dai più anziani ai bambini ancora nel grembo materno, non solo ai cittadini dei Paesi membri del G20, ma ad ogni abitante della Terra, persino a coloro che si trovano nelle situazioni sociali più difficili o nei luoghi più sperduti”.

10 – Visita privata al Centro Astalli, luogo di accoglienza ai richiedenti asilo e rifugiati organizzato dai Padri Gesuiti. “i conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare i soldi. I conventi vuoti non sono nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati”.

19 – Intervista alla Civiltà Cattolica e alle altre riviste dei Gesuiti. “Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. È inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare le sue ferite. Poi potremo parlare di tutto il resto. Curare le ferite, curare le ferite… E bisogna cominciare dal basso”.

21 – Udienza ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. “In questo tempo noi abbiamo una grande tentazione nella Chiesa, che è l’”acoso” [molestia] spirituale: manipolare le coscienze; un lavaggio di cervello teologale, che alla fine ti porta a un incontro con Cristo puramente nominalistico, non con la Persona di Cristo Vivo”.

22 Visita pastorale a Cagliari. Ai lavoratori dice: “Dio ha voluto che al centro del mondo non sia un idolo, sia l’uomo, l’uomo e la donna, che portino avanti, col proprio lavoro, il mondo. Ma adesso, in questo sistema senza etica, al centro c’è un idolo e il mondo è diventato idolatra di questo “dio-denaro”. Comandano i soldi! Comanda il denaro! Comandano tutte queste cose che servono a lui, a questo idolo. E cosa succede? Per difendere questo idolo si ammucchiano tutti al centro e cadono gli estremi, cadono gli anziani perché in questo mondo non c’è posto per loro! Alcuni parlano di questa abitudine di “eutanasia nascosta”, di non curarli, di non averli in conto… “Sì, lasciamo perdere…”. E cadono i giovani che non trovano il lavoro e la loro dignità. Ma pensa, in un mondo dove i giovani – due generazioni di giovani – non hanno lavoro. Non ha futuro questo mondo. Perché? Perché loro non hanno dignità! E’ difficile avere dignità senza lavorare. Questa è la vostra sofferenza qui”.

Ottobre

1 – Intervista al quotidiano La Repubblica. “La Chiesa è o deve tornare ad essere una comunità del popolo di Dio e i presbiteri, i parroci, i Vescovi con cura d’anime, sono al servizio del popolo di Dio”.

4 – Visita pastorale ad Assisi per la festa di San Francesco. All’Istituto Serafico incontro con i bambini disabili e ammalati. “Gesù, quando è Risorto era bellissimo. Non aveva nel suo corpo dei lividi, le ferite… niente! Era più bello! Soltanto ha voluto conservare le piaghe e se le è portate in Cielo. Le piaghe di Gesù sono qui e sono in Cielo davanti al Padre. Noi curiamo le piaghe di Gesù qui e Lui, dal Cielo, ci mostra le sue piaghe e dice a tutti noi, a tutti noi: “Ti sto aspettando!”. Nell’omelia alla Messa in piazza dice: “La pace francescana non è un sentimento sdolcinato. Per favore: questo san Francesco non esiste! E neppure è una specie di armonia panteistica con le energie del cosmo… Anche questo non è francescano! Anche questo non è francescano, ma è un’idea che alcuni hanno costruito! La pace di san Francesco è quella di Cristo, e la trova chi “prende su di sé” il suo “giogo”, cioè il suo comandamento: Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato (cfr Gv 13,34; 15,12). E questo giogo non si può portare con arroganza, con presunzione, con superbia, ma solo si può portare con mitezza e umiltà di cuore”. E al clero e alla comunità diocesana: “Alle volte penso ai matrimoni che dopo tanti anni si separano. “Eh… no, non ci intendiamo, ci siamo allontanati “. Forse non hanno saputo chiedere scusa a tempo. Forse non hanno saputo perdonare a tempo. E sempre, ai novelli sposi, io do questo consiglio: “Litigate quanto volete. Se volano i piatti, lasciateli. Ma mai finire la giornata senza fare la pace! Mai!”. E se i matrimoni imparano a dire: “Ma, scusa, ero stanco”, o soltanto un gestino: è questa la pace; e riprendere la vita il giorno dopo. Questo è un bel segreto, e questo evita queste separazioni dolorose”.

Novembre

21 – Visita alle Monache Benedettine Camaldolesi del Monastero di Sant’Antonio Abate all’Aventino, in occasione della Giornata per la vita contemplativa. “Eppure lei, la Madonna, beata perché ha creduto, da questa sua fede vede sbocciare il futuro nuovo e attende con speranza il domani di Dio. A volte penso: noi sappiamo aspettare il domani di Dio? O vogliamo l’oggi? Il domani di Dio per lei è l’alba del mattino di Pasqua, di quel giorno primo della settimana. Ci farà bene pensare, nella contemplazione, all’abbraccio del figlio con la madre. L’unica lampada accesa al sepolcro di Gesù è la speranza della madre, che in quel momento è la speranza di tutta l’umanità. Domando a me e a voi: nei Monasteri è ancora accesa questa lampada? Nei monasteri si aspetta il domani di Dio?”.

26 – Presentazione dell’Esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”.

29 – Incontro con  120 Superiori Generali per la 82ma Assemblea Generale dell’Unione dei Superiori Generali. “Bisogna formare il cuore. Altrimenti formiamo piccoli mostri. E poi questi piccoli mostri formano il popolo di Dio. Questo mi fa venire davvero la pelle d’oca. Voi dovete svegliare il mondo!”.

30 – Incontro con un gruppo di bambini polacchi ammalati di tumori e di leucemie, accompagnati dai familiari. “Grazie per questa visita e grazie per le preghiera che voi fate per la Chiesa. Voi fate tanto bene alla Chiesa con le vostre sofferenze, sofferenze inspiegabili. Ma Dio conosce le cose e anche le vostre preghiere”.

30 – Celebrazione dei primi Vespri d’Avvento con gli Universitari degli atenei romani. “Voi sapete che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno”.

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