Prima domenica di Quaresima, anno A

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Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto:  Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: 

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». 

Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Il virus della tentazione è continuamente in agguato e insidia le nostre vite cercando, in ogni modo, di far deviare i nostri comportamenti quotidiani. Anche Gesù, come ciascuno di noi, ha dovuto affrontare questo ostacolo e le prove sono state molteplici.

Ad operare è sempre il genio del male, quello che continuamente e con insistenza prova e, purtroppo spesso riesce pure, a concretizzare allontandoci dalla nostra vera dimensione umana per inculcarci desideri smodati di potere, di ricchezza e di onore. Fa di tutto per sollecitarci ad assumere lo stile di chi crede di essere autosufficiente.

Se cadiamo nelle sue trappole la nostra vita perde la freschezza delle origini, l’innocenza dei bambini e diventa preda dei mali di vario genere che la rendono infelice e inumana. Gli esempi sarebbero tanti e hanno infinite sfumature ma tutte, proprio tutte sono all’origine dell’infelicità.

Gesù ha affrontato il demonio che lo ha tentato a più riprese nei quaranta giorni di deserto nel quale lo Spirito lo aveva condotto. Gesù è riuscito, quindi, a vincere il male che il tentatore aveva cercato con astuzia di iniettare nel suo cuore. Quando capì che con Gesù non c’era nulla da fare “lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinariono e lo servivano”.

Per operare il diavolo usa mille astuzie e si serve di qualsiasi cosa per attrarci a lui e per gestire le nostre vite rendendole un inferno già in questo mondo. E’ così che sollecita desideri inappagabili e sentimenti di vendetta, di orgoglio, di gelosia, di ricchezza, di possesso e di potere di ogni genere per perseguire i quali le nostre menti s’ingegnano facendoci mettere in atto comportamenti che provocano sofferenza, dolore, pianto e morte anche nei confronti del nostri fratelli. Con insistenza il diavolo ci mette davanti bisogni che in realtà non sono essenziali alle nostre esistenze; ci suggerisce desideri di potere per dominare gli altri e affermare noi stessi; ci offre occasioni per trasgredire la volontà di Dio e per affermare che non abbiamo alcuna necessità di riconoscere la presenza di un creatore al di sopra dell’uomo.

Diventiamo così degli insoddisfatti, degli infelici e delle persone senza gioia. Viviamo i nostri giorni tra dolori e sofferenze e, soprattutto, nell’incapacità di assaporare le gioie vere della vita, di questa unica grande occasione di vita e di donare l’amore nella quotidianità della nostra esistenza.

Tanti di noi sono vittime di queste chimere che il tentatore suggerisce al nostro cuore e ci  tormenta con le sue lusinghe che generano illusioni e delusioni profonde. Se, pero, imitando Gesù riusciamo a resistere ai suoi tentativi di trasformare le nostre esistenze in un inferno tutto riusciremo a godere del bene che il Signore ci ha donato e che continuamente ci mette davanti mentre il maligno cerca di oscurarlo.

 

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