Gli adoratori di Santa Giovanna Antida a Roma: il dono più grande è per chi prega la notte

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“Come è bello pregare la notte davanti all’Eucarestia, nel buio della notte sei attratto dalla luce dell’Ostia Santa. Durante la notte puoi pregare per i giovani che in discoteca si stanno perdendo tra uso di sostanze e cattive amicizie, per quelli che tornano a casa ubriachi e rischiano un incidente, per i genitori che vivono con ansia il loro ritorno, per gli anziani soli e preoccupati che non riescono a dormire, per chi smette di vivere proprio durante la  notte.”

Non sono le parole di una anziana monaca di clausura, ma di Silvia e Mario che da tempo pregano davanti al Santissimo nella parrocchia romana di Santa Giovanna Antida.

Il quartiere è periferico, lontano dal centro. Ma non è una periferia esistenziale, anzi la parrocchia è il cuore pulsante di una comunità viva e vitale, una delle poche parrocchie italiane dove da qualche anno si vive la esperienza della adorazione perpetua. Tutto è organizzato per fasce orarie, con un sito internet ricco di informazioni e una diecina di responsabili. 

Schemi di preghiera, canti, meditazioni che si possono leggere già a casa per arrivare davanti a Gesù “preparati”.

 

L’adorazione eucaristica, una realtà da comprendere

 

Cos’è la adorazione eucaristica? “Adorare è lasciarsi amare da Dio per imparare ad amare gli altri. Adorare è entrare nell’esperienza del Paradiso, per essere più concreti nella storia.”

Bastano quindici minuti per essere a tu per tu con Gesù Eucarestia. “Non è necessario, figlio mio, saper molto per farmi piacere. Basta che tu abbia la fede e che ami con fervore.

Se vuoi farmi piacere ancora di più, confida in me di più, se vuoi farmi piacere immensamente confida in me immensamente. Allora parlami come parleresti con il più intimo dei tuoi amici, come parleresti con tua madre o tuo fratello.” Basta leggere queste parole per capire lo stile della adorazione che si vive nella parrocchia di Santa Giovanna Antida. Poi si sfogliano le pagine delle testimonianze. Raccontano Silvia e Mario : “ nel febbraio del 2011 nella Parrocchia Santa Giovanna Antida del nostro quartiere romano di Fonte Meravigliosa è accaduto un vero miracolo d’amore di Dio nei nostri confronti e da lì la nostra vita e quella di più di duecento persone del quartiere ma anche di altre zone vicine, non è stata più la stessa. Il Signore si è fatto tenere compagnia nell’adorazione eucaristica perpetua, giorno e notte e noi, inizialmente impauriti per la grandezza dell’impresa e per la pigrizia umana di lasciare le nostre case calde anche nel cuore della notte, ci siamo poi fidati di Lui e siamo sempre più stati attratti dalla bellezza disarmante ed umile dell’Ostia Santa. E’ iniziata una staffetta umana per non lasciare mai solo il Signore che ci ha legati molto tra di noi come parrocchiani, ognuno con i propri caratteri e i propri limiti, ma tutti accomunati da una nostalgia dell’anima a cui solo Gesù può dare una risposta. Lui ti parla, tu gli parli, ringrazi, chiedi, lo adori o semplicemente lo guardi, Lui nella sua essenzialità e tu con i tuoi egoismi, i tuoi errori, le tue ridondanze e allora ti senti piccolo e gli vorresti stare tra le braccia e Lui diventa grande e consolante. Ti chiede di fidarti di Lui,  di abbandonarti senza resistenze alla Sua volontà e non restare legato al quadretto di vita che ti sei immaginato e ti fa scoprire il senso della corredenzione, una dimensione che forse prima non conoscevi.

Durante l’anno è stato illuminante, in questo senso, l’incontro che gli adoratori hanno avuto con Suor Silvana che ci ha parlato della spiritualità di Suor Menendez, una mistica che ha trascritto il suo dialogo con Signore che di giorno in giorno le ha fatto capire l’importanza della croce e delle sofferenze per guadagnare anime a Dio, un’umile suora che neanche alle sue consorelle aveva svelato la missione che il Signore aveva riservato a lei. Anche Suor Silvana, infatti, era venuta a conoscenza degli scritti di Suor Menendez solo da poco tempo pur condividendo la stessa vocazione.

Da questo incontro e dalla lettura dei libri tratti dalla testimonianza di Suor Menendez abbiamo iniziato a comprendere come ogni sofferenza, grande o piccola, se accettata anche senza capirne sul momento il significato, e offerta a Dio per i Suoi progetti ha un enorme valore nel cammino della redenzione di tutta l’umanità. Solo in cielo forse sapremo che valore ha avuto un sorriso offerto, una malattia accettata, una contrarietà sul lavoro, una apparente incomprensione anche da parte di chi ci dovrebbe volere più bene, in famiglia, nelle amicizie, per guadagnare anime a Dio e strapparle all’inferno.”

 

Non è solo un altro impegno nell’agenda

E c’è Emma che racconta come ha iniziato questa avventura dello spirito: “Ero in chiesa, mi diedero un foglietto, lo presi distrattamente pensando “uno dei soliti annunci, ma la cosa non mi riguarda”: era l’invito ad iscriversi alla “Adorazione perpetua” un’ ora alla settimana, a mia scelta.

Ecco, pensai, un altro impegno! Ne ho già tanti! E preso il biglietto lo strappai e lo gettai nel cestino. Il giorno dopo mia figlia mi disse “mamma hai sentito dell’Adorazione perpetua?”

In quel preciso istante sentii una chiamata fortissima: dovevo iscrivermi. Un amico mi sconsigliò subito: “ figurati tu che non stai mai a Roma, e con tutti gli impegni che hai…!” Mi sentii trafiggere il cuore: dovevo andare ugualmente. I responsabili dell’Adorazione mi incoraggiarono.

Da quel giorno l’appuntamento con nostro Signore Gesù Cristo è il momento più bello e più importante della settimana; e Lui appiana sempre ogni difficoltà perché è Lui che – nonostante la mia povertà – ha il desiderio di stare con me.”

Non si tratta solo di una “staffetta” per essere davanti all’Ostensorio. É un cammino che si intraprende per crescere. Per questo agli adoratori vengono proposti testi su cui riflettere tratti dai Padri della Chiesa o dai grandi santi o anche di autori contemporenei. Una vera “cultura eucairistica” che emerge anche negli incontri di Convegni nazionali degli adoratori, il più recente si è svolto i primi di ottobre al Santuario del Divin Amore di Roma coordinati grazie al sito www.adorazioneperpetua.it.

Una schiera di giovani e meno giovani che diffonde l’amicizia con Dio davanti al Sacramento.

E se chiedi che cosa è l’adorazione per loro, magari rispondono che l’ adorazione è “essere dinanzi al mio Tutto con il mio niente per affidarGli le povertà che osservo e che mi lacerano, per dare voce alle sofferenze dei fratelli che non hanno più voce, per invocare sul mondo quella pace che solo il suo Spirito può donare.

L’Adorazione è uno spazio non solo mio di grazia e di abbandono ma è l’appuntamento con la sola fonte di ogni bene, l’Unico a cui “nulla è impossibile”.

Posso, anzi possiamo “bussare” alla sua porta e ottenere, “chiedere” con la profonda convinzione che non saremo delusi e nell’apertura del cuore sulle miserie dell’umanità fare l’esperienza dolce e sconvolgente che la mia, la nostra storia è nelle Sue mani e quindi la paura non ha più senso. Allora è facile sentire che è una Sua carezza il vento che mi ha avvolto all’uscita di casa, riesco ad essere commossa e grata per i fiori che non fa mancare mai al mio sguardo ed ho l’intima garanzia che quella luce del giorno che sta per iniziare è solo l’anticipo di quella luce senza tramonto che ha preparato per me. Tutto prende senso e valore quando l’Amico per eccellenza lo scopriamo accanto a noi, dentro di noi e andiamo ad adorarLo.”

Un’idea nata 25 anni fa 

In una recente intervista alla Radio Vaticana il Parroco don Massimiliano Nazio ha spiegato come è nata l’iniziativa: “Ormai 25 anni fa, ho partecipato ad un’adorazione senza sapere cosa fosse. Nel 1988, ero lontano dalla Chiesa; mi ero avvicinato grazie al Cammino neocatecumenale. C’era questa adorazione, tutti in ginocchio davanti a questa “cosa” bianca … Non sapevo veramente cosa fosse. E lì ho ricevuto una grazia che ancora dura e che non avevo neanche chiesto. Questo per dire che l’adorazione è incontrare Cristo vivente: non è tanto importante cosa dire, ma cosa Lui fa a noi. Come ha detto il Papa alla veglia di Pentecoste: io sono lì, Lui mi guarda; anche se mi addormento, Lui mi guarda. C’è un “Lui”, c’è una persona che ti guarda ed è Gesù Cristo vivo.”

E non bisogna credere che gli adoratori siano degli improvvisatori. Oltre ad una organizzazione di turni, di meditazioni e testi, ci sono anche delle “norme” da seguire. Una vera guida. “L’adoratore è il custode ed intercessore, che rappresenta la sua famiglia, la Chiesa e l’umanità in quel tempo prezioso di adorazione, nel quale riceve anche molti benefici personali. L’adoratore  offre il suo tempo prezioso per stare alla presenza di Gesù: custodisce il silenzio con raccoglimento; accoglie come un dono ogni visitatore occasionale; viene puntuale; aspetta paziente e benevolo l’adoratore dell’ora successiva; contribuisce ad un clima sereno spegnendo i cellulari, evitando conversazioni,  prega silenziosamente; mantiene relazioni fraterne con i compagni di ora, i responsabili ed i coordinatori; fà conoscere ad altri il dono prezioso dell’adorazione perpetua; coinvolge familiari e conoscenti in esperienze occasionali di adorazione; provvede ad un sostituto, in caso di assenza, secondo le proprie possibilità.”

l’Adorazione fa bene alla vita 

E basta vedere il sito internet della parrocchia e la pagina per l’adorazione www.adorazioneeucaristica.it,  per capire che il sistema funziona. E non solo per l’adorazione permanente. Racconta Francesca che si occupa del centro di aiuto alla vita. “l’adorazione è per noi fondamentale per svolgere il nostro servizio alla Vita, aiutando le donne ad accettare una gravidanza indesiderata o inattesa (e quindi fonte di problemi) e scongiurando l’aborto. Il nostro servizio si è instaurato in parrocchia praticamente in corrispondenza dell’adorazione perpetua, e questo non è stato un caso! Non sarebbe stato possibile per noi un’impresa così bella – ma tanto difficile e coinvolgente – se la presenza del Signore così vera e reale nel Santissimo Sacramento non ci avesse sostenuto. E questo non solo nella nostra ora di adorazione (che cerchiamo sempre di onorare!) ma in tutti i momenti di urgenza!”  E i frutti sono stati copiosi ed abbondanti: ad oggi 52 bambini nati!

Don Masssimiliano ha anche invitato Papa Francesco a partecipare, e di notte, nel momento più intenso. In parrocchia tutti lo aspettono per dimostrare che non sempre le periferie esistenziali corrispondono con quelle geografiche.

 

Articolo pubblicato sulla rivista ROGATE ERGO – dicembre 2013

 

 

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