Per San Valentino un regalo al Sudan

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Venerdì 14 febbraio si festeggia san Valentino, martire cristiano, ricorrenza dedicata agli innamorati, istituita nel 496 da Papa Gelasio I, che la sostituì alla precedente festa pagana delle lupercalia, in onore del dio Luperco, protettore del bestiame ovino e caprino dall’attacco dei lupi.

Alla diffusione della festa cristiana, soprattutto in Francia e in Inghilterra, contribuirono i benedettini, attraverso i loro numerosi monasteri, essendo stati affidatari della Basilica di San Valentino a Terni dalla fine della seconda metà del VII secolo. Oggi questa festa muove un numero considerevole di biglietti di auguri: l’associazione Greeting Card Association ha stimato che ogni anno in questo giorno vengano spediti circa un miliardo di biglietti d’auguri, numero che colloca questa ricorrenza al secondo posto, come numero di biglietti acquistati e spediti, dopo le feste di Natale.

Ma da qualche anno molte organizzazioni di volontariato propongono di devolvere la spesa dei biglietti di auguri ad opere di solidarietà: questo anno nmerose ong hanno deciso di sostenere la popolazione del Sud Sudan, come ha fatto l’associazione ‘Cesar’ (Coordinamento Enti Solidali A Rumbek), onlus fondata nel 2000 e finalizzata al coordinamento degli enti impegnati a promuovere attività di cooperazione e di sensibilizzazione a favore delle popolazioni del Sud Sudan. Cesar dedica parte della sua attività alla sensibilizzazione sulla realtà del Sud Sudan, organizzando specifiche iniziative di educazione allo sviluppo (EAS).

In seguito alla morte di mons. Cesare Mazzolari, avvenuta nel 2011, l’associazione si è trasformata in fondazione scegliendo la dicitura: ‘CESAR – Fondazione Mons. Cesare Mazzolari Onlus’. Nel suo sito la fondazione ha scritto: “Si avvicina S. Valentino, se sei ancora indeciso su cosa regalare a chi ami, quest’anno scegli un regalo davvero speciale: un piccolo aiuto per i bambini del Sud Sudan, costretti a lottare ogni giorno contro la fame e le malattie a causa della drammatica crisi umanitaria che sta vivendo il Paese. Vieni a scegliere il tuo regalo di Cesar, e invia la cartolina con il tuo dono a chi ami!

E’ un dono unico e pieno d’amore perfetto per dichiarare il tuo a chi vuoi tu! Infatti, nonostante gli accordi di pace firmati ad Addis Abeba, in Etiopia, il 23 gennaio scorso, nelle regioni petrolifere del nord i combattimenti non cessano, costringendo migliaia di persone a fuggire. Secondo le Nazioni Unite, ad oggi si contano almeno 10.000 morti, 60.000 rifugiati nei Paesi confinanti, ed oltre 200.000 sfollati interni.

E sono numeri destinati a crescere ancora. Cifre impressionanti, che si aggiungono alle migliaia di persone che continuano a vivere in condizioni di assoluta povertà, con meno di 1 $ al giorno procapite, e cronica mancanza di cibo, acqua pulita, servizi e infrastrutture sanitarie e sociali sufficienti a dar loro dignità di vita. Tutto questo in un Paese che, a dispetto delle immense ricchezze del suo territorio, non è ancora riuscito a trovare la strada per uscire dallo stato di povertà.

Il governo, nato, dopo l’indipendenza, dalla costola del Movimento armato per la liberazione del popolo sud sudanese, non è stato finora in grado di perseguire concreti obiettivi politici, né di avviare un qualsivoglia piano di investimenti per l’educazione, l’assistenza sociale, il lavoro, i trasporti, come invece promesso, imbrigliato com’è in controversie e lotte tribali per il potere e l’egemonia. Una condizione di stallo che renderebbe drammatica la situazione di migliaia di uomini e donne, se non fosse per l’impegno delle organizzazioni internazionali presenti nel Paese, tra cui Cesar, e le tante che con noi collaborano, e della Chiesa cattolica”.

Nel frattempo sempre più cittadini sud-sudanesi, in fuga dall’incessante violenza nel proprio paese, lasciano le proprie case per varcare i confini nazionali e cercare rifugio nei vicini paesi di Uganda, Etiopia, Kenya e in alcune instabili regioni del Sudan. Da metà dicembre 78.000 persone si sono riversate nei paesi limitrofi. Circa la metà di loro ha trovato riparo nella regione ugandese di West Nile, incuneata tra il Sud Sudan e la Repubblica Democratica del Congo (RDC). Complessivamente sono 42.654 le persone, perlopiù donne e bambini, provenienti da Nimule in Sud Sudan, che si trovano nei distretti ugandesi di Arua, Adjumani and Kiryandongo.

Secondo quanto riferiscono operatori dell’UNHCR, molti uomini accompagnano le proprie famiglie al confine con l’Uganda per poi ritornare da soli in Sud Sudan. I rifugiati intervistati hanno inoltre raccontato di aver assistito a uccisioni, sparatorie e abitazioni date alle fiamme. Anche in Etiopia si registra un aumento degli arrivi. Dalla regione di Jonglei, infatti, 18.616 cittadini sud-sudanesi hanno attraversato il confine per riversarsi nell’area di Akobo. Inoltre, in base ai dati disponibili, 10.000 persone avrebbero attraversato il confine verso il Sudan per affluire negli stati di West e South Kordofan, due regioni altamente instabili.

Pax Christi International ha scritto una lettera ai vescovi sudanesi assicurando sostegno al “popolo del Sud Sudan in questo momento critico. Due anni fa, il Sud Sudan divenne indipendente; molti di voi celebrarono quel nuovo slancio come una tappa storica per la libertà e per la democrazia.

Da metà dicembre del 2013, la violenza ha causato un’escalation di morti e decine di migliaia di persone sono state costrette a fuggire. Oggi, siamo profondamente preoccupati per il futuro del paese. Noi piangiamo con coloro che hanno perso i propri cari. I civili innocenti sono presi di mira a causa della loro origine etnica. Questa è una grave violazione dei diritti umani. Pax Christi International, insieme a Papa Francesco, prega per l’armonia sociale in Sud Sudan”.

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