Safer Internet Day: una ricerca dell’Università Cattolica

‘Let’s create a better Internet together’ è il tema scelto per celebrare l’undicesima edizione del Safer Internet Day (celebrata ieri), la giornata promossa dall’Unione Europea per diffondere la cultura e la sensibilità sull’uso responsabile delle nuove tecnologie.
Infatti smartphone e tablet, in uso nei giovani, presentano più opportunità, ma anche più rischi secondo il report ‘Net Children Go Mobile: Risks and opportunities’: il 51% dei ragazzi di 9-16 anni utenti internet in Danimarca, Irlanda, Italia, Regno Unito e Romania possiede uno smartphone e il 45% lo usa quotidianamente per andare online; il 20% possiede un tablet, ma il 30% usa un tablet ogni giorno per accedere a internet.
Ma le differenze fra paesi sono ancora notevoli: in Italia il 45% dei ragazzi che usano internet ha uno smartphone, e il 42% accede alla rete quotidianamente dal cellulare. Il rapporto mostra che i ragazzi che accedono a internet anche da smartphone e tablet usano internet per una più ampia varietà di attività: in particolare usano di più i social media per comunicare e condividere foto o video con gli amici, e per fruire contenuti mediali. Inoltre, possiedono più competenze digitali, safety skills e competenze comunicative. Tuttavia, hanno più probabilità di esporsi ai rischi di internet. Comunque l’esposizione ai rischi non conduce necessariamente a esperienze negative, dannose e dolorose.
L’esperienza che fa più soffrire i ragazzi è il bullismo: due ragazzi su tre che hanno subito atti di bullismo faccia a faccia o di cyberbullismo, dichiarano di essere ‘molto’ o ‘abbastanza’ turbati da quanto è accaduto. Al secondo posto si posizionano i rischi sessuali: la metà di chi ha visto immagini sessuali on- e offline, e di chi ha ricevuto messaggi sessualmente espliciti (sexting) ne è rimasto turbato. I ragazzi che usano smartphone e tablet sono più esposti ai rischi, ma non ai danni: l’accesso e l’uso di internet da devices mobili non è, quindi, un fattore di vulnerabilità.
Questi dati sono stati commentati dalla prof.ssa Giovanna Mascheroni, ricercatrice presso OssCom – Centro di ricerca sui Media e la Comunicazione dell’Università Cattolica di Milano e coordinatrice di Net Children Go Mobile:
“Rispetto al 2010, anno dei dati EU Kids Online, abbiamo osservato un incremento nel numero di ragazzi che riporta di aver incontrato uno o più rischi su internet, soprattutto fra quanti usano smartphone e tablet. Non si tratta, tuttavia, di una relazione causale, ma della stessa correlazione osservata nel 2010: i ragazzi che usano internet di più, quindi gli adolescenti e i ragazzi che usano smartphone e tablet, incontrano più rischi.
Più i ragazzi usano internet in una varietà di contesti e da una molteplicità di piattaforme, maggiore è il rischio di imbattersi in esperienze potenzialmente negative… L’Italia si conferma un paese ‘a basso rischio’: i ragazzi italiani incontrano meno rischi rispetto ai loro coetanei in altri paesi. Anche se dal confronto con i dati di EU Kids Online del 2010 si osserva un incremento nell’esposizione ai rischi, il numero di ragazzi che dicono di essere stati turbati da qualche esperienza online resta stabile al 6%”.
Quindi le esperienze online problematiche per i ragazzi interessano tutte le aree dello sviluppo psico-sociale, dalla sfera dell’identità e della sessualità, alla costruzione di legami amicali o sentimentali, ma anche allo sviluppo di principi etici. Certi contenuti o pratiche comunicative che genitori, insegnanti e adulti considerano un rischio, sono percepite in modo diverso dai ragazzi: ad esempio, postare immagini sexy e ricevere commenti provocanti può essere gratificante e eccitante, ma la condivisione di immagini sexy può anche rivelarsi un’esperienza traumatica, quando i commenti sono crudeli o le foto vengono condivise con troppe persone.
A tale proposito le interazioni sessuali tra adulti e adolescenti, secondo una ricerca di Save the Children, sono accettabili per il 38% degli italiani, siano esse virtuali o fisiche. Il 28% degli adulti tra i 45 e i 65 anni ha tra i propri contatti giovani che non conosce personalmente; oltre 1 su 3 vuole trovare in rete un rapporto di affetto o di amore. Per quasi 1 italiano su 10 l’iniziativa parte dai ragazzi.
Il 49% degli intervistati attribuisce agli adulti la responsabilità dell’iniziativa di contatto nell’interazione con un adolescente, ma secondo il 41% anche gli adolescenti hanno una parte attiva nell’iniziativa del contatto (per il 33% condividono questa responsabilità con gli adulti, mentre per quasi 1 italiano su 10, sono i ragazzi i principali responsabili).
I ragazzi di oggi sono considerati infatti dagli italiani più disinvolti nell’approccio con gli adulti (48%) e sessualmente più precoci (61%), ma comunque impreparati nel gestire una relazione sessuale con una persona matura (36%). Per contro, per 1 intervistato su 100, la relazione sessuale con un adulto potrebbe addirittura essere formativa per il minore.
La consapevolezza e la parziale accettazione delle relazioni di natura sessuale tra adulti e minori, tuttavia, non esclude il giudizio sugli adulti che intraprendono relazioni di natura sessuale con adolescenti, ritenuti irresponsabili dal 51% degli intervistati o emotivamente immaturi (34%). Gli intervistati considerano i ragazzi di oggi piuttosto spregiudicati, disinibiti nelle relazioni con i coetanei così come con gli adulti, e comunque ‘minati’ da una distonia tra crescita sessuale e maturazione emotiva.
Il 48% degli intervistati, infatti, pensa che gli adolescenti abbiamo comportamenti più disinibiti con gli adulti, il 49% ritiene che abbiano esperienze sessuali più precoci, ben il 59% che raggiungano prima la maturità sessuale ma non quella emotiva, il 56% che abbiano meno pudore.
Circa 1 intervistato su 5, per contro, ritiene che gli adolescenti siano comunque più maturi di un tempo sotto tutti i profili (22%), e che siano maggiormente in grado di gestire le proprie relazioni interpersonali (17%). Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia, conclude: “Nella nostra esperienza di lavoro sul campo coi ragazzi, veniamo spesso a conoscenza di tentativi di interazione da parte di un adulto con un minore, uno dei motivi che ci ha spinto ad indagare in profondità un fenomeno come quello di un’interazione a sfondo sessuale tra giovani e adulti, anche attraverso le nuove tecnologie.
Ma non ci aspettavamo un grado di tolleranza così alto dei rapporti da parte l’opinione pubblica che, a nostro avviso, prelude ad un’accettazione di una deresponsabilizzazione e di un disimpegno degli adulti rispetto al loro ruolo nei confronti degli adolescenti. Ci rivolgiamo dunque alla società civile, così come a tutti gli attori coinvolti: gli adulti tutti, gli adolescenti, i media, le istituzioni e gli organi di controllo al fine di innescare un dibattito continuativo sul ruolo educativo e sulle responsabilità degli adulti in genere, che siano o meno genitori, nei confronti degli adolescenti”.