Le divisioni degli Anglicani. Il vescovo di Sydney: contrari alle donne vescovo

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“Siamo contrari alle donne vescovi ed è inaccettabile che omosessuali praticanti diventino preti”: è netta la posizione del vescovo anglicano di Sydney, il reverendo Robert Forsyth, che proprio la prossima settimana incontrerà Papa Benedetto XVI, in occasione della sua visita in Australia per la Giornata Mondiale della Gioventù. “Qui a Sydney non ci sono donne preti o vescovi, e siamo totalmente contrari. Così come diciamo no agli omosessuali dichiarati. È inaccettabile – dice in una intervista all’agenzia Apcom – che omosessuali praticanti diventino preti”.

Il reverendo Forsyth è appena tornato da una conferenza che si è svolta a Gerusalemme intitolata ‘Global Anglican Future Conference’, un convegno organizzato da oltre 280 vescovi per protestare contro la presenza, alla “Lambeth Conference”, di presuli liberali americani favorevoli alle ordinazioni e alle unioni gay. “Noi boicottiamo la Lambeth Conference – prosegue Forsyth – proprio per la questione degli omosessuali. Alcuni membri della Chiesa anglicana ammettono preti omosessuali che praticano, ma questo per noi è contro Cristo. È immorale, è contro ciò che vuole Cristo”.

Proprio in questi giorni stanno arrivando in Inghilterra molti dei vescovi anglicani che dal 16 al 31 luglio parteciperanno alla ‘Lambeth Conference’, la riunione di tutti i primati anglicani del mondo che si svolge ogni 10 anni a Canterbury, sede storica dell’arcivescovo di Canterbury. La Conferenza si svolge quest’anno in un clima estremamente delicato e a una settimana dalla decisione presa dal Sinodo Generale della Chiesa di Inghilterra di avviare l’iter per ammettere all’episcopato le donne.

Quanto ai rapporti con i cattolici, “le differenze sono grandi” e “non possiamo pretendere che ci sia una sola chiesa. Questo non potrà mai succedere, fino a che non tornerà Gesù in terra”. E ancora: “Il papa parla di amore fraterno, ma ecumenismo non significa che non ci siano differenze tra noi. E’ lo stesso Papa a dire che occorre rispettarsi reciprocamente, riconoscersi fratelli. Ed è ciò che penso esattamente anche io: siamo fratelli e noi accogliamo il papa come un fratello. Malgrado le differenze, ringrazierò il papa per la sua posizione nei confronti delle chiese non cattoliche. Apprezziamo – prosegue il vescovo – le sue posizioni sugli elementi essenziali del cristianesimo, però tra noi e cattolici ci sono differenze sostanziali”.

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