Papa Francesco e Hollande, un’udienza difficile?

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“Mon Frere.” C’è anche padre Georges Vandebeusch nella delegazione che accompagna il presidente francese François Hollande in visita da Papa Francesco. Dopo aver salutato con cortesia tutti i membri del seguito, Papa Francesco si lascia andare ad un caldo abbraccio con il sacerdote che è stato rapito in Camerun e che è stato liberato lo scorso 31 dicembre. In quel momento, gli animi sono più distesi. Ma quando Hollande è arrivato davanti a Papa Francesco, dicendogli di essere “molto felice” di poter essere lì, il presidente di una Francia sempre più secolarizzata appare molto teso. Al termine dell’incontro, più rilassato, fa sapere di aver detto al Papa che “in Francia è sempre il benvenuto”.

Gli animi si distendono nei 35 minuti di colloquio, svolti attraverso l’aiuto di un interprete. Secondo il bollettino della Sala Stampa della Santa Sede, “nel corso dei cordiali colloqui, è stato rilevato il contributo della religione al bene comune. Nel richiamare i buoni rapporti esistenti tra la Francia e la Santa Sede, è stato ribadito il reciproco impegno a mantenere un dialogo regolare tra lo Stato e la Chiesa cattolica e a collaborare costruttivamente nelle questioni di interesse comune. Nel contesto della difesa e della promozione della dignità della persona umana, si sono passati in rassegna alcuni argomenti di attualità, quali la famiglia, la bioetica, il rispetto delle comunità religiose e la tutela dei luoghi di culto”.

Il comunicato poi sottolinea che “la conversazione è proseguita su temi di carattere internazionale, quali la povertà e lo sviluppo, le migrazioni e l’ambiente. Ci si è soffermati, in particolare, sui conflitti in Medio Oriente e in alcune regioni dell’Africa, auspicando che, nei diversi Paesi interessati, la pacifica convivenza sociale possa essere ristabilita attraverso il dialogo e la partecipazione di tutte le componenti della società, nel rispetto dei diritti di tutti, specialmente delle minoranze etniche e religiose”.

Qualche dettaglio in più lo ha dato il presidente Hollande, in una declaration rilasciata subito dopo l’incontro. Il presidente francese ha detto che si è parlato di Africa e Siria. E per quanto riguarda quest’ultima, Hollande ha espresso l’auspicio che il Vaticano possa ricevere i coalizione nazionale siriana, i cosiddetti ribelli, in modo da dimostrare che l’unica risoluzione del conflitto siriano è attraverso la via politica. Secondo Hollande  il Papa starebbe anche preparando un documento sul clima. Papa Francesco ha anche posto l’accento sul traffico di esseri umani, e poi sulla protezione dei cristiani nei Luoghi Santi e sulla libertà religiosa. E a questo proposito, Hollande ha detto che la “Francia è la patria di tutte le libertà”, e ha sottolineato come si sia pronti a condannare ogni attacco alla libertà religiosa, non solo per quanto riguarda la religione cattolica, ma per tutte le religioni. “E’ una prerogativa della nostra laicità”, ha detto Hollande.

Ma il riferimento a “famiglia” e “bioetica” nel comunicato della Santa Sede lascia intendere che i temi sono andati anche a toccare i temi che interessano i cattolici in Francia. Ad esempio, la legge Mariages pour tous, che liberalizza i matrimoni tra persone dello stesso sesso e che ha suscitato una protesta incredibile in Francia, cui hanno partecipato anche i vescovi. Ma soprattutto avrà dovuto spiegare dell’ultimo passaggio del dibattito parlamentare in Francia: all’Assemblea generale, nell’ambito di un dibattito su una legge sulla parità tra uomo e donna, si sta riformando la legge sull’aborto, e negli scorsi giorni uno degli emendamenti votati lo ha definito “un diritto”.

Di certo, se ne sarà parlato alla colazione di lavoro che la delegazione francese ha avuto con i membri della Segreteria di Stato. Per parte vaticana, oltre al Segretario di Stato Parolin, c’era il “ministro degli esteri” Dominique Mamberti, il cardinal Roger Etchegaray, il cardinal Jean Louis Tauran, il vice-ministro degli esteri Antoine Cammilleri e i membri della sezione francofona della Segreteria di Stato: Guillermo Javier Karcher, Joseph Murphy, Jean Landousies.

Quest’ultimo è stato anche interprete nell’incontro che Papa Francesco e il presidente hanno svolto a porte chiuse. Poi, Papa Francesco ha incontrato la delegazione francese, che per l’occasione è stata rimpolpata da personalità del mondo cattolico. Due ministri, Manuel Valls per gli Interni e Guillaume Garot, per l’Agricoltura; due parlamentari, Xavier Breton, che è anche direttore del gruppo di studi a vocazione internazionale sulle relazioni con la Santa Sede, e Charles Revet, presidente del gruppo di amicizia tra Francia e Santa Sede. E poi, tra gli invitati: Nicola Hulot, inviato speciale del presidente per la protezione del pianeta, chiamato forse per sottolineare la vocazione “ecologica del Papa”; Jean Pierre Mignard, direttore di Temoinage Chretien; Dominque Quinio, direttrice de La Croix, il quotidiano cattolico francese; François Soulage, presidente di Secours Catholique, la Caritas Frances; e poi Bernard Poignant e François Sureau, un avvocato specialista in diritto d’asilo.

E infine, arriva padre Vandenbeusch. “Ha detto cose meravigliose”, dice di lui Hollande al Papa. Vandebeusch è stato rapito a metà novembre da alcuni appartenenti a Boko Haram, il gruppo estremista nigeriano, già responsabile del rapimento di una famiglia francese nel Camerun. Il gruppo ha dichiarato di aver liberato p. Vandenbeusch per “ragioni compassionevoli”, una circostanza smentita dal sacerdote. P. Vandenbeusch operava presso la parrocchia di Nguetchewe, nel nord del Camerun. Appelli per la sua liberazione erano stati rivolti ai rapitori oltre che dalla Conferenza Episcopale del Camerun, anche dall’Unione Islamica del Camerun e dal Conseil Camerounais des Imams, des Mosquées et des Affaires Islamiques (COCIMAI)

Il presidente francese ha portato in dono un libro su Francesco d’Assisi, e il Papa nota che “è anche il vostro patrono”, riferendosi anche al nome di Hollande.

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