Campania: i vescovi difendono la salute

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La locuzione ‘Terra dei fuochi’ individua una vasta area situata tra le province di Napoli e di Caserta, caratterizzata dalla presenza di roghi di rifiuti, utilizzata per la prima volta nel Rapporto Ecomafie 2003 curato da Legambiente. L’area territoriale è compresa tra i comuni di Qualiano, Giugliano in Campania, Orta di Atella, Caivano, Acerra, Nola, Marcianise, Succivo, Frattaminore, Frattamaggiore, Mondragone, Castelvolturno e Melito di Napoli.

Da decenni, nelle campagne campane si verificano sversamenti di rifiuti industriali e di rifiuti tossici e nucleari provenienti dal nord Italia e dal nord Europa. Da gennaio 2012 in quest’area ci sono stati oltre 6.000 roghi di rifiuti (materiali plastici, scarti di lavorazione, pellame) con i fenomeni di abbandono incontrollato e smaltimento abusivo che comportano rischi di inquinamento del suolo, dell’atmosfera e delle acque sotterranee. Questa era la cronaca degli ultimi 10 anni; ora, grazie all’azione della Chiesa campana e, soprattutto del parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello, la situazione è tornata agli onori della cronaca, tantochè il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano gli ha inviato una lettera in cui invita tutti a non abbassare la guardia, ricordando:

“il grido accorato delle madri dei bambini colpiti da gravi patologie tumorali ricondotte al criminale inquinamento dei vostri territori della Campania… Vorrà credere nel mio costante e personale impegno a sollecitare, a tutti i livelli di governo, gli interventi necessari, compresa la vigilanza sul buon andamento delle misure e degli investimenti da effettuarsi e, non appena sarà possibile disporre di ulteriori risorse, mirate misure compensative del danno subito dalle vittime”.

I vescovi, attraverso una lettera scritta dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli e presidente della Conferenza episcopale campana hanno invitato le Istituzioni civile ad intervenire presto: “Fate presto, sentiamo il dovere di dire a quanti hanno ruolo, responsabilità e autorità di intervenire e decidere per frenare il dilagare di timore, di paura e di mali… Di fronte a questa realtà, pertanto, ancora una volta esprimiamo preoccupazione e dolore per il dramma che stanno vivendo tante famiglie e tante comunità di quella parte del territorio campano, tristemente definita come ‘terra dei fuochi’…

Come Chiesa, non abbiamo competenza per dare suggerimenti e indicazioni, ma nella nostra azione pastorale siamo pronti ad affiancare e a sostenere tutti gli uomini di buona volontà, facendoci interpreti dell’angoscia, delle attese e dei diritti di quelli che sono più deboli e indifesi, di quelli che non riescono a far sentire la propria voce e il loro pianto. Il disastro ambientale che denunciammo circa un anno fa si è trasformato in un vero dramma umanitario, anche per il tasso di patologie tumorali che, secondo alcuni, è più alto che in altre parti d’Italia”.

I vescovi campani denunciano questo ‘dramma’ da alcuni anni: “I Vescovi della Chiesa che è in Campania, nel rinnovare la più ferma condanna del tanto male provocato dalle forze del malaffare, esprimono profondi sentimenti di vicinanza e di sostegno alle tante famiglie colpite dalla incredibile tragedia provocata a una parte del territorio regionale ed auspicano che il percorso avviato dalle istituzioni pubbliche possa proseguire rapidamente ed efficacemente, affinché torni serenità nelle comunità coinvolte…

Come Chiesa non abbiamo competenza per dare suggerimenti e indicazioni, ma nella nostra azione pastorale siamo pronti ad affiancare e a sostenere tutti gli uomini di buona volontà, facendoci interpreti dell’angoscia, delle attese e dei diritti di quelli che sono più deboli e indifesi, di quelli che non riescono a far sentire la propria voce e il loro pianto… Durante questi mesi responsabile e costante è stata l’attenzione e apprensione espresse dall’Episcopato e dalla Chiesa della Campania, spiritualmente e umanamente vicine a chi è stato colpito negli affetti più cari, ma anche discretamente accanto ai tanti che si sono fatti testimoni del meraviglioso risveglio delle coscienze e di un ammirevole senso civico”.

A seguito della presa di posizione dei vescovi campani il presidente della Fondazione ‘Paolo di Tarso’, capofila dell’Expo Mondiale della Dieta Mediterranea 2016, Luana Gallo, ha ribadito, a tutela dei prodotti e dei produttori delle eccellenze alimentari prodotte nella Regione Campania, gratitudine al Presidente della Repubblica Italiana, ai vescovi campani ed a don Maurizio Patricello:

“Da laici impegnati nella tutela e promozione dei Diritti Fondamentali dell’Uomo, ci sentiamo parte attiva di questo importante momento che porterà la Campania, regione amata dal mondo intero, ad una svolta epocale attesa e voluta da tutti. La Regione Campania è terra fertile, di eccellenze enogastronomiche, di cultura universale, di turismo multiculturale d’incontro ecumenico; Territorio forte di natura incontaminata e parchi come quello dell’Alta Valle del Sele che ospiterà l’EXPO 2016“.

E la Coldiretti ha chiesto al Governo di pagare i danni provocati in quell’area con i beni confiscati alle mafie: “Occorre individuare nelle aree contaminate alternative produttive a quelle alimentari (ad esempio: colture ‘no food’ a fini agroenergetici) oppure promuovere colture che non risultano compromesse dagli inquinanti rilevati (ad es. che non necessitano di irrigazione, quando l’inquinamento provocato dai rifiuti impatta soprattutto sulla qualità delle acque)”. Nel frattempo sono stati avviati alcuni progetti sperimentali che utilizzano particolari piante, non destinate all’alimentazione, o batteri capaci di assorbire i contaminanti dai terreni.

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