Benedetto XVI e la sua rinuncia: un “giorno particolare” in Sala Stampa Vaticana
Roma, 11 febbraio 2013. Era un normalissimo lunedi di febbraio e nessuno si aspettava che in quella mattinata, di lì a pochi minuti, sarebbe cambiata l’intera storia della Chiesa. Succedono sempre quando meno te li aspetti i colpi di scena. Benedetto XVI, nella sua formula in latino e nella Sala del Concistoro, annuncia la sua rinuncia a Capo della Chiesa visibile. Una cosa mai vista. O almeno dai lontanissimi tempi di Celestino V. Come dare subito concretamente spazio alle parole per esprimere esattamente quello che stava succedendo? Nella Sala Stampa vaticana c’è l’atmosfera del giorno festivo, il posto di lavoro era semivuoto, nessun si aspettava la notizia più grande e insolita degli ultimi anni. Sulla home di facebook si leggevano post tipo: ” pure il Papa si dimette”; “Benedetto XVI non vuole più essere Papa” e cosi via. Nel mondo stava succedendo qualcosa di molto grande. L’atmosfera in Via della Conciliazione era assolutamente tesa, era confusa, quasi al limite dell’impossibile. Ci si sentiva travolgere, le agenzie stampa erano fuori di senno, le redazioni di ogni giornale davano la notizia, ma nessuno sapeva bene i motivi, le modalità, il perchè e come stesse succedendo tutto quello. E forse nemmeno adesso riusciamo ancora dare una risposta esaustiva al perchè Benedetto XVI abbia preso una decisione così importante come quella di rinunciare al governo della Chiesa. E’ passato un anno ed è stata una fortuna professionale trovarsi in quei posti in quei particolari momenti, vivere quelle emozioni direttamente sul campo, sentire così da vicino e descrivere agli altri, dal posto in cui nascono e si generano le notizie del Santo Padre, quello che stava accadendo. Si, quei giorni sono stati un’immensa fortuna. In Sala Stampa ci si ritrovava nel momento più incredibile della storia e lo si poteva raccontare, scrivere e lasciare la firma su un articolo che parlava di quei giorni e di quelle ore così surreali.
