Il Papa: ‘La Chiesa non è una cittadella assediata, ma una città accogliente’

Nel Vangelo odierno Gesù è presentato come ‘l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!’. Lo ha ricordato il Papa nel corso dell’Angelus, recitato come sempre dalla finestra al terzo piano del Palazzo Apostolico: Francesco ha ricordato che ‘Gesù è venuto nel mondo con una missione precisa: liberarlo dalla schiavitù del peccato, caricandosi le colpe dell’umanità. In che modo? Amando. Non c’è altro modo di vincere il male e il peccato se non con l’amore che spinge al dono della propria vita per gli altri. Gesù ha i tratti del Servo del Signore, che si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori, fino a morire sulla croce. Egli è il vero agnello pasquale, che si immerge nel fiume del nostro peccato, per purificarci’.
Gesù è presentato dunque come un agnello – ha spiegato il Pontefice – ‘un animale che non si caratterizza certo per forza e robustezza si carica sulle proprie spalle un peso così opprimente. La massa enorme del male viene tolta e portata via da una creatura debole e fragile, simbolo di obbedienza, docilità e di amore indifeso, che arriva fino al sacrificio di sé. L’agnello non è dominatore, ma è docile; non è aggressivo, ma pacifico; non mostra gli artigli o i denti di fronte a qualsiasi attacco, ma sopporta ed è remissivo’.
Prendendo esempio dall’Agnello ogni membro della Chiesa – ha ancora auspicato Papa Francesco metta ‘al posto della malizia l’innocenza, al posto della forza l’amore, al posto della superbia l’umiltà, al posto del prestigio il servizio. Essere discepoli dell’Agnello significa non vivere come una cittadella assediata, ma come una città posta sul monte, aperta, accogliente e solidale. Vuol dire non assumere atteggiamenti di chiusura, ma proporre il Vangelo a tutti, testimoniando con la nostra vita che seguire Gesù ci rende più liberi e più gioiosi’.
Prima di concludere l’incontro con i fedeli che hanno gremito anche oggi Piazza San Pietro, Papa Bergoglio ha ricordato la celebrazione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Voi – ha detto Francesco ai migranti ‘siete vicini al cuore della Chiesa, perché la Chiesa è un popolo in cammino verso il Regno di Dio, che Gesù Cristo ha portato in mezzo a noi. Non perdete la speranza di un futuro migliore! Vi auguro di vivere in pace nei Paesi che vi accolgono, custodendo i valori delle vostre culture di origine’. Poi – citando il Beato Scalabrini – il Papa ha ringraziato quanti ‘ lavorano con i migranti per accoglierli e accompagnarli nei loro momenti difficili per difenderli dai mercanti di carne umana, che vogliono schiavizzare i migranti. In questo momento pensiamo a tanti migranti, tanti, a tanti rifugiati, alle loro sofferenze, alla loro vita tante volte senza lavoro, senza documenti, tanto dolore’. E per i migranti e i rifugiati Francesco ha recitato insieme alla folla un’Ave Maria dedicata particolarmente a coloro che ‘vivono situazioni più gravi e più difficili’.