Vocazioni e viaggio in Terra Santa. La domenica di Benedetto XVI

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Il mondo “non capisce il cristiano, non capisce i ministri del Vangelo. Un po’ perchè di fatto non conosce Dio, e un po’ perchè non vuole conoscerlo. Il mondo non vuole conoscere Dio e ascoltare i suoi ministri, perchè questo lo metterebbe in crisi”. E’ l’allarme lanciato da Papa Benedetto XVI, durante la solenne messa di ordinazione di 19 nuovi presbiteri della diocesi di Roma.

“Questo mondo, nel senso evangelico – osserva Ratzinger – insidia anche la Chiesa, contagiando i suoi membri e gli stessi ministri ordinati. Il ‘mondo’ è una mentalità, una maniera di pensare e di vivere che può inquinare anche la chiesa e di fatto la inquina, e dunque richiede costante vigilanza e purificazione. Siamo ‘nel’ mondo, e rischiamo di essere anche ‘del’ mondo. E di fatto a volte lo siamo”. “Gesù – prosegue il Papa – ha sperimentato su di sè il rifiuto di Dio da parte del mondo, l’incomprensione, l’indifferenza, lo sfiguramento del volto di Dio”.

Al Regina Coeli, Benedetto XVI ha parlato del suo viaggio in Terra Santa. Un viaggio che avrà anche “una notevole importanza ecumenica e interreligiosa”. “C’è un’altra intenzione per la quale oggi vi invito a pregare – dice il papa dopo aver chiesto preghiere per le vocazioni nel mondo – il viaggio in Terra Santa che compierò, a Dio piacendo, dal prossimo venerdì 8 maggio al venerdì 15. Sulle orme dei miei venerati predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II, mi farò pellegrino ai principali luoghi santi della nostra fede. Con la mia visita mi propongo di confermare e di incoraggiare i cristiani di Terra Santa, che devono affrontare quotidianamente non poche difficoltà. Quale Successore dell’apostolo Pietro – prosegue il Pontefice – farò loro sentire la vicinanza e il sostegno di tutto il corpo della Chiesa”.

“Inoltre, mi farò pellegrino di pace, nel nome dell’unico Dio che è Padre di tutti. Testimonierò l’impegno della Chiesa Cattolica in favore di quanti si sforzano di praticare il dialogo e la riconciliazione – spiega ancora Benedetto XVI – per giungere ad una pace stabile e duratura nella giustizia e nel rispetto reciproco. Infine, questo viaggio non potrà non avere una notevole importanza ecumenica e interreligiosa. Gerusalemme è, da questo punto di vista, la città-simbolo per eccellenza: là Cristo è morto per riunire tutti i figli di Dio dispersi”

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