Il Papa: ‘Basta lotte di potere, chi le fa si crede Dio!’
Il Papa ha inaugurato la Quaresima con la celebrazione penitenziale del Mercoledì delle Ceneri nella Basilica di Santa Sabina all’Aventino. Una tradizione interrotta lo scorso anno per la rinuncia di Benedetto XVI al pontificato: allora si scelse di celebrare il rito nella Basilica Vaticana per consentire a migliaia di fedeli di partecipare e accomiatarsi dal Papa, nell’ultima Messa presieduta in pubblica come Successore di Pietro.
Raggiunta la Basilica di Santa Sabina al termine della processione partita da Sant’Anselmo, il Papa ha pronunciato l’omelia esortando tutti a raccogliere la sfida della conversione del cuore, che ‘non si riduce a forme esteriori o a vaghi propositi, ma coinvolge e trasforma l’intera esistenza a partire dal centro della persona, dalla coscienza. Siamo invitati ad intraprendere un cammino nel quale, sfidando la routine, ci sforziamo di aprire gli occhi e le orecchie, ma soprattutto il cuore, per andare oltre il nostro orticello’.
La Quaresima – ha sottolineato Papa Francesco – ‘ci chiama a riscuoterci, a ricordarci che noi siamo creature, che non siamo Dio’ dinanzi a ‘un mondo sempre più artificiale, in una cultura del fare, dell’utile, dove senza accorgercene escludiamo Dio dal nostro orizzonte’. E insieme a Dio l’apertura deve coinvolgere il prossimo. ‘Solo quando le difficoltà e le sofferenze dei nostri fratelli ci interpellano – ha aggiunto – soltanto allora possiamo iniziare il nostro cammino di conversione verso la Pasqua. E’ un itinerario che comprende la croce e la rinuncia’.
Commentando il Vangelo, Papa Bergoglio ha elencato e spiegato i tre pilastri che devono essere presenti nel cammino quaresimale: preghiera, digiuno ed elemosina che ‘comportano la necessità di non farsi dominare dalle cose che appaiono: quello che conta non è l’apparenza; il valore della vita non dipende dall’approvazione degli altri o dal successo, ma da quanto abbiamo dentro’. ‘Quando io guardo nel piccolo ambiente quotidiano alcune lotte di potere, per gli spazi – ha aggiunto a braccio il Papa – io penso: ma questa gente gioca a Dio creatore, ancora non se ne sono accorti che non sono Dio’.
Il Papa ha ribadito come la Quaresima sia ‘tempo di preghiera, di una preghiera più intensa, più assidua, più capace di farsi carico delle necessità dei fratelli, di intercedere davanti a Dio per tante situazioni di povertà e di sofferenza’. Pregare ‘è la forza del cristiano e di ogni persona credente. Dinanzi a tante ferite che ci fanno male e che ci potrebbero indurire il cuore, noi siamo chiamati a tuffarci nel mare della preghiera, che è il mare dell’amore sconfinato di Dio, per gustare la sua tenerezza’. Il digiuno non deve essere ‘formale’ ma ‘ha senso – ha spiegato ancora il Pontefice – se veramente intacca la nostra sicurezza, e anche se ne consegue un beneficio per gli altri, se ci aiuta a coltivare lo stile del Buon Samaritano, che si china sul fratello in difficoltà e si prende cura di lui’.
Digiunare vuol dire scegliere ‘una vita sobria, che non spreca, che non scarta. Digiunare ci aiuta ad allenare il cuore all’essenzialità e alla condivisione. E’ un segno di presa di coscienza e di responsabilità di fronte alle ingiustizie, ai soprusi, specialmente nei confronti dei poveri e dei piccoli, ed è segno della fiducia che riponiamo in Dio e nella sua provvidenza’.
L’elemosina infine va accompagnata alla gratuità poiché comporta il disinteresse nel ricevere una contropartita. Per il Papa infatti ‘la gratuità dovrebbe essere una delle caratteristiche del cristiano, che, consapevole di aver ricevuto tutto da Dio gratuitamente, cioè senza alcun merito, impara a donare agli altri gratuitamente’. Al contrario nel nostro mondo la gratuità è stata estromessa dal momento che ‘tutto si vende e si compra. Tutto è calcolo e misura. L’elemosina ci aiuta a vivere la gratuità del dono, che è libertà dall’ossessione del possesso, dalla paura di perdere quello che si ha, dalla tristezza di chi non vuole condividere con gli altri il proprio benessere’. Quando ‘qualcosa non va bene nella società e nella Chiesa – ha proseguito ancora a braccio – abbiamo bisogno di cambiare, di dare una svolta, di convertirci!’.
Papa Francesco ha concluso l’omelia osservando che il tempo forte della Quaresima ‘viene provvidenzialmente a risvegliarci, a scuoterci dal torpore, dal rischio di andare avanti per inerzia’. Un tempo dunque da vivere in pienezza, che ci ricorda come sia ‘possibile realizzare qualcosa di nuovo in noi stessi e attorno a noi, semplicemente perché Dio è fedele, continua ad essere ricco di bontà e di misericordia, ed è sempre pronto a perdonare e ricominciare da capo’. ‘Con questa fiducia filiale – è stata l’esortazione conclusiva di Papa Francesco – mettiamoci in cammino!’.
Terminata l’omelia il Papa ha ricevuto sul capo le Ceneri dal Cardinale Jozef Tomko, titolare di Santa Sabina e ha poi imposto a sua volta le ceneri ai Cardinali presenti in Basilica.