Fantasmagoria del contemporaneo al MADRE di Napoli: Vettor Pisani

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Il Museo di arte contemporanea MADRE (Museo d’Arte Donna REgina) di Napoli – in via Settembrini 79 – sta vivendo, dopo un paio di anni di opacità, una felice stagione di rilancio. In ogni sala si vedono molteplici opere d’arte e l’elemento concettuale, molto presente nell’arte più recente, viene presto sovrastato dalle raffigurazioni visive e ambientali. Tra chiostri, scalinate, cortili e saloni si inseguono installazioni e collezioni diverse, tali da soddisfare pienamente la curiosità e il desiderio di bellezza dei visitatori. Mantenendo fede alla promessa metodologica con cui era nato – un museo dell’arte del secondo ‘900 e del contemporaneo che cresce e si modifica come un organismo vivente  – il MADRE sta coniugando ricerca d’archivio e nuove produzioni e unisce la dimensione del museo aperto, luogo di incontro e partecipazione, all’idea della collezione d’arte come racconto della vita dell’arte mai completo. Peculiarità del MADRE è l’interesse per Napoli come luogo di transito e di rielaborazione dell’arte contemporanea intesa nella sua dimensione internazionale: un museo “g-locale” potremmo dire.

L’edificio in cui sorge il Museo è esso stesso fonte di interesse: le case antiche e cadenti che si vedono dalle finestre, la bellissima terrazza aperta su Napoli a pochi metri dal Duomo, dal Museo Archeologico Nazionale e dall’Accademia di Belle Arti, si impastano suggestivamente – cosa rara in Italia – con le opere esposte nelle sale. Il Palazzo Donnaregina deve la denominazione al Monastero di S. Maria Donnaregina, fondato dagli Svevi e poi ampliato nel 1325 dalla Regina Maria d’Ungheria, moglie di Carlo II d’Angiò. Dell’antico complesso conventuale rimangono oggi la chiesa omonima, che si affaccia su piazza Donnaregina, costruita in epoca barocca, e la chiesa trecentesca di Donnaregina “vecchia”, in stile gotico, che ha ospitato mostre ed eventi speciali organizzati dal Museo. L’edificio è stato risistemato a metà Ottocento e acquistato nel 2005 dalla Regione Campania per destinarlo a Museo per l’Arte Contemporanea. La Fondazione Donnaregina è presieduta da Pierpaolo Forte, il Museo è diretto da Andrea Villani.

Vogliamo dedicare questo articolo, innanzitutto, alle collezioni permanenti del MADRE che si sono da poco arricchite di una nuova sezione. L’area si intitola dinamicamente: “Per_formare una collezione #1”. Ad essa, dal 21 dicembre scorso, si è aggiunta la sezione  “Per_formare una collezione #2”: i primi due capitoli di un progetto destinato a svilupparsi. Attraverso la collaborazione e il sostegno di artisti, collezionisti e galleristi si è creato un processo in divenire, una composizione collettiva che propone un modo di vivere il museo all’insegna della molteplicità delle esperienze, ripensando il concetto stesso di “collezione” come raccolta di opere, di documenti e di testimonianze. Il nuovo allestimento comprende sia nuove produzioni che opere storiche, la maggior parte realizzate o mostrate a Napoli e in Campania a partire dagli anni ‘60 del secolo scorso fino agli anni recenti. Va sottolineato che il riferimento al territorio napoletano e campano non è assolutamente restrittivo: infatti la città meridionale e il suo hinterland sono state luogo di rimbalzo, di ricerca attiva e approfondimento delle linee di sviluppo dell’arte internazionale, senza alcuna concessione ad un localismo deteriore. Aspirazione dei curatori (Alessandro Rabottini ed Eugenio Viola) è di proporre una storia dell’arte condivisa con la comunità, in cui il visitatore può adoperare lo sguardo degli artisti come chiave di lettura che lega passato, presente e futuro, memoria e costruzione di nuova identità.

Si parte da nuove opere di Joseph Beuys (del ciclo “La rivoluzione siamo noi”) per spostare poi l’attenzione verso la relazione fra la sfera dell’arte e quella del teatro sono documentate la ricerca di Spazio Libero di Vittorio Lucariello (dal principio degli anni ’70), le esperienze di Zoo e le opere e agli interventi di Gianni Pisani. Vi sono poi opere di Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio e l’installazione/azione Giardino all’italiana di Gino Marotta. Ma nelle sale ai vari piani del MADRE vi è anche molto altro.

Nel salone d’ingresso e poi sopra al terzo piano è allestita la grande mostra di Vettor Pisani (Bari, 1934- Roma, 2011): “eroica / antieroica: una retrospettiva”, visitabile fino al 24.03.2014. Vettor Pisani si è rivelato come uno dei testimoni e degli esponenti più importanti della ricerca artistica in Italia a partire dagli anni ’70: la sua concezione dell’arte come rilettura, didascalia, trasposizione in altro delle opere di artisti del presente e del passato si propone come cifra del progetto estetico e museale del MADRE e della stessa vicenda dell’arte contemporanea a Napoli. Le opere di Vettor Pisani si situano sistematicamente non solo oltre i confini di discipline quali arte, letteratura, teatro, musica, architettura, filosofia, poesia, scienza, ma anche al di là dell’idea stessa dell’artista come figura singolare e unitaria, come esemplarmente dimostrato dal riferimento a figure-simbolo come quelle di Marcel Duchamp, Yves Klein, Joseph Beuys o Michelangelo Pistoletto.

 

Nella foto: Cortile del MADRE, Allan Kaprow, “Yard”.

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