Le Acli e la “blindatura” del disegno di legge sulla sicurezza: “Correzioni non sufficienti”.

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Le Acli continuano a fare la voce grossa sul tema della sicurezza, e in particolare sugli ultimi sviluppi del disegno di legge in discussione alla Camera. “E’ incomprensibile la chiusura al confronto da parte del Governo sul tema dell’immigrazione”, afferma in una nota il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero, che commenta la decisione del Consiglio dei ministri di porre la “fiducia” sul disegno di legge sulla sicurezza, “blindando” il testo del provvedimento. “In Parlamento si discute, ci si confronta e si vota – dice – non si fanno imboscate”.

 

Nel merito, le Acli fanno un richiamo alla discussione, perché, “Esiste una coscienza politica trasversale – spiega il presidente Olivero – che si è già espressa con il voto e con iniziative pubbliche per una profonda revisione del pacchetto sicurezza del Governo, con particolare riferimento alle misure che riguardano l’ingresso e il soggiorno dei cittadini stranieri in Italia. La società civile, le associazioni impegnate nel sociale, le organizzazioni cattoliche e di ispirazione cristiana hanno chiesto modifiche e proposto emendamenti puntuali su aspetti del disegno di legge ritenuti di particolare gravità, incontrando consensi e conferme nelle forze politiche e nei singoli deputati dell’opposizione e della stessa maggioranza”.

Per Oliviero c’è una visione sbagliata. “Il problema purtroppo è a monte – spiega – nell’idea che l’immigrazione sia una minaccia più che una risorsa. Nell’illusione che si possa ottenere la sicurezza senza garantire contemporaneamente percorsi reali d’integrazione per i cittadini stranieri”.

Da qui un invito al ripensamento, anche perché, secondo le Acli, i passi fatti in avanti, tra cui l’eliminazione del concetto dei presidi e medici “spia”, non sono sufficienti. “E’ vero – conferma il presidente – che sono stati corretti, per giunta parzialmente, i passaggi che imponevano l’obbligo di denuncia ai presidi e al personale sanitario, ma restano aperte questioni ugualmente gravi che riguardano l’iscrizione anagrafica dei minori, il diritto al matrimonio, i ricongiungimenti familiari, per non parlare delle ronde e del prolungamento della permanenza degli stranieri nei Centri di identificazione per l’espulsione”.

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