Papa Benedetto XVI: i malati nel cuore della Chiesa

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Il giorno 11 febbraio 2013, festa della Madonna di Lourdes e Giornata del Malato, papa Benedetto XVI ha manifestato le sue dimissioni: “Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato”.

Intanto ad Altotting, cuore mariano della Baviera (Germania), dove si svolgeva la Giornata Mondiale del Malato, il Legato Pontificio, mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, Vicario patriarcale latino a Nazaret, leggeva il messaggio, in cui il papa annunciava che la prossima solenne Giornata Mondiale del Malato si terrà in questa città nel 2016: “Cari ammalati e tutti voi che componete la grande e splendida Famiglia accomunata dalla carità nel mondo della sofferenza e della salute, a Dio piacendo, nell’anno 2016 celebreremo in forma solenne la XXIV Giornata Mondiale del Malato, mettendoci all’ascolto dell’invito della Vergine Santa per essere docili alla volontà del Suo Figlio, là dove questa parola ha risuonato, e cioè in Terra Santa, e in particolare a Nazaret”.

Inoltre papa Benedetto aveva indicato anche le tematiche per i prossimi anni: questo anno il tema è: ‘Fede e carità – …anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli (1Gv. 3, 16)’, su cui papa Francesco, fedele alle parole del predecessore, ha scritto nel messaggio per questa giornata: “Il Figlio di Dio fatto uomo non ha tolto dall’esperienza umana la malattia e la sofferenza, ma, assumendole in sé, le ha trasformate e ridimensionate. Ridimensionate, perché non hanno più l’ultima parola, che invece è la vita nuova in pienezza; trasformate, perché in unione a Cristo da negative possono diventare positive”.

Nel 2015 il tema sarà: ‘Sapientia cordis – Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo (Gb. 29, 15)’; e nel 2016 a Nazaret ‘Affidarsi a Gesù come Maria – Fate quello che vi dirà! (Gv. 2, 5)’ sarà occasione per meditare le parole della Madre di Dio sul significato della preghiera. Quindi un papa ben consapevole dei limiti umani, ma che vede nella malattia “l’attenzione degli altri e donare attenzione agli altri… La malattia è una condizione tipicamente umana, in cui sperimentiamo fortemente che non siamo autosufficienti, ma abbiamo bisogno degli altri”. Offriamo alcuni spunti di riflessione per la giornata del malato di questo anno dai suoi messaggi per comprendere la ‘cum-passionem’ del papa verso i sofferenti.

Nel 2006 il centro del messaggio riguarda la malattia mentale, lamentando una insufficiente legislazione in molti Paesi ed offrendo alle famiglie il sostegno della Chiesa: “Agli operatori pastorali, alle associazioni ed organizzazioni del volontariato raccomando di sostenere, con forme ed iniziative concrete, le famiglie che hanno a carico malati di mente, verso i quali auspico che cresca e si diffonda la cultura dell’accoglienza e della condivisione, grazie pure a leggi adeguate ed a piani sanitari che prevedano sufficienti risorse per la loro concreta applicazione”.

Nel 2007 la sua riflessione considera ‘i malati incurabili’, sollecitando la creazione di centri per le cure palliative per i malati in fase terminale: “La Chiesa desidera sostenere i malati incurabili e quelli in fase terminale esortando a politiche sociali eque che possano contribuire a eliminare le cause di molte malattie e chiedendo con urgenza migliore assistenza per quanti stanno morendo e per quanti non possono contare su alcuna cura medica… Questo è un diritto che appartiene a ogni essere umano e che tutti dobbiamo impegnarci a difendere”.

Nel 2008, ricorrendo il 150° anniversario delle apparizioni dell’Immacolata a Lourdes, papa Benedetto sottolinea lo stretto legame tra Eucarestia e salute: “Appare pertanto chiaro che proprio dall’Eucaristia la pastorale della salute deve attingere la forza spirituale necessaria a soccorrere efficacemente l’uomo e ad aiutarlo a comprendere il valore salvifico della propria sofferenza… Così il dolore, accolto con fede, diventa la porta per entrare nel mistero della sofferenza redentrice di Gesù e per giungere con Lui alla pace e alla felicità della sua Risurrezione”.

Nel 2009 la riflessione si concentra sulla malattia dei bambini, collegandola ai 140 anni dell’Ospedale del Bambin Gesù: “Occorre affermare infatti con vigore l’assoluta e suprema dignità di ogni vita umana. Non muta, con il trascorrere dei tempi, l’insegnamento che la Chiesa incessantemente proclama: la vita umana è bella e va vissuta in pienezza anche quando è debole ed avvolta dal mistero della sofferenza”.

Nell’anno sacerdotale del 2010, il papa sottolinea l’attenzione della Chiesa per i malati: “… mi preme aggiungere che, nell’attuale momento storico-culturale, si avverte anche più l’esigenza di una presenza ecclesiale attenta e capillare accanto ai malati, come pure di una presenza nella società capace di trasmettere in maniera efficace i valori evangelici a tutela della vita umana in tutte le fasi, dal suo concepimento alla sua fine naturale”.

Nel 2011 si rivolge ai giovani, che si apprestano a vivere a Madrid la GMG, spiegando il significato della ‘consolatio’: “A tutti voi giovani, malati e sani, ripeto l’invito a creare ponti di amore e solidarietà, perché nessuno si senta solo, ma vicino a Dio e parte della grande famiglia dei suoi figli”. Nel messaggio del 2012 sviluppa la riflessione sul sacramento dell’unzione degli infermi: “L’attenzione e la cura pastorale verso gli infermi, se da un lato è segno della tenerezza di Dio per chi è nella sofferenza, dall’altro arreca vantaggio spirituale anche ai sacerdoti e a tutta la comunità cristiana, nella consapevolezza che quanto è fatto al più piccolo, è fatto a Gesù stesso”.

E ricapitolando tutti i messaggi, nel 2013 papa Benedetto indica alcune figure da seguire nella cura dei malati, a sigillo della sua attenzione ed opera pastorale, Raoul Follereau, beata Teresa di Calcutta, santa Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo, e sant’Anna Schäffer di Mindelstetten: “Si tratta quindi di attingere dall’amore infinito di Dio, attraverso un’intensa relazione con Lui nella preghiera, la forza di vivere quotidianamente un’attenzione concreta, come il Buon Samaritano, nei confronti di chi è ferito nel corpo e nello spirito, di chi chiede aiuto, anche se sconosciuto e privo di risorse”.

In questi messaggi papa Benedetto XVI chiede a chi soffre di non perdere la speranza di una guarigione, affidandosi alle cure di Dio attraverso la preghiera con la consapevolezza che da soli non possiamo fare nulla; mentre invita la società civile e le Istituzioni a non abbandonare a se stesso chi è ammalato e di trovare tutte le migliori soluzioni per alleviare le situazioni di disagio, tutelando sempre la dignità della vita, come scrive al n. 38 dell’enciclica ‘Spe Salvi’:

“La misura dell’umanità si determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e col sofferente. Questo vale per il singolo come per la società. Una società che non riesce ad accettare i sofferenti e non è capace di contribuire mediante la com-passione a far sì che la sofferenza venga condivisa e portata anche interiormente è una società crudele e disumana. La società, però, non può accettare i sofferenti e sostenerli nella loro sofferenza, se i singoli non sono essi stessi capaci di ciò e, d’altra parte, il singolo non può accettare la sofferenza dell’altro se egli personalmente non riesce a trovare nella sofferenza un senso, un cammino di purificazione e di maturazione, un cammino di speranza”.

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