La fede fonte di luce e speranza: il messaggio del papa ai terremotati d’ Abruzzo

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“In momenti come questi, fonte di luce e di speranza resta la fede, che proprio in questi giorni ci parla della sofferenza del Figlio di Dio fattosi uomo per noi: la sua passione, la sua morte e la sua risurrezione siano per tutti sorgente di conforto ed aprano il cuore di ciascuno alla contemplazione di quella vita in cui ‘non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate’”. Le parole sono del papa, la voce rotta dalla commozione, quella del suo segretario particolare monsignor Georg Gaenswein, inviato espressamente per fare sentire alla gente d’ Abruzzo la vicinanza del papa.

“Sono certo che con l’impegno di tutti si può far fronte alle necessità più impellenti”, ha scritto il Papa, assicurando che la Chiesa, in ogni ordine, grado e forma sarà in prima linea con le istituzioni italiane nell’assistenza ai terremotati, come del resto – sottolinea – già dimostra “la crescente onda di solidarietà” mostrata dai soccorritori. Benedetto prega perché tutti abbiano “il coraggio di continuare a sperare senza cedere allo sconforto”. Dopo la lettura del testo del papa monsignor Gaenswein presenta anche il calice che Benedetto offre per la celebrazione e che dona alla diocesi de L’Aquila.

Durante la messa, presieduta dal cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone con tanti vescovi e sacerdoti a concelebrare, pianto e dolore composto. Poi la omelia. Come nel Crocifisso che si sentì abbandonato sul Calvario, dice Bertone “Dio può sembrare assente, il dolore può apparire una forza bruta e senza senso, le tenebre degli occhi pieni di lacrime sembrano oscurare anche i più timidi raggi di sole e di primavera. Eppure è proprio mentre si fa provocatrice la domanda: ‘Dov’è il tuo Dio?’ che sentiamo emergere dal profondo la certezza dell’intervento amorevole di Dio”. e il cardinale ha proseguito: “La morte ci fa toccare con mano che tutto in un attimo può cessare – sogni, progetti, speranze. Tutto finisce; solo resta l’amore. Resta solo Dio che è Amore. In quest’ora di dolore e di smarrimento profondo, è la Parola di Dio a sostenere la nostra fede, a confortarci e ad assicurarci che nulla può cancellare la forza dell’amore”.

Sentimenti che con diversa sensibilità religiosa, fa propri l’imam, Mohamed Nour Dacia, presidente dell’Unione delle comunità islamiche, che prega al termine della Messa per le sei persone di fede islamica rimaste senza vita sotto le macerie, ma anche – dice – per tutti gli altri. La messa termina ocn il rito del commiato, la benedizione delle 205 bare e la incensazione. Il vescovo della diocesi aquilana aveva ricordato così la tragedia:“Cari fratelli e sorelle, colpiti negli affetti più cari, è il momento della grande fede, come mi diceva il papà di due fratellini morti in questa tragedia. Una fede che è più forte del dolore, dello smarrimento, della paura, del dubbio e della disperazione (…) Signore, fa’ che da questa insopportabile e assurda storia di morte nasca una nuova e luminosa storia di vita e di speranza”.

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