Verso la Settimana Sociale. Dalla Cei l’invito a pensare insieme l’agenda dei problemi più gravi

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Dalla Conferenza Episcopale primo passo verso l’appuntamento con la Settimana sociale dei cattolici italiani, prevista a Reggio Calabria nell’ottobre del 2010. L’invito alle tante realtà del mondo cattolico, dall’associazionismo alle diocesi, è di individuare le questioni “gravissime” dalle quali dipende il futuro del paese. Diotallevi, vicepresidente del Comitato organizzatore: “Non chiudiamo gli occhi davanti alla crisi”.

Anzitutto, un’agenda. Un elenco breve, concreto e stringato di problemi, quelli cruciali, dalla soluzione o dalla mancata soluzione dei quali dipende la forma che prenderà il futuro del nostro paese. Un lavoro ampio lungo diciotto mesi per dare ordine, risalto e un nome alle questioni gravissime del paese, avendo il coraggio di tralasciare tutte le altre, anche quelle “semplicemente” gravi. Tre, quattro, massimo cinque punti, intorno ai quali confrontarsi alla ricerca di soluzioni, nell’ottica della speranza e della responsabilità. E’ un invito “umile, sommesso e intenso”, ai cattolici ma non solo a loro, quello lanciato oggi dal Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei cattolici italiani, occasione ormai centenaria di incontro sui temi della società voluto e organizzato sotto l’egida della Conferenza episcopale italiana. L’edizione numero 46, prevista dal 14 al 17 ottobre 2010, si terrà a Reggio Calabria e il cammino preparatorio, lungo un anno e mezzo, verterà essenzialmente sulla definizione dei contenuti, cioè sulla realizzazione di un’agenda con cui le istituzioni e i gruppi sociali saranno chiamati a misurare la propria responsabilità nella costante ricerca del “bene comune”. “Un’agenda di problemi prioritari – si legge nel testo invito divulgato dalla Cei – non è un programma , né economico, né politico, né d’altro ordine, ma può ben essere un riferimento per elaborare e valutare programmi e azioni”. E nessuno abbia paura a far pervenire le proprie riflessioni, perché “opzioni orientate al bene comune posson anche non essere accolte, ma non c’è ragione perché non siano pubblicamente ricercate e discusse”. 

“La pretesa – racconta Luca Diotallevi, il vicepresidente del Comitato – è quella di pensare che una grande capacità di mobilitazione come quella a cui si sta assistendo (anche nel mondo ecclesiale e associativo cattolico) dopo il terremoto in Abruzzo possa essere presente anche sul versante intellettuale: non solo nel fare e nell’agire, insomma, ma anche nel pensare, nell’intravedere, nel discernere, nel trovare chiavi di lettura, nel definire e nell’individuare delle priorità”. Un’operazione che viene chiesta non solo agli individui, ma anche alle tante realtà che sono espressione del cattolicesimo italiano: le diocesi, le associazioni, tutte le realtà (e non solo quelle) che si rifanno ad una prospettiva cristiana. 

In sostanza, per semplificare, dalla Conferenza Episcopale Italiana arriva un invito a lungo termine a contribuire alla redazione dell’agenda futura del paese: a Reggio Calabria non si discuterà su un programma deciso dai vertici dell’istituzione e dunque imposto dall’alto, ma su pochissimi e concreti ambiti, definiti e scelti grazie al contributo più ampio possibile da parte della base. L’ottica di osservazione è e rimarrà – assicura il presidente del Comitato, mons. Arrigo Miglio, che è anche Presidente della Commissione dedicata ai problemi sociali, lavoro, giustizia e pace della Cei – quella dello “sperare cristiano” e della “responsabilità”. “In questo momento di crisi sociale ed economica – spiega Diotallevi – non ci iscriviamo né fra gli ottimisti né fra i pessimisti, perchè la speranza cristiana non è semplice ottimismo: è la scelta di non chiudere gli occhi di fronte alla crisi, è il tentativo di individuare gli elementi positivi e di discernere le questioni gravissime intorno alle quali ruota il nostro futuro. E quindi di agire”. “C’è bisogno – continua – di una nuova generazione di cattolici capace di assumere responsabilità pubbliche, in ogni ambito: non solo nella politica, ma in tutta la società, dallo sport al sindacato”. Prima dell’appuntamento di Reggio Calabria sarà compito del Comitato redarre un documento preparatorio che individui i punti focali del discorso: una stesura che sarà anticipata, nei prossimi mesi, da un altro testo, una sorta di “strumento di lavoro” in cui convoglieranno tutti i contributi inviati al Comitato nel corso delle prossime settimane e dei prossimi mesi

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