In Italia aumenta la povertà sanitaria
Dal 2006 al 2013 in Italia è aumentata la povertà sanitaria in media del 97%: è questo uno dei dati che emerge dal dossier realizzato dalla Fondazione Banco Farmaceutico Onlus e Caritas Italiana. E dal 2006 al 2012 la povertà assoluta è cresciuta di circa il 60%, arrivando a interessare il 6,8% della popolazione, pari a 4.800.000 persone.
Nelle famiglie povere si spendono in media 16,34 euro al mese per la sanità (pari a circa il 2% dell’intero budget famigliare); rispetto ai 92,45 euro spesi in media dalle famiglie italiane (pari al 3,7% dell’intero budget famigliare). Nel 2006 le famiglie povere spendevano poco meno di 12 euro al mese, pari all’1,7% dell’intero budget di spesa. All’interno di questa spesa, circa 12,50 euro sui 16 complessivi sono dedicati all’acquisto di farmaci. Si tratta di un’incidenza decisamente superiore rispetto alla media delle famiglie italiane, che spendono invece 44 euro al mese in farmaci. Complessivamente ogni mese le famiglie povere italiane spendono € 21.500.000 per acquistare farmaci, pari al 3,4% della spesa privata farmaceutica complessiva.
Di fronte a questa situazione grave e in netto peggioramento tra il 2007 e il 2013 la Fondazione Banco alimentare ha incrementato la raccolta di farmaci del 241%. I farmaci donati nello scorso anno sono stati 1.162.859. Questo aumento è dovuto da un lato alla crescita delle donazioni durante la Giornata della raccolta farmaceutica (o Colletta farmaceutica) con un +23%, dall’altro al boom delle donazioni aziendali (+1345%).
Le donazioni raccolte nel 2013 sono state utili a rispondere i bisogno di 1.506 organizzazioni caritative, diffuse soprattutto in Lombardia (22%), Emilia-Romagna (12,5%), Piemonte (11,4%) e Veneto (8,8%). Questi enti hanno aiutato nel 2013 quasi 680.000 persone, di cui il 51% sono donne e il 57% sono italiani. Quindi negli ultimi due anni la presenza di italiani è diventata maggioritaria, modificando un trend storico di prevalenza di utenti stranieri; e più di un assistito su tre sono minori.
Il trend di forte crescita della povertà ha però aumentato la forbice tra bisogno e capacità di risposta attraverso le donazioni. Se nel 2007 il Banco farmaceutico riusciva a coprire quasi il 55% delle richieste, nel 2013 la copertura del bisogno è scesa al 43,2%. Economicamente nel 2013 il Banco Farmaceutico ha distribuito farmaci per oltre € 8.000.000, rispetto ad € 2.100.000 nel 2007; di questa cifra il 75% è garantito dalle aziende (era il 15% nel 2007). Per quanto riguarda le tipologie di farmaci donati, i più diffusi sono quelli contro l’acidità (11,5%), gli analgesici (11,2%), gli antiinfiammatori (7,7%), i preparati per la tosse (6,8%) e i farmaci contro i dolori articolari e muscolari (5,8%).
In dettaglio nel Nord Italia in questi 7 anni la povertà sanitaria è cresciuta del 71,91% passando da una richiesta dagli enti assistenziali di 255.783 confezioni di medicinali agli attuali 439.719; ma al contempo si assiste anche ad un incremento dei farmaci donati passando dalle 192.490 confezioni del 2006 alle 255.338 del 2013, fino al mese di luglio compreso. Nel Centro Italia la richiesta di farmaci è cresciuta in maniera esponenziale passando dalle 32.718 confezioni del 2006 alle 188.560 del 2013, sempre fino al mese di luglio, con un incremento percentuale del 476,32%. Al Sud Italia e nelle Isole la crescita del fabbisogno farmaceutico è cresciuto in maniera contenuta attestandosi attorno al 33,42%: si è passati dai 91.890 confezioni di farmaci richiesti dagli enti nel 2006 alle 122.600 confezioni del 2013 (fino a luglio compreso). Ma allo stesso tempo è cresciuta anche la solidarietà e l’arte del dono, soprattutto da parte delle case farmaceutiche.
Commentando i risultati il presidente del Banco Farmaceutico, Paolo Gradnik, ha sottolineato che la povertà sanitaria sta diventando un problema italiano; infatti in Italia: “la povertà sta crescendo, lo dicono tutti gli indicatori. In campo sanitario si nota che nonostante l’aumento dell’impegno del ‘no profit’ per dare proprio contributo, si allarga la forbice tra bisogno e capacità di rispondere, secondo comparti separati. Da soli non ce la si fa, come non ce la fa il Servizio sanitario nazionale. Il bisogno sanitario cresce. Non ce la fa il no profit, non ce la fa l’intervento privato perché non c’è una cultura formativa, che in qualche modo favorisca lo sviluppo di questa mentalità”.
Il direttore della Caritas italiana, monsignor Francesco Soddu, ha confermato: “I nostri dati dicono che dal 2009 al 2012 c’è stato un aumento della richiesta di farmaci ai nostri centri del 57% rispetto al totale delle richieste che riceviamo. Troppe persone rischiano di essere escluse dalle cure: c’è chi non è nelle condizioni di poter curare una semplice bronchite che poi magari si trasforma in polmonite che, se non fronteggiata con attenzione, può diventare anche fatale… Il malato si ritrova ad essere povero tra i poveri: in definitiva il più povero. In questo contesto che si inscrive il valore della fondazione Banco farmaceutico e la sua idea di sussidiarietà, come sguardo dal basso e non ideologico sui limiti del sistema sanitario”.