Chi si preoccupa dei “bambinicidi”?

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Sono certo che era un bambino buono, che amava la sua mamma, il suo papà, che avesse dei buoni amici, che giocava e studiava. Undici anni, tanti sogni e tante speranze, forse tanti pianti e tanti timori. Ucciso dalla mamma dopo un litigio con il marito, suo papà. Ci si aspetta da tutti e da tanti una parola di solidarietà, una telefonata che esprima un pensiero e una partecipazione al dolore, di chi è rimasto a piangere. Aiutare la madre – scampata al suicidio – ed ora deve essere aiutata a convivere e vivere con una tragedia che ha eliminato il frutto di un amore. E’ l’ultima storia tragica che sconvolge e lacera questo silenzio velato sul dramma del bambinicidio, sulla eliminazione di piccoli agnelli innocenti. Per noi cristiani la mano di Erode che si scaglia ancora con gli innocenti. Mani potenti insanguinate e coperte di lucido affetto e amore malato. Ingannati – tanti bambini – dal falso amore. Possiamo rimanere solo a sentire una notizia di cronaca. Possiamo non percorrere – nelle nostre comunità cristiane e cattoliche – il grande patrimonio educativo che ha sempre irrorato – anche con il sangue dei piccoli martiri – la bellezza dell’impegno per tutelare i prediletti del Signore?

Una comunità cristiana e civile non può tacere difronte al “bambinicidio” un termine che  vogliamo utilizzare per indicare la strage dei bambini perpetrata spesso nel silenzio  – e conosciuta solo quando la cronaca decide di rendere pubblica- perché spesso relegata alla conflittualità genitoriale e alla sopressione del legame tra i due coniugi qual è il figlio Una potestà tradita se si intende quale attribuzione al padre e alla madre di proteggere, educare ed istruire il figlio minorenne e curarne gli interessi.

E’ in quantificabile dato che non esiste una banca dati sul fenomeno del bambinicidio, relegato soltanto a questioni di controversie familiari. Questi bambini sono stati accolti nelle nostre comunità, sono stati battezzati e in molti casi hanno seguiti i gruppi di catechesi. Forse non abbiamo mai saputo intercettare i loro disagio, il loro dolore, la solitudine e l’amarezza del non amore vissuto in famiglia.

In Italia accanto ai 113 bambini uccisi dai genitori (2004-2008, Eures) impressionano i numeri dell’infanticidio; nell’ultimo decennio 130 sono state le minorenni (bambine) uccise in Italia dai genitori.

Se poi facciamo rientrare le violenze e gli abusi sui minori nel mondo i numeri aprono scenari drammatici: parliamo di circa 175 milioni di minori vittime di abusi sessuali. Sono stati segnalati in tutto il mondo da Meter negli ultimi 10 anni più di un milione e 500mila  di siti a contenuto pedofilo e pedopornografico; parliamo di più di un milione di bambini coinvolti in abusi sessuali con adulti, di età tra i zero anni (infantofilia) e 12 anni. In media negli ospedali italiani 5/7 bambini vengono portati al pronto soccorso per vari tipi di abusi e violenze, una percentuale che non può lasciarci indifferente.

Un elenco che potrebbe continuare.

Cosa fare? Continuiamo ad ascoltare la Parola di Dio e approfondire i diritti fondamentale dei bambini; coinvolgere nei Consigli Pastorali Parrocchiali un rappresentate dei bambini; pensare alla figura di un Vicario episcopale dell’infanzia nelle diocesi (una proposta da decenni avanzata) per rendere più concreta, in accordo con gli altri uffici di pastorale, la predilezione per l’infanzia e non solo per i giovani. Aiutare le famiglie a superare i conflitti e non agire solo per l’emergenza.

E’ possibile. Ci vuole audacia e non dire “si è fatto sempre così” e non cambia nulla. Dal Bambino …. Il cambiamento.

* parroco e fondatore di Meter onlus (www.associazionemeter.org)

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