Il papa: la fame nel mondo è una tragedia vergognosa

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“La legge naturale è una guida universale riconoscibile da tutti, sulla base della quale tutte le persone possono capirsi e amarsi reciprocamente.” Il papa lo ha ricordato ricevendo i partecipanti alla Assemblea Plenaria della Pontifica accademia delle Scienze Sociali in corso in Vaticano. “I diritti umani trovano la loro radice ultima nella partecipazione di Dio, che ha creato ogni essere umano con intelligenza e libertà”, ha spiegato il papa.

“Se questa solida base etica viene ignorata – ha ammonito il Pontefice – i diritti umani rimangono fragili poiché vengono privati del loro solido fondamento”. Benedetto XVI ha ricordato che occorre “spiegare e promuovere la dottrina sociale della Chiesa negli ambiti della legge, dell’economia, della politica e delle altre scienze sociali”, in modo da “continuare ad attestare la permanente pertinenza dell’insegnamento sociale della Chiesa in un mondo in rapida evoluzione. La Chiesa “ha sempre affermato che i diritti fondamentali, al di sopra e al di là dei differenti modi in cui essi sono formulati e dei differenti livelli di importanza che hanno nei vari contesti culturali, devono essere sostenuti e va accordato loro il riconoscimento universale, perché sono inerenti alla vera natura dell’uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio”.

Rileggendo la storia dei diritti umani il papa ha ricordato come “alla metà del secolo scorso dopo l’enorme sofferenza causata dalle due terribili guerre mondiali e i crimini indicibili perpetrati dalle ideologie totalitarie, la comunità internazionale ha acquisito un nuovo sistema di legge internazionale basato sui diritti umani”, diventati “il punto di riferimento di un ethos universale condiviso – almeno a livello di aspirazione – dalla maggior parte dell’umanità”, e ratificati “da quasi tutti gli Stati del mondo”. Anche per questo “rispettare la legge naturale e promuovere la solidarietà e la sussidiarietà con le regioni e i popoli più deboli del pianeta” è “la più efficace strategia per eliminare le ineguaglianze sociali tra paesi e società e per incrementare la sicurezza globale”. Tra i “problemi sociali più critici” degli ultimi decenni, Benedetto XVI ha citato “la crescente consapevolezza – che è in parte cresciuta con la globalizzazione e con l’attuale crisi economica – di un evidente contrasto tra l’attribuzione equa di diritti e l’ineguale accesso ai mezzi per ottenere tali diritti…è una tragedia vergognosa che un quinto dell’umanità abbia ancora fame”.

L’azione della Chiesa nel promuovere i diritti umani secondo il papa è “sostenuta dalla riflessione razionale, in modo tale che tali diritti possano essere presentati a tutte le persone di buona volontà, indipendentemente da qualsiasi affiliazione religiosa essi possano avere”. Ciononostante, da una parte “la ragione umana deve essere costantemente purificata dalla fede”, dal momento che “c’è sempre il pericolo di una certa cecità etica causata dalle passioni disordinate e dal peccato”.

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