Guttuso, visto da un liturgista

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Monsignor Crispino Valenziano incontra Renato Guttuso e dona alle stampe un volume d’arte colto e assai documentato edito dalla Libreria Editrice Vaticana: “Guttuso …credeva di non credere…”. “Artista mio conterraneo” lo definisce l’autore nel saggio, essendo entrambi siciliani, “di Guttuso m’interessa il credere cristiano coimplicato a suo modo nell’opera della sua arte”, spiega Valenziano. Il primo incontro tra il sacerdote e Guttuso avvenne nel 1984, ma già l’anno precedente l’artista aveva accettato l’invito di collaborare all’allestimento dell’Evangeliario delle Chiese d’Italia (curato proprio dal liturgista Valenziano), mentre nel giugno 1973 Guttuso aveva incontrato Paolo VI. Per tutta la vita l’artista mantenne amicizie e contatti con uomini di Chiesa e manifestò attenzione ai temi e alle istanze religiose che si concretizzarono in molte delle sue esecuzioni artistiche, di cui questo volume fornisce un’amplissima documentazione.

“Rileggere l’opera di Renato Guttuso con gli occhi dotti e attenti di Crispino Valenziano – teologo da sempre vicino all’arte che, spingendo il suo sguardo indagatore ben oltre le opere per scrutare le segrete ragioni dell’ispirazione degli artisti – apre nuovi scenari nella critica guttusiana” osserva Fabio Carapezza Guttuso nella prefazione del volume. Se alcuni capitoli sono più introduttivi all’arte di Guttuso, altri affrontano temi specifici come la Crocifissione, la fuga in Egitto, o l’entrata in Gerusalemme, e la conseguente espressione che hanno trovato nell’attività del pittore siciliano.

Il libro è denso di citazioni di Guttuso, la cui opera viene inserita nel più ampio contesto delle dinamiche artistiche del secolo scorso, quasi in un dialogo con gli uomini di cultura del tempo (Pasolini, Testori, Ungaretti, Quasimodo, Sciascia). Insieme alla esegesi delle numerose opere d’arte a carattere sacro di Guttuso riproposte nel volume, Valenziano presenta approfonditi rimandi alle Sacre Scritture, come pure i pronunciamenti dei Pontefici sull’arte, ed emerge il collegamento costante con i prodromi artistici e letterari che sono all’origine della poetica guttusiana, in un percorso che si snoda nei secoli. Si susseguono poi lettere, documenti inediti e interviste che restituiscono un ritratto inedito e complesso dell’artista, nella sua “infinita ricerca del Volto di Gesù”. Innanzi al suo genio, l’autore fa proprie le parole di Ungaretti rivolte all’artista: “Grazie di tutto, Guttuso, ma soprattutto del dono della tua arte somma all’inquieta umanità d’oggi”.

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