La crisi è frutto della cupidigia: il predicatore pontificio riflette nella litiurgia del venerdì

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Come ogni venerdì santo nella basilica vaticana il papa e la curia celebrano la liturgia dell’ adorazione della croce e ascoltano il predicatore della Casa Pontificia. Una riflessione che quest’ anno padre Raniero Cantalamessa ha fatto partire dalle parole di San Paolo e che ha proseguito leggendo alcuni fatti di cronaca. Compreso il dramma del terremoto. Cristo sulla croce “non ha soltanto denunciato e vinto il peccato, ha anche dato un senso nuovo alla sofferenza, anche a quella che non dipende dal peccato di nessuno, come quella che si è abbattuta in questa settimana sulla vicina Regione dell’Abruzzo con il terremoto”. Ed ha proseguito: “Cristo non è venuto ad aumentare la sofferenza umana o a predicare la rassegnazione ad essa”, bensì “a darle un senso e ad annunciarne la fine e il superamento”.

Un commento aspro anche contro gli “ autobus atei “ di alcune città europee. ”L’ateismo – ha detto – e’ un lusso che si possono concedere solo i privilegiati della vita” Ed ha spiegato :”Quello slogan sui bus di Londra e di altre citta’ viene letto anche da genitori che hanno un figlio malato, da persone sole, o rimaste senza lavoro, da esuli fuggiti dagli orrori della guerra, da persone che hanno subito gravi ingiustizie nella vita… Io cerco di immaginare la loro reazione nel leggere le parole: ‘Probabilmente Dio non c’e’: goditi dunque la vita!’ E con che?”. E ancora: ”Non e’ la sola incongruenza di quella trovata pubblicitaria – ha aggiunto -. ‘Dio probabilmente non esiste’: dunque, potrebbe anche esistere, non si puo’ escludere del tutto che esista.

Ma, caro fratello non credente, se Dio non esiste, io non ho perso niente; se invece esiste, tu hai perso tutto! Dovremmo quasi ringraziare chi ha promosso quella campagna pubblicitaria; essa ha servito alla causa di Dio piu’ che tanti nostri argomenti apologetici. Ha mostrato la poverta’ delle sue ragioni ed ha contribuito a scuotere tante coscienze addormentate.” Poi una riflessione particolare proprio sulle conseguenze del terremoto abruzzese: ”Perche’ nel terremoto sono crollati tanti palazzi costruiti di recente’? Cosa ha indotto a mettere sabbia al posto del cemento’?” Frasi a braccio rispetto al testo preparato. Ma ha aggiunto che il terremoto, diversamente dalla crisi economica globale non e’ colpa del ”peccato” di nessuno.

Per la crisi ha detto ”si fanno analisi a non finire della crisi economica in atto nel mondo e delle sue cause, ma chi osa mettere la scure alla radice e parlare di peccato’? L’Apostolo definisce l’avarizia insaziabile una ‘idolatria’ e addita nella sfrenata cupidigia di denaro ‘la radice di tutti i mali’. Possiamo dargli torto’?” E ancora “L’elite finanziaria ed economica mondiale era diventata una locomotiva impazzita che avanzava a corsa sfrenata, senza darsi pensiero del resto del treno rimasto fermo a distanza sui binari. Stavamo andando tutti ‘contromano”’.

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