Don Di Noto: dobbiamo difendere i bambini senza ideologismi
Per la protezione dei bambini dobbiamo sempre fare di più, perché dove c’è la Chiesa i bambini devono sempre sentirsi accolti, amati, accuditi, protetti. Dove c’è la Chiesa non può esserci violenza, sopruso, prevaricazione, indifferenza, sfruttamento. E se accade che qualcuno dei suoi figli diventano “pervertiti e non umani” abbiamo tutti il dovere di allontanarli per il bene dei piccoli e per il loro bene, affinchè possano redimersi e in un cammino di giustizia ripartiva trovare quel volto umano sbiadito e cancellato.
Non credo che dobbiamo difenderci se dall’ONU c’è stato un attacco che definirei ideologico e che tra le maglie delle parole scritte abbiano detto alcune verità del passato dimenticando il già fatto e come oggi la Chiesa si pone contro la tutela dei bambini contro gli abusi. Omertà e silenzio hanno caratterizzato un periodo ed è stata una vergogna; verità, giustizia e cammino di conversione, guarigione e purificazione hanno caratterizzato lo sforzo di dire le cose come stanno e di affrontare situazioni incresciose con iniziative di tutte le Conferenze Episcopali nel mondo (Meter onlus – www.associazionemeter.org – da più di 20 anni ne è un esempio in Italia, sostenuta anche dalla Conferenza Episcopale Italiana).
Tutta la Chiesa ha messo in campo – anche se con fatica – iniziative per accompagnare le vittime e le famiglie di simili drammi. Benedetto XVI aveva scritto in riferimento agli abusi sessuali nella Chiesa”è una grande crisi, bisogna dirlo. E’ stato sconvolgente per tutti noi. All’improvviso tutta quella sporcizia. E’ stato come se il cratere di un vulcano avesse improvvisamente eruttato una grossa nube di sporcizia insudiciando e oscurando tutto. Il sacerdozio è apparso come luogo della vergogna”. Durissimo giudizio. Ma è dalla vergogna che dobbiamo sempre partire, e non è tollerabile che ancora oggi qualcuno possa dire che è solo una amplificazione dei mass media, che fanno si la loro parte di scoop scandalistico (spesso reiterato) ma che una verità comunque sia viene raccontata. Certamente prudenza e oculatezza per evitare che le denunce false diventino vere e che le vere si dimenticano nell’oblio della memoria. Ma la vergogna se ci fa arrossire ancora – è terapeutica e ci indirizza verso nuove azioni di vita buona non disumane. Riteniamo che non dobbiamo contrapporci ideologicamente prendendo a pretesto il bambino, ma dovremmo, a partire proprio dal bambini iniziare una nuova cultura che lo rispetti fin dal concepimento e lo rispetti nella sua crescita integrale e non strumentalizzarlo per le questioni del “gender” o di concezioni ideologiche che ledono il diritto inerente alla dignità della vita e alla integrità del corpo che dovrebbero essere conservate e protette da tutti. Cosa che spesso non fa l’ONU con le sue politiche. Non bastano solo la enunciazione di principi ma è necessario operare per assicurare che i diritti fondamentali dei bambini siano rispettati.
La Chiesa cattolica, ma aprirei lo sguardo anche alle altre confessioni religiose, ha intrapreso una direzione che è quella di impegnarsi a fare tutto quanto è in suo potere per garantire che i bambini siano al sicuro. Non devono accadere più questi scandali ma se per nostra vergogna dovessero accadere sappiamo come reagire, a chi rivolgerci. Magari pensando nelle proprie diocesi una pastorale di prossimità per l’infanzia, o come da anni propongo un “vicario episcopale per i bambini” come segno dell’amore di Gesù che in maniera tutta particolare, su mandato del vescovo, si occupi di promuovere la bellezza e la tutela dei bambini e sia un chiaro punto di riferimento per eventuali segnalazioni e denunce. Ci sia nelle diocesi un programma permanete per informare, prevenire ed educare. Superiamo le polemiche e continuiamo per il bene della piccola umanità, dei prediletti del Signore: i piccoli e i deboli.