Tre testimoni per guidare la GMG 2008
Sono tre i testimoni che illuminano le giornate della GMG di Sydney: Pietro Chanel, testimone del coraggio e della bontà, Pietro To Rot, testimone del dono spirituale della generosità, e Pier Giorgio Frassati, testimone di una vita caritatevole al servizio della giustizia.
Pietro Chanel era un prete missionario francese martirizzato sull’isola Wallis e Futuna. Il suo corpo è stato esposto nella cappella di Villa Maria a Sydney per due settimane prima di fare ritorno in Francia. Come “protomartire dell’Oceania” è giustamente tra i patroni della prima GMG d’Oceania, ed è un modello di ispirazione per essere testimoni di Gesù “fino agli estremi confini della terra” (Atti 1,8). Pietro Chanel nacque il 12 luglio 1803 a Cuet in Francia. Nel 1831, Pietro entra nella società dei maristi ai quali era affidata l’evangelizzazione dell’Oceania.
Pietro insegna per cinque anni al Seminario di Belley e poi nel 1836 viene nominato padre superiore del gruppo di Missionari Maristi del Sud-Ovest del Pacifico. Pietro viene mandato sull’isola Futuna and Wallis. Arrivato li realizza che le guerre tra tribù e la pratica del cannibalismo avevano ridotto il numero di abitanti a poche migliaia e i sopravvissuti erano monopolizzati da una religione che celebrava il culto del terrore e adorava divinità maligne. Pietro lavora con fede, impara la lingua nativa, cura i malati, battezza i morenti guadagnandosi la reputazione di puro di cuore. Il messaggio di bontà di Pietro e la dimostrazione d’amore incondizionato per i nativi fu inizialmente accettato dal re Niuliki.
Poi successe che Niuliki vide nel cristianesimo una minaccia per i suoi diritti di “sacerdote supremo”, e si accorse che quella religione allontanava i nativi dagli idoli. All’alba del 28 aprile 1841 Pietro viene picchiato e torturato dal guerriero favorito del re, Musumusu e da un gruppo di capi che aveva tramato per mettere fine alla sua influenza. Pietro muore per una ferita da ascia alla testa. La salma, portata in Francia e a Roma passando per la Nuova Zelanda e l’Australia, fu esposto per due settimane a Villa Maria a Sydney. Pietro fu dichiarato martire e beatificato nel 1889. Papa Pio XII lo ha canonizzato nel 1954. Dopo qualche anno dalla morte di San Pietro Chanel molti abitanti dell’isola di Futuna si convertirono al cattolicesimo.
Pietro To Rot era un laico sposato nativo di Papua Nuova Guinea. Catechista brillante e intuitivo, padre di tre figli, fu torturato e ucciso a soli 33 anni “per ragioni di fede ” in un campo di concentramento giapponese alla fine della II Guerra Mondiale. Il Beato Pietro To Rot, nasce a Rakuna in Papua Nuova Guinea nel 1912 ed è il primo abitante di questo paese ad essere stato beatificato. Sin da giovane Pietro possedeva una forte spiritualità oltre ad essere un brillante studente.
A 24 anni Pietro sposa Paula La Varpit dalla quale avrà tre figlie. Nel 1942 i giapponesi occuparono la Papua Nuova Guinea. Missionari e personale delle missioni furono deportati nei campi di concentramento. Non essendo propriamente un missionario Pietro riesce a restare a Rakunai dove lavorare ancora di più per la Chiesa, servendo messa, diffondendo la dottrina e il catechismo, amministrando il battesimo e soprattutto preservando l’Eucaristia per i malati e i moribondi. Per accattivarsi i capitribù locali i giapponesi ristabilirono la pratica della poligamia.
Pietro che affermava la santità del matrimonio, e il suo significato nel volere di Dio, non si oppose solo ai giapponesi ma contestò pubblicamente anche suo fratello Joseph per aver accettato il ritorno alla poligamia. Pietro viene arrestato per le sue opinioni e nonostante i vari tentativi di liberarlo di alcuni membri della comunità nel 1945 Pietro fu ucciso con un’iniezione letale diventando martire della nostra fede. Pietro fu beatificato da Giovanni Paolo II nel «Sir John Guise Stadium» di Port Moresby (Papua Nuova Guinea) il 17 gennaio 1995.
Pier Giorgio Frassati è molto amato dai giovani per la sua personalità dinamica ed il suo impegno caritatevole nell’amore di Gesù. Il suo amore per lo sport, per gli amici e per i poveri ne fanno un modello ideale. Morto precocemente, aveva 24 anni, al suo funerale centinaia di famiglie furono la testimonianza del suo impegno personale. La sua dedizione verso la giustizia sociale come studente universitario è per i giovani pellegrini un esempio eroico.
Nel 1918, a 17 anni, Pier Giorgio entra nella Società di San Vincenzo de’ Paoli e dedica la maggior parte del suo tempo libero ai malati e ai bisognosi. Nel 1919 entra nella Federazione degli Studenti Cattolici e nel Partito Popolare, un’organizzazione politica impegnata a divulgare gli insegnamenti della Chiesa cattolica. Pier Giorgio dedica il suo tempo alla fondazione di un giornale cattolico “Momento” basato sui principi dell’enciclica sulla vita socio-economica di Papa Leone XIII, Rerum Novarum. L’apertura della sua fede ha un grande seguito per le vite spirituali dei suoi studenti sempre invitati a partecipare ai ritiri annuali organizzati dai Gesuiti.
Viene colpito da un attacco acuto di poliomielite che, secondo i dottori, aveva contratto dai malati di cui si occupava. La malattia è ad uno stadio troppo avanzato per essere curata: il 4 luglio 1925 Pier Giorgio muore. In migliaia partecipano al suo funerale, molte persone intervenute erano proprio i poveri ed i bisognosi di cui si era occupato in maniera così altruista. Furono queste persone a chiedere all’arcivescovo di Torino di avviare la causa per la sua canonizzazione. Il processo si aprì nel 1932 e la sua beatificazione avvenne il 20 maggio 1990